E’ stata la nostra regione ad ospitare ieri, giovedì 3 ottobre, a Palazzo regionale la riunione bilaterale prevista annualmente dall’accordo del 1974 tra la Svizzera e l’Italia sull’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri italiani e sulla relativa compensazione finanziaria a favore dei comuni italiani di confine. L’intesa è stata sostituita da un nuovo accordo, siglato nel 2020, in vigore dal 17 luglio 2023 e che si applica dal 1° gennaio di quest’anno.
Quella tenutasi ad Aosta è stata dunque l’ultima riunione annuale prevista dall’accordo del 1974, che ha ispirato la stesura di quello nuovo. La delegazione italiana – presieduta da Paola Sarra, del Ministero dell’Economia e delle finanze – ha illustrato la ripartizione, tra gli enti interessati, delle somme ristornate negli scorsi anni, informando in merito alle opere realizzate ed in fase di progettazione.
Per il 2023, l’importo della compensazione finanziaria sulle remunerazioni dei frontalieri ammonta a circa 116 milioni. I dati statistici sul numero dei frontalieri italiani che operano nei Cantoni elvetici interessati dall’accordo dicono di 77mila lavoratori all’incirca, di cui 130 valdostani. Il nuovo accordo del 2020 prevede che i ristorni vengano a cessare a partire dall’anno 2034.
Della delegazione italiana facevano parte rappresentanti dell’amministrazione regionale, dell’Ambasciata d’Italia in Svizzera, della Regione Lombardia, della Regione Piemonte, della Comunità comprensoriale Val Venosta e dell’Associazione dei Comuni italiani di frontiera. Intervenuti, per i saluti, l’assessore Luigi Bertschy e la vicesindaca di Aosta, Josette Borre.
A capo della delegazione svizzera era presente il Direttore della Divisone delle contribuzioni, Giordano Macchi, accompagnato dai rappresentanti delle amministrazioni delle contribuzioni dei cantoni Ticino, Grigioni e Vallese e della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali.