Blitz Greenpeace a Roma e Ravenna: legno sporco di sangue per la Metro della capitale

Climbers ed attivisti hanno srotolato un enorme striscione alla fermata Colosseo per informare i cittadini. Il legno si chiama azobè ed è stato tagliato illegalmente in Liberia per finanziare una guerra civile.
News Nazionali

Roma, 24 mar. – (Adnkronos/Ign) – Doppio blitz Greenpeace questa mattina per protestare contro l’acquisto di legno illegale liberiano che potrebbe essere utilizzato da parte di Metro spa per il lavori di manutenzione e ampliamento delle metro A e B della Capitale.

Climbers ed attivisti hanno srotolato un enorme striscione alla stazione metro del Colosseo a Roma con il messaggio 'African forest destruction sponsored by Metro' per informare i cittadini del rischio che per i lavori di ristrutturazione e ampliamento della metropolitana di Roma si usi legno illegale. ''Il legno si chiama azobè – comunicato diffuso dall'associazione ambientalista – ed è stato tagliato illegalmente in Liberia per finanziare una guerra civile''.

Nel frattempo al porto di Ravenna gli attivisti sono intervenuti per marchiare il legname a cui si sono incatenati chiedendo l’intervento del Corpo Forestale dello Stato e dell’ente certificatore FSC. La maggior parte del carico, giunto a Ravenna, è stato acquistato dall’azienda Interwood Srl, che ha recentemente vinto un appalto di 720 mila euro con MeT.Ro Roma Spa, l’azienda responsabile della gestione e dell’ampliamento della metropolitana di Roma. Interwood, informata da Greenpeace, si è dimostrata disponibile a un incontro per dare spiegazioni e stabilire un dialogo.

L’utilizzo di legname di provenienza illegale per il trasporto pubblico mette in discussione gli impegni del Comune di Roma che, aderendo al progetto di Greenpeace 'Città amiche delle Foreste' avrebbe dovuto, secondo quanto vi si legge, “dare indicazioni ai dipartimenti competenti affinché nei capitolati per la fornitura di prodotti in legno e derivati sia previsto l’obbligo per le aziende interessate, di dotarsi di un sistema internazionale accreditato di certificazione ambientale, al fine di garantire il rispetto di criteri di gestione sostenibile delle aree forestali e l’adozione di procedimenti produttivi rispettosi dell’ambiente”.

“Il legno che potrebbe finire nei binari nella nostra metro è senza dubbio illegale. Ha alimentato distruzione, guerra e cambiamenti climatici – denuncia Chiara Campione, responsabile campagna Foreste di Greenpeace Italia – per questo motivo chiediamo formalmente alla MeT.Ro spa di impegnarsi a riformulare il bando vinto da Interwood e dimostrare inequivocabilmente che il legno illegale arrivato a Ravenna non verrà utilizzato in alcun modo per i nostri trasporti pubblici. Amiamo la metropolitana ma non possiamo credere che la si voglia costruire deforestando l'Africa e il Pianeta. Diteci che non è vero”.

L’Italia è, ancora oggi, uno dei porti più importanti per l’ingresso del legno illegale in Europa. Per questo motivo il nostro Paese ha l’obbligo morale di assumere un ruolo determinante nel promuovere soluzioni adeguate. L’Italia deve ripagare il suo debito destinando almeno 4 miliardi di euro entro il 2020, a un fondo per aiutare i paesi in via di sviluppo, inclusa la Liberia, a difendersi dai cambiamenti climatici e a ridurre le loro emissioni di gas serra proteggendo le loro foreste.

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