La Désarpa é una manifestazione dai tanti volti, guardare la folla di gente assiepata ed entusiasta ai bordi delle strade al passaggio di oltre 200 bovine, addobbate per l’occasione, e al contempo gli allevatori che sfilano umile fierezza fa riflettere. Ciò che traspare é il forte contrasto tra chi vive queste occasioni come un momento di divertimento, di curiosità e di spettacolo, con lo stesso entusiasmo di uno spettacolo circense, e chi invece lavora duramente ad un’attività, l’allevamento, sempre più maltrattata e difficile da portare avanti. Certo la Désarpa é anche un modo per ringraziare ed elogiare il lavoro degli allevatori ma se, oltre all’aspetto gastronomico e folkloristico, tutti noi conoscessimo meglio come si svolge il lavoro in montagna probabilmente ridaremmo più valore alle attività agricole.
Dal punto di vista turistico la Désarpaha raccolto un bilancio positivo e rappresenta un evento vincente da riproporre, la manifestazione ha richiamato migliaia di visitatori e conferma quanto la carta dell’autenticità rimanga forte nel mercato turistico odierno. Senz’altro determinante al successo anche il contesto in cui si è svolta la manifestazione, che ha reso l’evento ancora più sorprendente e affascinante. In effetti in altre realtà alpine italiane dove, proprio come in Valle d’Aosta, è consuetudine festeggiare il rientro a valle delle mandrie, manifestazioni di questo genere vengono proposte quasi sempre in piccoli centri di montagna e non in un contesto urbano di pregio come quello della città di Aosta.
Alla Désarpa però sono mancati spazi espositivi per presentare le Valli che hanno sfilato (Valgrisenche, Valdigne, Cogne, ecc…), un’ottima occasione persa per far conoscere soprattutto i piccoli centri di montagna e per promuovere la stagione invernale entrante. Inoltre, come spesso accade nell’organizzazione di eventi ad interesse turistico, anche in questo caso registriamo (con un po’ di amarezza) la pressoché totale mancanza di soggiorni legati all’evento. Eventi di spessore e rilievo come questo, la Fiera di Sant’orso o i tanti festival estivi (Strade del Cinema, Aosta Classica ecc..) non diventano quasi mai prodotti turistici commercializzabili poiché non si costruiscono attorno prodotti completi. Eppure basterebbe poco ed il vecchio e maltrattato pacchetto turistico potrebbe tornare utile. In particolar modo in periodi di bassa occupazione come il mese di ottobre, dove una proposta weekend legata alla Désarpa e all’enogastronomia sarebbe un prodotto facile e immediato da costruire. Riempirebbe gli alberghi? Magari non del tutto, ma creerebbe delle opportunità che se comunicate nella giusta maniera potrebbero dare risultati vincenti nel lungo periodo.