Martedì 14 giugno, a Saint-Christophe, si è riunito il Comitato di sorveglianza del Programma di sviluppo rurale della Valle d’Aosta, l’organismo che raggruppa i rappresentanti istituzionali dell’Unione europea, dello Stato e della Regione e il partenariato locale, per esaminare lo stato di salute del Psr e fare il punto sul suo avanzamento.
In avvio dei lavori – spiegano dall’Amministrazione regionale – i funzionari della Direzione generale agricoltura della Commissione europea hanno espresso parole di apprezzamento per i risultati ottenuti dal Psr valdostano nel 2021, evidenziando come le percentuali delle risorse impegnate e di quelle liquidate, pari rispettivamente all’87 percento e al 64 percento della dotazione finanziaria complessiva, siano superiori sia alla media nazionale sia a quella europea.
In particolare, è stato evidenziato che alcune misure stanno avanzando in modo particolarmente positivo, come quelle a superficie, e gli interventi che sostengono gli investimenti, mentre il programma Leader sconta al momento una bassa percentuale di spesa, dovuta al fatto che i bandi sono stati aperti solo nel 2019 e che la realizzazione dei progetti ammessi richiede diversi anni.
Per il progetto della banda ultra larga, il numero dei cantieri collaudati risulta in linea con la media nazionale e si prevede un buon avanzamento dei lavori da qui a fine 2023. Ci sono invece altre misure, come la misura 1 per la formazione e la divulgazione e le misure sulla cooperazione, che sono in ritardo nell’impegno e nella liquidazione delle risorse, ma è stato sottolineato che si tratta di un problema comune a tutte le Regioni.
I riscontri sul buon andamento del Psr non riguardano solo l’ultimo anno, ma anche il primo semestre del 2022, nel corso del quale il totale delle risorse liquidate è passato dal 64 percento al 68 percento della dotazione disponibile. Questo risultato ha permesso tra l’altro di scongiurare – dice sempre l’Assessorato all’Agricoltura –, già nella primavera di quest’anno, il rischio del disimpegno automatico, ovvero di perdere le risorse eventualmente non utilizzate.
Infine, il Comitato di sorveglianza ha affrontato anche il tema della prossima programmazione dei fondi europei, che riguarderà il periodo dal 2023 al 2027 e che sarà gestita attraverso un Piano Strategico Nazionale in corso di definizione. I funzionari del Ministero hanno illustrato lo stato di avanzamento del negoziato tra la Commissione europea e gli uffici ministeriali e hanno indicato per fine luglio la scadenza per la consegna delle proposte di “regionalizzazione” degli interventi di sviluppo rurale da parte delle Regioni.
Un termine che nelle prossime settimane coinvolgerà l’Autorità di gestione del Psr e gli uffici dell’Assessorato, impegnati da un lato a gestire i bandi dell’attuale programmazione 2014/22, le cui risorse potranno essere impegnate e spese fino al 2025, dall’altro per definire con urgenza gli interventi regionali per il Piano Strategico Nazionale.
In quest’ottica, è stato avviato da tempo il confronto con gli enti e le associazioni del territorio – gli ultimi incontri si sono tenuti il 13 e il 18 maggio e il 1° giugno – è stata introdotta la presentazione di alcuni studi che hanno analizzato temi cruciali per il settore agricolo valdostano. Le presentazioni degli studi sono pubblicate sul Canale Europa del sito della Regione, nella sezione dedicata al FEASR e alla Programmazione 2023/2027.
“Ci fa piacere che i rappresentanti della Commissione e del Ministero abbiamo apprezzato il lavoro fatto nella nostra Regione – commenta l’Assessore Davide Sapinet –. Il buon avanzamento è il frutto di una collaborazione avviata da tempo. Ora dobbiamo proseguire per il completamento dell’attuale programmazione e intensificare gli sforzi per riuscire a dare la nostra impronta per la regionalizzazione del prossimo Piano Strategico Nazionale. Accanto al coinvolgimento del territorio, stiamo garantendo la nostra presenza, sul piano politico e tecnico, alle frequenti riunioni organizzate dal Ministero delle Politiche agricole, che ha competenza sulla costruzione del documento. Su questa linea continua anche il confronto con le altre Regioni dall’arco alpino, caratterizzate come noi da un’agricoltura di montagna”.