Gli imprenditori valdostani guardano con favore il Piano regionale dei trasporti. O, almeno, ad una parte su tutte: il raddoppio del traforo del Monte Bianco.
A spiegarlo, in una nota congiunta, sono i vertici di Adava, Confindustria Valle d’Aosta, Confindustria Valle d’Aosta Sezione Edile, Confcommercio Regione Valle d’Aosta, Cna Valle d’Aosta, Coldiretti Valle d’Aosta, Confartigianato Valle d’Aosta, Fédération del Cooperatives Valdôtaines e l’Associazione Valdostana Impianti a fune. Non poco, insomma.
“Accogliamo con grande soddisfazione l’inserimento della seconda canna del traforo del Monte Bianco nel Piano regionale dei trasporti della Valle d’Aosta. Dal 2022 abbiamo più volte ribadito come le chiusure del principale collegamento con la Francia per tre mesi nei prossimi anni determino una situazione insostenibile per il tessuto economico regionale”.
Confidustria VdA: “Soluzione più funzionale per il futuro”
Dai lidi di Confindustria, il presidente Francesco Turcato dice: “Il raddoppio dell’attuale traforo è sempre stata da noi considerata come la soluzione più funzionale per il futuro di questa infrastruttura, poiché è l’unica che consentirà di garantire sicurezza nel lungo termine, e continuità di esercizio nell’immediato”.
E aggiunge: “L’attenzione che come Confindustria Valle d’Aosta, in raccordo con tutte le altre associazioni datoriali, abbiamo dedicato a questo tema ha coinvolto sin da subito i nostri vertici nazionali. La presenza dell’attuale presidente Emanuele Orsini alla nostra assemblea il prossimo 15 ottobre a Saint Vincent è l’ennesima conferma che il traforo del Monte Bianco è un tema nazionale ed europeo e con questa visione va risolto, partendo dalle esigenze delle imprese della Valle d’Aosta”.
“Sono in contatto costante con la Regione e gli assessorati competenti – dice ancora Turcato –. Raccolgo con piacere il crescente favore in tutta la Valle d’Aosta verso il raddoppio, che in sei anni potrebbe essere realtà, consentendo a quel punto un recupero del tunnel storico molto più efficiente rispetto all’attuale modalità start&stop che potrebbe bloccarsi del tutto in caso di contrattempi imprevisti partendo al più presto con la seconda canna. Non è irrealistico immaginare che tra dieci anni ci siano due gallerie in funzione sotto il Monte Bianco, che a parità di traffico garantiranno maggiore sicurezza, minori code e una conseguente forte riduzione dell’inquinamento rispetto all’attuale traforo inaugurato nel 1965”.
Adava: “L’impatto delle chiusure sul turismo non è più sostenibile”
“Credo sia superfluo ricordare la valenza strategica che riveste questa infrastruttura per l’intero sistema economico italiano e valdostano – ha spiegato invece Luigi Fosson, presidente Adava –. Le ripetute chiusure del Tunnel del Monte Bianco stanno avendo un impatto significativo sul turismo in Valle d’Aosta, già provato da altre criticità logistiche. Il protrarsi di questa situazione negli anni non è più sostenibile ed è quindi giunto il momento di ipotizzare soluzioni alternative, tra cui il raddoppio del tunnel. Tuttavia, deve però essere chiaro e definito sin da subito che la realizzazione della seconda canna deve avvenire esclusivamente con funzioni di sicurezza, a corsia unica e senza raddoppiare o incrementare il traffico pesante”.
Confcommercio VdA: il raddoppio? “Benefici all’intera comunità”
“La realizzazione della seconda canna del traforo del Monte Bianco, tanto auspicata da tutte le associazioni imprenditoriali e oggi caldeggiata anche dalla Regione, non può fare altro che portare benefici all’intera comunità economica valdostana – dice invece il presidente Confcommercio Valle d’Aosta Graziano Dominidiato –. In questi giorni di chiusura è evidente a tutti quanto questo collegamento internazionale sia indispensabile, non sono per la valle ma per tutta l’Italia”.
Cna: “Indispensabile anche per evitare la paralisi”
“Il raddoppio del tunnel del Monte Bianco – sottolinea invece Andrea Caruso, presidente di Cna Valle d’Aosta – è indispensabile anche per evitare la paralisi della circolazione di persone e di merci, com’è accaduto dopo la frana che, nel mese di agosto 2023, ha bloccato il tunnel ferroviario del Fréjus che, ad oggi, non è ancora tornato agibile”.
“La situazione che stiamo vivendo in questo periodo mette in grande difficoltà gli imprenditori per le ricadute economiche e per l’isolamento che sta vivendo il nord-ovest del nostro Paese – ha detto ancora -. Anche i rappresentanti di Cna nazionale si stanno muovendo sui tavoli opportuni per portare il tema del raddoppio all’attenzione del Governo sottolineando la necessità non più rinviabile di realizzare quest’opera”.
3 risposte
ah beh allora se lo dice adava e le imprese della valle possiamo considerarla cosa fatta…!
Risposta nota degli omonimi francesi in Savoia e Alta Savoia: “col cavolo!! Noi vogliamo la Torino-Lione come soluzione alle chiusure del Bianco!”. E al massimo, quando mai diranno sì, diranno “prima finiamo di rifare la volta del traforo , poi raddoppiamo e visto che ci siete ci fate anche il traforo ferroviario”: unica cosa certa è che dal lato francese ritengono più intelligente ed economico rifare tutta la volta del traforo chiudendolo 4 anni di fila, e non 3 mesi all’anno per 18 anni. E sicuro ci chiederanno delle proposte assurde per il raddoppio: ad esempio vietare ai Tir il transito nel traforo, oppure realizzare il traforo ferroviario Morgex-Le Fayet e obbligare i Tir a passare di là. O se no fanno i bastardi: traforo del Bianco a doppia canna sì, ma di 30 Km tra Morgex e Le Fayet. Industriali valdostani e italini felici se si farà, in pò meno chi si troverà l’area del Monte Bianco messa a ferr e fuoco dalla popolazione francese inferocita dal raddoppio.
Tanto felici ok: ma la Francia? Puoi mettere il raddoppio nel piano trasporti, puoi avere le imprese dalla tua parte, ma se la Francia continua a dire no al raddoppio siamo punto a capo. E i cari imprenditori italiani e valdostani non si aspettino un grande appoggio dagli omonimi francesi. Perché per loro la soluzione ai problemi delle chiusure programmate del traforo del Bianco è completare la nuova Torino-Lione, non il raddoppio. E loro a livello elettorale, assieme alla popolazione francese del Bianco, hanno un peso tale da decidere la linea del governo francese. Tante belle parole, ma se dovete aspettare Tajani e il governo per avere il sì al raddoppio del Bianco dobbiamo aspettare 3 anni per il solo inizio dell’iter, molto di più per avere la seconda canna del Bianco. I direi ai nostri imprenditori e politici locali: vista la nostra particolarità linguistica, andate anche voi in Francia a convincere i francesi sul raddoppio, dando supporto al governo francese. Facile dire “vogliamo il raddoppio del Bianco” lasciando poi agli altri il compito di convincere i francesi a dire sì. Meno pontificate ai giornalisti dalle vostre comode poltrone e più azione in Francia.