Le fiere sono sempre un argomento di discussione interessante, forse perché ne esistono tante, forse perché non si è ancora capito realmente a cosa servano, come bisogna affrontarle e come fare a sceglierle. Certo che TTG è una fiera che si conferma ad un livello alto e non è pensabile archiviarla senza nessuna riflessione.
Passeggiando tra gli stand abbiamo faticato non poco a trovare operatori valdostani, o meglio, siamo andati a cercare quei soliti noti di cui era certa la presenza. Tra questi, da evidenziare la presentazione di un nuovo marchio alberghiero valdostano.
Chi é nel settore lo sa, TTG è una fiera B2B, ovvero aperta solo agli operatori del comparto turistico, dunque chi la sceglie deve essere conscio che non troverà clientela in cerca di dépliant da collezionare ma potenziali buyers con i quali dialogare di lavoro, concludere accordi commerciali, fare comunicazione e promuovere il proprio brand. Per fare questo è però necessario essere preparati e organizzare la fiera con molti mesi di anticipo definendo l’agenda dei lavori; vivere passivamente la fiera all’interno del proprio stand può risultare poco appagante. Sbaglia chi paragona TTG con BIT, si tratta di prodotti abbastanza differenti e che devono essere letti in maniera complementare; TTG rappresenta infatti anche un’ottima occasione di aggiornamento professionale con le sue tante proposte formative curate anche da docenti valdostani.
Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita esponenziale del numero degli appuntamenti fieristici. Il dato è per certi aspetti paradossale se consideriamo che questa è l’era della comunicazione multimediale. Fa dunque piacere scoprire che ancora, e forse più di prima, la capacità di instaurare relazioni durature con un network di attori sia strategico per tutte le aziende. Tra tante fiere è impensabile prendere parte a tutte, ma il più grande errore che si possa fare è quello di parteciparvi senza consapevolezza e con un’organizzazione dell’ultimo minuto. Non si avrà nessun risultato e i soldi spesi saranno persi. E’ proprio a questo punto che sentiremo dire che “quella fiera o quel mercato non funzionano”, ma probabilmente la questione andrebbe spostata sull’approccio alla fiera stessa.
La realtà è che poche imprese, eccezion fatta per le più consolidate che operano con proprie agenzie di comunicazione e marketing, hanno consapevolezza del loro prodotto. Per questa ragione anche la scelta di una fiera non può essere automatica; prendiamo un albergo specializzato sulle famiglie per il quale potrebbe risultare importante aderire al salone delle vacanze 0-14 o stringere accordi con intermediari specializzati del settore. Il problema è capire su cosa siamo specializzati e che target di clientela abbiamo. Non è più pensabile rispondere in maniera generica a queste domande. Una volta preso atto di questo bisogna cambiare approccio e presentarsi alle fiere per lavorare e raggiungere gli obiettivi prefissati.