“Qualora aprissero gli impianti di risalita, se chiuso, riapriresti?”. Risponde “sì” il 47% delle strutture ricettive valdostane delle 438 attività sulle 800 aderenti ad Adava, che hanno preso parte all’indagine, “ma solo a condizione sia permesso lo spostamento tra regioni”. Il 25% ha dichiarato di voler aprire in ogni caso, mentre il 14% ha invece deciso di non aprire. La rilevazione condotta dall’Associazione degli albergatori aveva l’obiettivo di “fornire ai nostri interlocutori istituzionali e alle società degli impianti di risalita una fotografia puntuale sulle intenzioni di apertura delle strutture turistico-ricettive e sulle condizioni che lo potranno permettere”.
Un’altra indicazione che emerge riguarda la richiesta di indicare la data ipotizzata per la possibile riapertura nel caso in cui vengano riavviati gli impianti di risalita: il 35% degli intervistati ha dichiarato di voler aprire prima del 19 febbraio, il 23% tra il 19 e il 26 febbraio, il 9% tra il 26 febbraio e il 5 marzo, mentre il 16% conferma la volontà di non aprire.
Relativamente alla richiesta da parte della clientela di disponibilità e intenzione a viaggiare da qui alla fine della stagione invernale, i dati sono piuttosto negativi: il 48% parla di richiesta scarsa tanto da non giustificare una riapertura, il 28% media, il 16% buona e solo il 4% parla di richiesta alta.
Particolarmente significativo è invece quanto emerge relativamente alla disponibilità dei clienti a raggiungere comunque le nostre località, con impianti aperti, ma senza apertura delle Regioni: l’84% degli intervistati ha risposto negativamente.
Alla domanda “In caso di riapertura, qual è la tua previsione di fatturato?”, il 78% degli associati che hanno partecipato al sondaggio hanno indicato di attendersi una perdita pari o superiore al 50% rispetto ad una stagione invernale normale, il 10% ha indicato una calo compreso tra il -30% e il -40%, il 3% un importo negativo compreso tra il -20% e il -30%, un ulteriore 3% un calo inferiore al – 20%.
Un’ultima domanda è stata invece dedicata alla prossima stagione estiva: “Tenendo conto di un ritorno alla normalità nei prossimi mesi, pensi di anticipare la tua data di riapertura estiva?”. Il 51% del campione ha risposto che manterrà la consueta data di apertura, mentre un 18% ha dichiarato di anticipare l’apertura di almeno due settimane, un altro 18% pensa invece di aprire per Pasqua e di rimanere aperto nei mesi di aprile e maggio.
“A meno di 24 ore da quando abbiamo lanciato l’indagine, oltre la metà dei nostri associati ha puntualmente risposto al questionario. – sottolinea Filippo Gérard, presidente di Adava – Da una parte questo è un segnale molto positivo che evidenzia l’unità della nostra associazione e l’efficacia comunicativa che siamo riusciti ad istaurare tra gli imprenditori della ricettività, dall’altra però, conferma la preoccupazione dei nostri colleghi in questo difficile momento caratterizzato, purtroppo, dalla continua incertezza ed impossibilità di programmare anche a breve termine. L’obiettivo dell’indagine è all’insegna della collaborazione tra i diversi operatori che lavorano nello stesso settore; abbiamo infatti chiesto ai nostri associati di manifestarci le proprie intenzioni di apertura da trasmettere e condividere con l’amministrazione regionale e con chi, in queste ore, deve decidere se e con che modalità aprire i nostri comprensori sciistici”.
Le risposte che arrivano all’Adava sulle previsioni di fatturato sono, per Gérard, “un importante indicazione sulle misure di sostegno all’occupazione e agli investimenti che l’amministrazione regionale dovrà decidere e introdurre con i prossimi provvedimenti anticrisi”.
Infine l’augurio del Presidente degli albergatori valdostani è che il nuovo Governo nazionale “si ricordi finalmente della Montagna e della necessità di approvare quanto prima adeguati ristori compensativi per il periodo di forzata inattività, confidiamo che la nostra amministrazione regionale metta in campo delle iniziative di sostegno agli investimenti, di ulteriore proroga della sospensione dei mutui Finaosta (oltreché di rinegoziazione dei debiti residui per le aziende maggiormente in difficoltà e di ristrutturazione del debito tramite consolidamento per i mutui contratti con il sistema bancario privato), di incentivazione delle assunzioni per compensare le attuali difficoltà del mercato del lavoro e di sostegno ad un comparto a noi vicino e strategico quale è quello agroalimentare regionale”.