Locazioni brevi, è polemica tra Lega e Guichardaz. Adava si schiera con l’Assessore

Il Carroccio attacca l'Assessore al Turismo per le sue parole che “non rendono giustizia al settore delle locazioni brevi che ha sofferto duramente a causa della pandemia". Risponde a stretto giro Adava: "polemiche del tutto pretestuose e fuorvianti rispetto alla reale problematica".
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Economia

Locazioni brevi, scoppia la polemica. La Lega Vallée d’Aoste punta infatti il dito contro l’Assessore al Turismo Jean-Pierre Guichrdaz reo, spiega il “Carroccio”, durante la presentazione dell’indagine sul turismo estivo 2021 di aver sottolineato come il comparto delle locazioni brevi “fino ad ora sfugge al controllo e non garantisce una sufficiente qualità” oltre a diventare “elemento di concorrenza sleale”.

Dichiarazioni, prosegue la Lega, che “non rendono giustizia al settore delle locazioni brevi che ha sofferto duramente a causa della pandemia e non ha ottenuto dalla pubblica amministrazione ristori e nemmeno aiuti sotto forma di esenzioni tributarie”, e parole assessorili che dipingono “a tinte negative cittadini che lavorano, che sono una parte importante del settore ricettivo e che hanno continuato a pagare, senza più incassare nulla”.

Insomma, si chiede il Carroccio, Guichardaz è un “Assessore al Turismo o contro?”.

Di suo, l’Assessore cerca di spiegarsi, togliendosi comunque qualche sassolino dalla scarpa: “questa modalità non va assolutamente demonizzata – scrive in replica via social –, ma credo che siano maturi i tempi per una regolamentazione che tuteli i proprietari e, perché no, anche i condòmini, che spesso si ritrovano a condividere i propri spazi comuni e il ménage condominiale con persone e situazioni di cui alle volte non sanno nulla. Altre regioni che gli amici della Lega prendono spesso a riferimento quando devono criticare l’azione politica e promozionale dell’assessorato che rappresento, da tempo hanno regolamentato le locazioni brevi senza far gridare allo scandalo, anzi”.

Al fianco di Guichardaz si schiera l’Adava, che in una nota del Presidente Filippo Gérard spiega: “Premesso che da sempre ritengo che le nuove forme di ospitalità (e tra queste rientrano pienamente le locazioni turistiche brevi da parte di soggetti privati) sono una importante risorsa per il territorio e non una minaccia ritengo queste polemiche del tutto pretestuose e fuorvianti rispetto alla reale problematica. Le argomentazioni a sostegno della necessità di procedere quanto prima con l’approvazione di una norma che regoli in maniera puntuale tale fenomeno sono talmente tante e di buon senso che non possiamo non schierarci a fianco dell’Assessore regionale al Turismo per sostenere questo percorso”.

Non solo: “Come associazione non chiediamo che su questi soggetti gravino tutti gli adempimenti a cui siamo soggetti noi – continua il Presidente degli albergatori – ma chiediamo quanto meno il ‘minimo sindacale’, ovvero l’introduzione di pochi e semplici adempimenti a tutela di tutti: identificazione dell’offerta turistica, misurazione dei flussi turistici, inserire gli arrivi e le presenze turistiche negli alloggi locati a fini turistici per periodi brevi nella misurazione statistica dei flussi ISTAT, introduzione dell’imposta di soggiorno”.

Una “regolamentazione” che porterebbe diversi vantaggi: “la Valle d’Aosta è praticamente tra le ultime regioni a forte vocazione turistica a non aver ancora approvato una norma che disciplini tale tipologia di attività – prosegue Gérard –. Oltre ad una questione di sicurezza (ricordiamo tutti quando Cervinia è rimasta bloccata da una valanga e nessuno era in grado di capire effettivamente quante persone erano presenti in località) e di concorrenza leale, il fatto che questo tipo di attività non sia soggetta alla dichiarazione delle presenze turistiche ai fini Istat (e di conseguenza al versamento dell’imposta di soggiorno) ha creato un grave danno economico all’intera comunità valdostana”.

L’esempio è fresco: “L’anno scorso, ad esempio, la Città di Aosta si è vista escludere da un importante contributo economico statale destinato ai centri storici per non aver raggiunto un certo parametro di presenze turistiche ufficiali – chiude il Presidente Adava –. Quest’anno, invece, essendo il Fondo ristori per l’emergenza Covid destinati alla Montagna ripartito tra le diverse regioni alpine e province autonome in proporzione alle presenze turistiche ufficiali, le risorse che arriveranno in Valle d’Aosta saranno notevolmente inferiori rispetto a quelle che ci spetterebbero”.

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