Febbre suina, l’allarme dell’Oms: ‘Prepariamoci a possibile pandemia’

Il vicedirettore generale ad interim per la Sicurezza sanitaria e l'ambiente: 'L'ipotesi non è inevitabile, ma dobbiamo essere pronti'. Da ieri 79 casi confermati e 7 morti. Al momento non cambia il livello d'allerta, innalzato ieri sera a 4.
News Nazionali

Ginevra, 28 apr. (Adnkronos/Ign) – "Non guardiamo con positività il modo in cui la situazione si sta evolvendo. L'ipotesi di una pandemia non è inevitabile, ma dobbiamo prepararci a questa evenienza". Ad affermarlo è stato Keiji Fukuda, vicedirettore generale ad interim per la Sicurezza sanitaria e l'ambiente dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), in una conferenza stampa oggi a Ginevra. Fukuda ha spiegato che al momento non cambia il livello d'allerta, innalzato ieri sera a 4.

Per il portavoce dell'Oms, Gregory Hartl, l'allerta al livello 5 rappresenta una decisione molto importante, che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) prenderà solo quando avrà certezza di trovarsi di fronte a una pandemia.

L'importanza di una decisione del genere – ha spiegato il protavoce dell'Oms – è motivata anche dal fatto che ciò significa sospendere la produzione dei vaccini per l'influenza stagionale per concentrarsi solo su quello pandemico. Hartl ha inoltre confermato che al momento sono quattro le aziende farmaceutiche che stanno lavorando alla produzione di un vaccino, ribadendo però che ciò richiede diversi mesi.

Intanto, la Commissione europea ha precisato di non aver alcun motivo di raccomandare agli Stati membri Ue di vietare le importazioni dei prodotti a base di carne di maiale provenienti dai Paesi colpiti dalla febbre suina, perché non si tratta di una malattia trasmessa dagli alimenti.

"Il virus non è trasmesso dagli alimenti. Non c'è ragione di bloccare le importazioni di maiale, perché non si tratta di una malattia animale. Non sarebbe giustificato", ha spiegato a Bruxelles Nina Papadoulaki, portavoce del commissario europeo alla Salute, Androulla Vassiliou.

Secondo l'organizzazione mondiale della salute animale (Oie), gli allevamenti di maiali non sono responsabili di questa nuova epidemia influenzale.

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