Sculture, busti e frammenti di altorilievi. Affiora un tesoro sepolto a Pozzuoli

Dallo scavo della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei
News Nazionali

Napoli, 16 giu. – (Adnkronos) – Dodici sculture, teste maschili e femminili, busti panneggiati, frammenti di altorilievi. E' quanto emerso dagli scavi che la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei sta compiendo al Rione Terra di Pozzuoli sul versante Sud della collina, dove sorgono edifici pubblici, probabilmente terme, e domus sul mare. L'area dei ritrovamenti è compresa tra due decumani, quello di via Villanova più a Nord, di cui si è messo in luce buona parte del tracciato e un altro, più a Sud, di cui è stato scavato solo un breve tratto.

La natura degli interessanti materiali ritrovati, le testimonianze architettoniche marmoree, riconducibili a diverse tipologie, (zoccolature, cornici, colonne, lastre di rivestimento, lastre pavimentali, capitelli, antefisse), i reperti scultorei, (testa-ritratto imperatore, teste ideali e private maschili e femminili, altorilievi, statue equestri, gruppi), i frammenti di iscrizioni, farebbero, comunque, pensare alla provenienza dei reperti da più edifici monumentali, anche colonnati e alla spoliazione dei relativi apparati decorativi.

In particolare oltre alla testa dell'Imperatore Tito laureato, sono emerse altre due teste maschili di cui una frammento di ritratto di età tardo repubblicana. Due le teste femminili, una forse di amazzone del II sec d.C, l'altra ritratto di imperatrice di età giulio claudia tarda. E ancora: una antefissa del II sec, quattro torsi tra cui una statua femminile panneggiata, una di togato; un altorilevo con due figure, il frammento di un cavallo.

Il contesto dei ritrovamenti comprende, sul lato Nord del decumano di via Villanova, un ambiente, a pianta pressoché quadrata, che mostra traccia di una complessa storia edilizia, con ristrutturazioni ed adattamenti successivi. La fase più antica è di età repubblicana con rifacimenti successivi in opera reticolata. Una comoda rampa con gradini rivestiti di cocciopesto conduce a cunicoli ipogei, a sezione ogivale. Nella loro prima fase i cunicoli erano, probabilmente, destinati a raccogliere le acque provenienti dalla piazza del foro.

Trasformazioni radicali degli spazi adiacenti causarono l'obliterazione dei cunicoli, che vennero colmati con uno scarico di macerie e, soprattutto, con una notevole quantità di frammenti architettonici in marmo e sculture, immersi in una matrice terrosa. Le dinamiche, le modalità e il momento della colmata, potranno essere chiariti solo dopo il completamento dell'indagine, ancora in corso.

E' verisimile che, data la notevole dimensione dei reperti, essi siano stati scaricati da un pozzo di ispezione che si apre sulla terrazza superiore, davanti al tempio di Augusto, dove è ubicato il ''foro'' con gli edifici pubblici.

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