Svap, a rischio la cassa integrazione in deroga: un decreto escluderebbe le cooperative

Torna lo spettro della procedura di mobilità per 15 dipendenti della Svap, avviata a inizio anno dall’azienda dopo la contrazione del 10% della commessa con la Regione e scongiurata la scorsa primavera proprio grazie al ricorso alla CIG in deroga.
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Torna lo spettro della procedura di mobilità per 15 dipendenti della Svap, avviata a inizio anno dall’azienda dopo la contrazione del 10% della commessa con la Regione Valle d’Aosta per il servizio di trasporto pubblico locale. I licenziamenti erano stati scongiurati la scorsa primavera grazie al ricorso alla cassa integrazione in deroga, che ha coinvolto a rotazione 83 dei 96 dipendenti in forza alla società (70 autisti, 8 addetti all’officina e 5 addetti al rimessaggio), rinnovata fino a settembre. L’approvazione di un decreto interministeriale del 1° agosto scorso, però, ha riservato una brutta sorpresa agli autisti valdostani: il rifinanziamento della cassa integrazione in deroga, che complessivamente ammonta a 728 milioni di euro, infatti, escluderebbe le cooperative. E la Svap ha la forma giuridica proprio di una società cooperativa.

Il nodo della questione riguarda in particolare il riferimento all’articolo n°2082 del Codice Civile e la possibilità di richiedere il trattamento di CIG in deroga solo per le imprese da esso definite, escludendo così, oltre alle cooperative, anche gli studi professionali e le organizzazioni senza scopo di lucro. Il decreto, inoltre, prevede l’incremento dell’anzianità aziendale necessaria per accedere agli ammortizzatori, che passa da un minimo di 90 giorni a un minimo di 8 mesi per il 2014 che diventano 12 a partire dal 2015.

Il testo firmato dai ministri del Lavoro e dell’Economia Poletti e Padoan prevede comunque che per il 2014 le regioni e le province autonome possano “disporre la concessione dei trattamenti di integrazione salariale”, anche in deroga ai criteri previsti, “esclusivamente entro il limite di 70 milioni in misure non superiore al 5% delle risorse ad esse attribuite” per assicurare una graduale transizione.

“Da una parte stiamo cercando di ottenere da Roma una risposta chiara sull’interpretazione dell’articolo 2082 – spiega preoccupato Antonio Fuggetta della Filt Cgil – in modo da riuscire ad arrivare almeno fino alla fine del 2014 con la CIG in deroga e le ferie a disposizione del personale, mentre dall’altra continuiamo il dialogo con la Regione. In ogni caso il nostro obiettivo è sempre quello di trovare una soluzione per evitare l’esubero dei dipendenti”. 

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