In Valle l’onere medio per lo Stato più alto per il Superbonus 110%

Lo stabilisce un’elaborazione dell’ufficio studi della Cgia di Mestre diffusa ieri, sabato 25 maggio. Nella nostra regione, 1.405 asseverazioni allo scorso 30 aprile, per un’incidenza del 3.3% degli edifici residenziali.
Immagine di archivio.
Economia

La Valle d’Aosta è la regione in cui si è registrato l’onere medio più elevato a carico dello Stato, pari a 401.671 euro, per ogni edificio residenziale interessato da intervento con il Superbonus 110%. Il dato emerge da un’elaborazione dell’ufficio studi della Cgia di Mestre, sviluppata sui dati Enea e Istat diffusa ieri, sabato 25 maggio.

L’onere medio per lo Stato, a livello nazionale, è 247.531 euro, mentre nel nord-ovest si attesta a 284.070 euro. In Valle d’Aosta, il totale degli oneri a carico dello Stato (detrazioni maturate per lavori conclusi) è pari a 564,3 milioni di euro. Il totale complessivo in Italia è di 122mila 644 milioni (di cui 35mila 137,2 milioni nel nord-ovest).

Nella classifica dell’onere medio per lo Stato, subito dopo la nostra regione si piazzano la Basilicata (298.909 euro per stabile) e la Liguria (298.063 euro). A chiudere la graduatoria, quindi quali realtà ove il costo medio per edificio è più basso, sono il Veneto (194.896 euro), la Sardegna (187.413 euro) e la Toscana (182.930 euro).

Incidenza: la Valle 14esima

Sempre secondo l’elaborazione della Cgia, in Valle d’Aosta gli interventi del Superbonus hanno coperto il 3,3% degli edifici residenziali esistenti, con 1.405 asseverazioni depositate allo scorso 30 aprile, su un totale di 43.220 stabili (dato tratto dal censimento 2011). Numeri che fanno della Valle la 14esima regione in Italia quanto a incidenza degli interventi.

Il ricorso più numeroso al 110% per interventi di ristrutturazione/efficientamento edilizio è stato registrato in Veneto (59.588 asseverazioni, 5,6% di incidenza). A seguire, l’Emilia Romagna (44.364 asseverazioni, 5,4%) e il Trentino Alto Adige (11.314 interventi, 5,4%). L’incidenza nel nord-ovest, dove le asseverazioni sono state 123.692, si attesta sul 4,5%.

Per la Cgia, l’incentivo è stato “snobbato” dalle regioni del sud: Molise (2,9% d’incidenza), Puglia (2,9%), Calabria (2,6%) e Sicilia (2,2%) occupano infatti le ultime quattro posizioni della classifica. In termini nazionali, le asseverazioni depositate sono state 495.469, su un totale di 12milioni 187mila 698 edifici residenziali, con un interessamento quindi del 4,1% del patrimonio immobiliare del Paese.

Per la Cgia, il 110% è un “Robin Hood al contrario”

Numeri che fanno dire alla Cgia che il Superbonus “sino ad ora si è comportato come un Robin Hood al contrario: ha tolto ai poveri per dare ai ricchi”. “Con una spesa di oltre 122 miliardi, – si legge nel rapporto – nei prossimi anni sarà molto difficile far quadrare i nostri conti pubblici, pregiudicando la possibilità di reperire nuove risorse aggiuntive da destinare alla sanità pubblica, all’edilizia sovvenzionata e per contrastare la povertà e l’esclusione sociale”.

Al riguardo, la Cgia ricorda che “in più di un’occasione la Banca d’Italia ha evidenziato la natura regressiva di questa agevolazione fiscale destinata al miglioramento dell’efficienza energetica egli edifici” e che “anche la Corte dei Conti ha avuto modo di denunciare come le risorse impegnate per il cosiddetto 110 per cento abbiano interessato, in particolare, le persone più benestanti”.

“Secondo la magistratura contabile, infatti, – si legge ancora nell’elaborazione – le detrazioni per il risparmio energetico estrapolate dalle dichiarazioni dei redditi Irpef relative all’anno di imposta 2021 hanno interessato il 5,6 per cento dei contribuenti con meno di 40mila euro di reddito e il 37% circa di quelli con oltre 150mila euro”.

4 risposte

  1. I risultati della Cgia sono solo di tipo ragionieristico. Nulla dicono circa il grande impulso dato all’edilizia che languiva da oltre un decennio; l’Iva dei materiali, delle prestazioni ed anche, seppur solo del 10%, dei committenti incamerati dall’erario. Nulla viene detto sulla riqualificazione degli immobili che hanno avuto un notevole miglioramento dal punto di vista termico con una ricaduta positiva nella spesa energetica quasi del tutto importata a cui bisogna anche aggiungere l’acquisto di pannelli FV, pompe di calore, rinnovamento degli impianti termici nonché delle postazioni atte alla ricarica dei veicoli elettrici; senza dimenticare le facciate degli immobili, gli interventi antisismici ed i miglioramenti per consentire più agevolmente l’ingresso delle abitazioni ai portatori di Handicap. In definitiva si è avuto una “mole ” di lavoro che altrimenti non ci sarebbe stata. Si tace, invece, sui numerosi bonus che interessano l’auto e che non vengono mai sindacati poiché interessano un settore che rappresenta maggiormente le politiche industriali del Nostro Paese.

    1. @F. Statti: ma perché nelle altre regioni l’edilizia era invece in un periodo florido? E ancora: nelle altre regioni i materiali edili costavano forse meno e avevano un’aliquota iva diversa dalla Valle D’Aosta?

    2. A noi la ragionieria non è mai interessata più di tanto. Se non per capire quanti debiti possiamo fare ancora e ancora e ancora…

  2. Ma i soldi del Superbonus in Valle D’Aosta non li avevano messo Philippe Milleret e quelli di PAS? Roma ladrona!

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