“La piramide alimentare valdostana” si presenta

Sul modello toscano nasce nella nostra regione uno strumento che promuove al contempo una corretta alimentazione e la produzione locale, in un'ottica di filiera corta. Gli alimenti valdostani si inseriscono in tutti e sei i livelli della piramide.
La piramide alimentare valdostana
Economia, Società

Un mese fa l’exploit di un centenario, che corse la maratona di Toronto, entrò nel Guinness dei primati. La vita media, nei paesi occidentali, si è allungata, ma la vera sfida è quella di riuscire ad invecchiare senza troppi acciacchi e disturbi, mantenendo il più possibile la propria autonomia e lucidità. E l’alimentazione, in questo, gioca un ruolo fondamentale. L’amministrazione regionale ha presentato ufficialmente, nella sede dell’Ipra di Chatillon, la “Piramide alimentare valdostana”, versione locale della nota rappresentazione grafica cara ai dietologi di tutto il mondo, che illustra le regole fondamentali per una corretta alimentazione. La salute passa per la tavola, è vero, ma l’iniziativa presenta un altro tipo di vantaggi, niente affatto secondari. Il progetto infatti cammina su due gambe, una salutista e una più commerciale, legata alla promozione dei prodotti nostrani.
Così in un’unica mossa si mettono d’accordo i medici, gli agricoltori, i cittadini, le aziende turistiche, e perfino chi ha a cuore l’ambiente, visto che incoraggiando la filiera corta si abbattono le emissioni prodotte dai gas di scarico degli automezzi che quotidianamente attraversano l’Europa per trasportare alimenti che si trovano, anche più buoni, sotto casa.

I primi ad intuire le potenzialità di una piramide alimentare declinata in salsa regionale sono stati i toscani. La loro piramide sposava i principi della dietologia alla promozione dei prodotti del territorio, il tutto in un’ottica di vendita a km zero.
Il modello è piaciuto ai valdostani, e grazie alla collaborazione e alla consulenza dell’azienda regionale sanitaria della Toscana è stato esportato anche da noi.

I prodotti valdostani possono inserirsi in ognuno dei sei livelli che compongono la piramide. La filiera corta, inoltre, è tutto sommato una garanzia di qualità e freschezza.
Certo, i prodotti più noti della gastronomia regionale sono i salumi, i formaggi e i vini, che necessariamente si trovano al 5 e 6 livello della piramide, tra gli alimenti da consumare saltuariamente e con moderazione. In un mondo pre-industriale l’apporto di grassi e calorie era vitale, non lo è altrettanto in una società ipernutrita e sedentaria come l’attuale. Quindi il messaggio è: mangiamo meno, ma meglio.
Più in basso, alla base della piramide, ci sono frutta e verdura, che vengono coltivate anche alle nostre latitudini, e si possono, anzi, si devono consumare in grandi quantità. Appena più in alto nella scala abbiamo cereali, miele e condimenti, tra i quali trovano posto fontina, pan ner e i tanti mieli locali.
La PAV sarà promossa nelle scuole, negli alberghi e nelle strutture sanitarie di tutta la regione.
 

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