Roma, 2 ago. (Adnkronos) – Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha deciso di richiamare per consultazioni l’ambasciatore italiano in Siria , per "dare un forte segnale di riprovazione per le inaccettabili repressioni operate dal regime siriano". E l’Italia, si legge in una nota della Farnesina, ha proposto anche il richiamo degli ambasciatori di tutti i Paesi dell’Unione europea a Damasco.
"Dobbiamo continuare ad agire -ha spiegato il sottosegretario agli Esteri Stefania Craxi, in un’informativa alla Camera- per fare in modo che sia il popolo siriano, a cui l’Italia continuerà ad assicurare sostegno e vicinanza, a decidere il suo futuro. Il ministro Frattini sta approfondendo tutte le misure più opportune e ha deciso di richiamare il nostro ambasciatore per consultazioni, al fine di dare un forte segnale di riprovazione per le inaccettabili repressioni operate dal regime siriano".
Immediata la replica del portavoce dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune, Catherine Ashton: ‘La decisione di richiamare gli ambasciatori spetta agli Stati membri, noi non abbiamo nessun ruolo decisionale per questo’, afferma Michael Mann.
Intanto con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale, sono entrate in vigore le sanzioni che l’Unione europea ha imposto su altri cinque membri del regime del preidente siriano Bashar al-Assad. I provvedimenti riguardano il divieto di viaggio nei Paesi dell’Unione e il congelamento dei beni. Tra i nomi compresi nell’elenco, anche quello del ministro della Difesa di Damasco, Ali Habib Mahmoud. Le sanzioni colpiscono anche due membri della famiglia Assad, tra cui uno zio del presidente, e due alti ufficiali del’intelligence, compreso il responsabile dei servizi segreti a Hama, dove l’esercito ha usato i carriarmati per reprimere le proteste. In tre precedenti provvedimenti l’Ue aveva già imposto analoghe sanzioni nei confronti di una trentina di rappresentanti del regime e di suoi alleati in Siria e Iran.
Dal canto suo, su un possibile intervento militare, la Germania invita alla cautela. "In Libia abbiamo avuto una risoluzione dell’Unione Africana e della Lega Araba – ha ricordato il sottosegretario agli Esteri tedesco, Werner Hoyer, parlando con la tv Ard – In questo caso non abbiamo nulla di paragonabile". Tra l’altro, ha sottolineato, in Siria "abbiamo una situazione di conflitto con un grande potenziale di espansione" alla regione circostante, "per questo c’è da essere molto, molto attenti".
Si è invece conclusa con un nulla di fatto la riunione a porte chiuse, durata oltre un’ora, del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla crisi in Siria. La riunione è stata aggiornata nel tentativo di trovare un’intesa tra i membri del Consiglio per giungere a una condanna della violenta repressione messa in atto dal regime di Damasco contro i manifestanti.
Sul fronte della cronaca, sono almeno sei le vittime dell’assalto condotto all’alba di oggi dalle forze di sicurezza siriane a Damasco, nel quartiere di Erbin. Lo denunciano i residenti della capitale, testimoniando l’intensificarsi della repressione messa in atto dal regime di Bashar al-Assad nei confronti dei rivoltosi. Si tratta del primo attacco condotto dalle truppe siriane dall’inizio del Ramadan, ieri. Oltre ai morti, i testimoni a Damasco parlano anche di decine di feriti.