Turismo, Adava: “Situazione tragica. Se agosto non migliora chiederemo lo stato di calamità”

E’ nero il bilancio di metà estate che delinea Alessandro Cavaliere, Presidente dell’Adava. E anche le prospettive per il mese di agosto non sono delle più rosee. ”Molte strutture hanno ancora il 50% delle camere libere per la settimana di Ferragosto".
Economia

“Se il mese di agosto dovesse essere simile a quello di luglio ci troveremo costretti a dichiarare lo stato di calamità naturale, al pari del settore agricolo, chiedendo aiuti alla Regione”. E’ nero il bilancio di metà estate che delinea Alessandro Cavaliere, Presidente dell’Adava.
“I risultati registrati finora sono tragici, probabilmente parliamo del luglio peggiore degli ultimi 20 anni.“ Ma anche le prospettive per il mese di agosto non sono delle più rosee. ”Molte strutture – spiega ancora Cavaliere – hanno ancora il 50% delle camere libere per la settimana di Ferragosto”. Una situazione che accomuna tutte le località, anche quelle più gettonate. “A Cogne, da sempre regina dell’estate, quando va bene si ha avuto il 10-15% di periodicità” aggiunge il Presidente Adava.

Il maltempo è il responsabile principale di questo flop turistico. Secondo Assoviaggi-Confesercenti i temporali hanno spazzato via in Italia circa 400 milioni di fatturato. “Diventa facile giustificare la perdita sul mercato interno – sottolinea Cavaliere – D’altronde come dar torto a chi dice “cosa vado a fare in montagna se in città non fa caldo?”. Il vero problema però, secondo il Presidente Adava, è la scelta fatta a livello regionale di legare troppo questa stagione al mercato nazionale. “Sono ormai 5 o 6 anni che ci diciamo che il mercato interno è in forte crisi. Probabilmente, e mi prendo la responsabilità in prima battuta come imprenditore, non ci siamo mossi per tempo con azioni aggressive, al pari di quelle portate avanti per la stagione invernale, sui mercati internazionali”.

Eppure le carte in regola per competere con località più blasonate, la Valle d’Aosta ce le ha tutte. “Abbiamo prodotti di eccellenza come per esempio le alte e le basse vie o l’enogastronomia, dobbiamo solo promuoverli.” Operazione in capo in primis alla Regione. “Ci va sicuramente un maggiore coinvolgimento del privato ma qui servono scelte drastiche. – prospetta Cavaliere – Il pubblico non può più permettersi di fare investimenti che non abbiano un ritorno. Aldilà del socio sanitario ci sono settori dove sono necessari tagli per liberare risorse da investire nel turismo che crea un reale indotto per la Valle d’Aosta”. 

In attesa dei dati ufficiali sul mese di luglio, qualche imprenditore i calcoli se li è già fatti. “Alcune delle 540 aziende aderenti all’Associazione mi parlano di cali di fatturato del 30% rispetto al 2012” svela Cavaliere. “La forte dipendenza dal mercato nazionale ci sta ammazzando. Dobbiamo renderci conto che la crisi in alcuni paesi è già finita mentre in Italia ancora no”.

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