Non si scioglie il “nodo” sulla statalizzazione del Corpo regionale dei vigili del fuoco. A tre mesi e mezzo dal referendum interno per tornare sotto l’egida dello Stato a mancare – scrivono in un duro comunicato Conapo e Cgil – sono ancora le risposte.
“Da Place Deffeyes continua un preoccupante silenzio sul futuro dei vigili del fuoco valdostani – scrivono le due sigle sindacali –. Abbiamo sempre criticato il comparto unico regionale che prevede un unico contratto per tutti i dipendenti dell’amministrazione regionale: Regione, Comuni ed Enti locali. Infatti abbiamo già da tempo chiesto la creazione di un comparto specifico per noi, senza mai ottenerlo. Su questo la politica (e non solo) ha messo sempre i bastoni fra le ruote”.
Toni aspramente critici anche nei confronti di chi, come il consigliere regionale Uv Giovanni Barocco, due settimane fa, ventilava una “terza via”, ovvero la creazione di un “comparto regionale della sicurezza”: “Sentire adesso ‘gli ultimi arrivati’ che si ergono a paladini di questa causa proponendo la creazione di un comparto sicurezza – scrivono Conapo e Cgil –, non fa altro che confermare i risultati del referendum, cioè che è meglio tornare sotto la competenza dello Stato”
Ovvero: “Mettere insieme vigili del fuoco, forestale e addirittura polizia municipale, corpi con ordinamenti giuridici e compiti istituzionali completamente diversi potrebbe veramente risolvere i problemi? A nostro avviso la cura è peggio della malattia. Inoltre rimandiamo al mittente le accuse di voler attentare all’autonomia della Valle d’Aosta. Per quello bastano i politici a farlo”.
Politici che, prosegue la nota “Non vogliono ammettere la loro palese sconfitta, perché se sono riusciti a creare una situazione che, per quanto riguarda i VF, è la peggiore di tutta Italia, dovrebbero essere i primi a ritornare sui loro passi e a permetterci di ottenere quanto nel resto d’Italia è un diritto riconosciuto a tutti i nostri colleghi, sia del Corpo Nazionale che delle province o regioni autonome”.
Savt, la statalizzazione non convince
Sul tema si esprime anche il Savt, che in realtà non vede di buon occhio il trasferimento dei vigili del fuoco sotto “l’ala” dello Stato.
“Pur comprendendo il disagio che serpeggia tra gli appartenenti al corpo regionale dei vigili del fuoco, a partire dalla disparità previdenziale rispetto ai loro colleghi nazionali, il direttivo confederale del Savt ritiene che la strada per risolvere questa situazione, così come per altre, non possa essere quella di privarsi di una competenza primaria prevista dallo statuto di autonomia della Valle d’Aosta. Percorso che tra le altre cose avrebbe diretti riflessi negativi sul bilancio regionale (l’eventuale transito dovrebbe avvenire a costo zero per lo stato), a livello occupazionale (non vi sarebbero più concorsi regionali) e sul sistema di protezione civile (i volontari e l’antincendio boschivo passerebbero sotto le dipendenze del Piemonte)”.
Anche il Savt, però, concorda su un punto: il confronto deve essere accolto dalla politica.
Infatti scrive che i problemi devono essere risolti “nelle sedi opportune, a partire dalla contrattazione regionale fino ad arrivare alla commissione paritetica”. Il sindacato chiede, quindi, alle forze politiche presenti in Consiglio Regionale e al Governo regionale “di concentrare i loro sforzi non per una possibile ‘rinazionalizzazione’ ma per mettere in atto tutte le iniziative necessarie finalizzate a risolvere le disparità previdenziali, visto che questo tema non è di competenza regionale ma rientra nell’ambito delle prerogative nazionali. A tal proposito si ricorda come tale disparità riguarda non solo i vigili del fuoco ma anche gli appartenenti al Corpo forestale della Valle d’Aosta e di conseguenza si sollecita il Governo regionale affinché vada a risolvere definitivamente un problema che coinvolge due forze fondamentali per il sistema valdostano di sicurezza e di protezione civile”.