I muretti a secco, riconosciuti come patrimonio dell’Umanità sono “un simbolo della viticoltura eroica”. A sottolinearlo in una nota è Roberto Gaudio, presidente del Cervim.
“Il riconoscimento da parte dell’Unesco della pratica rurale dell’arte dei muretti a secco, che è stata iscritta nella lista degli elementi dichiarati patrimonio culturale immateriale dell’umanità, rappresenta una grande testimonianza per la viticoltura eroica nell’intera area del Mediterraneo e per i territori in forte pendenza, onorando e qualificando ulteriormente il lavoro dei vignaioli eroica” sottolinea Gaudio ricordando come l’arte dei muretti a secco – appartenente a Cipro, Croazia, Francia, Grecia, Italia, Slovenia, Spagna e Svizzera – ricalchi la geografia della viticoltura eroica, che è ovviamente più ampia.
“I muretti a secco sono identitari del paesaggio della viticoltura eroica. E la non trasferibilità di questi paesaggi – aggiunge Gaudio – li caratterizza con valori culturali, identitari e di attrattiva economica e turistica, in quanto custodi del territorio e del paesaggio. Indubbia e ormai riconosciuta, grazie anche al lavoro del Cervim portato avanti in questi anni, la grande valenza paesaggistica di questi ambienti. Grazie ai viticoltori eroici che, nei secoli, con fatica e perizia attraverso un lavoro encomiabile hanno saputo plasmare territori impervi e difficili, si è arrivati al riconoscimento a patrimonio dell’umanità per questo paesaggio irripetibile”.