Bologna, 2 ago. – (Adnkronos) – E’ partito poco dopo le 9 il corteo del 2 agosto in ricordo delle vittime della strage alla stazione del 1980. Tanta la gente ai lati di via Indipendenza che ha salutato il corteo con un applauso. All’inizio di via Indipendenza un gruppo di bambini della scuola media di Marzabotto ha sventolato le ‘Gocce di memoria’: una goccia bianca ‘in memoria di ogni vittima, un modo per ricordare tutte le vittime della violenza e dell’odio’.
Al corteo hanno partecipato numerose autorità: il prefetto Angelo Tranfaglia, che ha parlato a nome del governo per il secondo anno consecutivo assente; il questore Vincenzo Stingone; il sindaco Virginio Merola, che ha parlato di mancanza di sensibilità da parte del governo; la presidenza della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti; il sindaco di Bari Michele Emiliano; i rappresentanti dell’ordine e di tante altre istituzioni pubbliche.
Come prassi il corteo ha raggiunto la stazione dove alle 10.25 ha suonato la sirena. Dopo il minuto di silenzio, i discorsi ufficiali.
"La città di Bologna ricorda oggi con immutato dolore il criminale attentato della stazione ferroviaria che trentuno anni fa costò la vita a ottantacinque persone e segnò indelebilmente, nel fisico e nell’animo, quella di tante altre e dei famigliari tutti. Il ricordo di quella strage è scolpito nella coscienza della Nazione e sollecita ogni giorno l’impegno civile della intera collettività nel prevenire qualsiasi rigurgito di intolleranza e di violenza e nel difendere e consolidare i valori fondanti della nostra democrazia", scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato al oresidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage alla stazione di Bologna, Paolo Bolognesi. "Merita perciò gratitudine e apprezzamento – aggiunge il capo dello Stato – la passione civile con la quale l’associazione da lei presieduta si batte per l’ulteriore accertamento della verità storica e processuale su quel barbaro e folle episodio di terrorismo eversivo, mantenendone immutata la memoria e diffondendo, specie nelle generazioni più giovani, la cultura della convivenza pacifica e della consapevole partecipazione all’esercizio dei diritti politici e civili. Nel commosso ricordo di quel tragico giorno, esprimo a lei e a tutti i famigliari delle vittime – conclude Napolitano – la mia affettuosa vicinanza e i sentimenti di partecipe solidarietà dell’intero Paese".
"Quel giorno drammatico in cui persero la vita 85 persone e 200 rimasero ferite ha segnato profondamente il Paese e continua a rappresentare uno degli episodi più tragici della nostra storia", afferma dal canto suo il presidente del Senato Renato Schifani, in un messaggio al sindaco di Bologna Viriginio Merola. "Vorrei rivolgermi ai parenti delle vittime, all’Associazione familiari, presieduta da Paolo Bolognesi, e ringraziarli – prosegue la seconda carica dello Stato – per la lotta all’oblio nel nome della verità a cui hanno dedicato la loro vita in questi anni".
Per il presidente della Camera, Gianfranco Fini, "la determinazione con la quale Bologna ed i suoi cittadini ricordano ogni anno quel tragico 2 agosto 1980 costituisce un alto motivo di incitamento per tutti noi a difendere con convinzione e fermezza i valori di libertà e di legalità che sono alla base della nostra democrazia, contro ogni forma di fanatismo politico, di odio ideologico e di violenza terroristica".
‘Dobbiamo pretendere che non ci siamo più segreti, né menzogne, né stragi impunite", scrive Antonio Di Pietro sul suo profilo Facebook. "L’Italia dei valori – aggiunge – continuerà a battersi in tutte le sedi affinché emerga la verità. E’ grave che, anche quest’anno, il governo diserti la ricorrenza, non commemorando la memoria di 85 vittime, italiane e straniere, e non fornendo nemmeno alcuna spiegazione per quest’assenza’.
Anche i parenti delle vittime attaccano il governo e quella che definiscono la strategia del silenzio. ‘Nei confronti dei parenti delle vittime, non solo della strage di Bologna, il governo ha avuto un comportamento inqualificabile: quest’anno come l’anno scorso non ha inviato alcun rappresentante istituzionale a Bologna", si legge nel discorso che Paolo Bolognesi ha letto durante il suo intervento dal palco allestito nel piazzale della stazione. Nel discorso si legge ancora: ‘A ciò si aggiungono le inimmaginabili difficoltà burocratiche che sono state poste per l’applicazione della legge 206 ‘Nuove norme a favore delle vittime del terrorismo e delle stragi’ come se si volessero affogare i parenti delle vittime in un mare di carte e di cavilli per fare in modo che non si occupino più della ricerca di giustizia e verità. Umiliare le vittime cercando di farle passare per questuanti perché si battono legittimamente affinché una legge dello Stato, approvata all’unanimità dal Parlamento nel 2004, sia correttamente applicata in ogni sua parte’.
Bolognesi continua nel suo attacco al governo spiegando che ‘le promesse e le assicurazioni, avute subito dopo l’insediamento di questo governo dall’onorevole Silvio Berlusconi e dal sottosegretario Letta, si sono dimostrate parole al vento, fatte da ricercatori di facile consenso. Nessun atto concreto è stato compiuto, ma anche su questo continueremo la nostra battaglia per fare applicare integralmente la legge. Vorrebbero dimenticare e che anche noi dimenticassero. Ma noi non dimentichiamo: non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo dimenticare. Non possiamo dimenticare lo scempio della vita dei nostri cari. Non possiamo dimenticare questo piazzale della stazione trasformato in uno scenario di guerra. Non possiamo dimenticare la solidarieta’ ricevuta, oggi come in quei terribili giorni’.
Da qui l’invito a Parlamento e istituzioni a ‘vigilare sul rispetto della legalità e dei diritti, anche dei diritti delle vittime e dei cittadini onesti. Invece il vento sembra soffiare proprio nella direzione opposta, per mesi il Parlamento è stato impegnato a discutere leggi per raggirare la giustizia’. Perché ‘è sotto gli occhi di tutti il muro dell’omertà di Stato eretto dai servizi segreti e da chi ha occupato le istituzioni per tutelare i terroristi e i loro mandanti in nome di una finta ragion di Stato’.