In questa domenica 1° maggio, i sindacati regionali si sono ritrovati a Verrès, dopo due anni che la Festa dei Lavoratori non si è potuta festeggiare “col dovuto rispetto”, come commentato dal sindaco del paese Alessandro Giovenzi.
I rappresentanti di CGIL, CISL, UIL e SAVT hanno marciato, preceduti dalla banda musicale, sventolando le loro bandiere, insieme a quelle colorate della pace.
Questa festa, secondo il discorso tenuto dal segretario generale Cisl Valle d’Aosta Jean Dondeynaz, a nome anche di Cgil, Uil e Savt, assume infatti oggi un significato ancora più speciale. “E’ un Primo Maggio di impegno sociale e civile, noi marciamo per la pace” comincia Dondeynaz “Oggi in Ucraina si conta il 66° giorno di conflitto, è una guerra che colpisce al cuore tanti di noi che sono nati nella pace. Da quando è iniziato l’assedio sono oltre 2 milioni le persone ad aver lasciato l’Ucraina, tra cui centinaia di bambini tolti dai genitori”.
Anche Giovenzi inizia il suo intervento evidenziando che la ricorrenza di quest’anno “si festeggia in un contesto mondiale molto complesso, con una guerra a pochi chilometri da noi, nella quale si percepisce il dramma dei lavoratori ucraini, che vedono indebolirsi le loro certezze, famiglie, pilastri, lavoro”.
Il corteo è partito dal piazzale Fiorìn, ha marciato per la via centrale e, giunto al monumento dei Caduti davanti al Municipio, ha deposto la corona d’alloro. Infine, in piazza Emile Chanoux si sono tenuti gli interventi ufficiali.
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“E’ molto bello e credo sia molto importante ritrovarsi dopo due anni che siamo rimasti chiusi nelle nostre case a causa del covid” introduce Vilma Gaillard, segretario generale Cgil Valle d’Aosta. E’ stata lei a chiedere un minuto di silenzio per i lavoratori morti sul lavoro, che solo dall’inizio dell’anno sono oltre 200, e se ne sono contati 196 solo nel primo trimestre .
“Penso che questa pandemia e questo conflitto debbano farci riflettere su come agire quando le cose torneranno alla normalità” riflette Giovenzi “E’ una sfida sulla qualità del lavoro che dobbiamo offrire. Una volta superata questa fase critica dovremo essere pronti in tecnologie, industrializzazione, nelle sfide che il lavoro oggi ci chiede. Dalla pandemia abbiamo visto che il mercato, l’offerta del lavoro e il consumo sono cambiati”.
Insomma, il pensiero di fondo è che in un tale clima di incertezza e di grande preoccupazione il lavoro può e deve diventare motore di riscatto sociale e di visione del futuro.
“In questo primo maggio ci troviamo ad affrontare l’emergenza rifugiati” aggiunge Dondeynaz “le nostre organizzazioni sindacali vogliono supportarli con una raccolta di fondi da destinare a materiali, abbigliamento, libri e giocattoli. Partiamo da Verrès, dalla pace, dal lavoro. Tutti hanno diritto ad avere un lavoro”.
Concludendo, il sindaco si augura di poter “tornare ogni anno a festeggiare così in piazza, che sia davvero la festa dei lavoratori e che le generazioni future abbiano prospettive certe”.