In Italia in 2mila come Eluana. Corsa contro il tempo in Parlamento

Ogni anno vanno in coma circa 20mila persone, il 50% di chi si sveglia resta disabile. Al via in Senato l'iter del disegno di legge: voto finale domani tra 8.30 e 9.30. Di' la tua sul forum. Il dato è emerso da un monitoraggio del Ministero della Salute.
News Nazionali

Milano, 9 feb. (Adnkronos) – Sono più di duemila in Italia i pazienti in stato vegetativo. E' il dato che è emerso da un recente monitoraggio condotto dall'apposita commissione del Ministero della Salute per fare il punto sull'assistenza sanitaria necessaria per questi casi.

Ogni anno si calcola inoltre che su circa 20 mila persone che entrano in coma per incidenti stradali o sul lavoro, ictus, arresti cardiaci, aneurismi, intossicazioni, oltre un terzo riesce a uscirne senza riportare danni permanenti. Più o meno il 50% di chi si risveglia, però, resta disabile. Per più di 500 pazienti inoltre il coma evolve in stato vegetativo, più o meno lungo, talvolta permanente. Come è successo a Eluana Englaro, che è stata tenuta in vita per 17 anni attraverso il trattamento di idratazione e alimentazione.

I centri dedicati ai pazienti in stato vegetativo cronico in Italia sono solo una quarantina, per un totale di oltre 300 posti letto. La maggior parte delle strutture è concentrata nelle regioni del Nord Italia.

Ma lo stato vegetativo persistente non è il coma o la morte cerebrale. A precisare il significato di ciascun termine, a volte usato in maniera impropria è il Centro nazionale trapianti (Cnt).

COMA: Il coma è una condizione clinica complessa, che deriva da un'alterazione del regolare funzionamento del cervello con compromissione dello stato di coscienza. Nel coma, anche nei casi più gravi, le cellule cerebrali sono vive ed emettono un segnale elettrico rilevabile attraverso l'elettroencefalogramma o altre metodiche. Il coma comprende più stadi di diversa gravità, incluso lo stato vegetativo persistente, ma è comunque una situazione dinamica, che può variare sia in senso regressivo, sia in senso progressivo. In questi casi, tuttavia, siamo in presenza di pazienti vivi, sui quali si deve attuare qualsiasi presidio terapeutico che sia in grado di curarli.

STATO VEGETATIVO: Nello stato vegetativo persistente, spesso confuso con la morte cerebrale, le cellule cerebrali sono vive e mandano segnali elettrici evidenziati in modo chiaro dall'elettroencefalogramma. Queste caratteristiche si riflettono in diverse condizioni biologiche con precisi riscontri sul piano clinico: nello stato vegetativo persistente il paziente può respirare in modo autonomo; mantiene una vitalità circolatoria, respiratoria e metabolica e un controllo sulle cosiddette funzioni vegetative (esempio temperatura corporea, pressione arteriosa, diuresi). E le sue funzioni cerebrali mantengono una certa vitalità, sebbene ridotta.

MORTE CEREBRALE: Nella morte encefalica il soggetto perde in modo irreversibile la capacità di respirare e tutte le funzioni encefaliche: non ha controllo sulle funzioni vegetative. Le cellule cerebrali sono morte, non mandano segnale elettrico e l'encefalogramma risulta piatto. In tal caso il cervello non solo è danneggiato sul piano della funzionalità e della percezione, ma anche su quello anatomico perché le cellule morte cominciano a decomporsi e gli enzimi che si liberano, conseguenza di questa decomposizione, aggrediscono e demoliscono le altre cellule innescando un meccanismo inarrestabile. La morte cerebrale è uno stato irreversibile, irreparabile e definitivo che coincide con la morte della persona

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte