Londra, 6 ago. (Adnkronos/Ign) – Gli Stati Uniti perdono la tripla A, il giudizio di massima affidabilità sui mercati finanziari. Infatti, l’agenzia Standard & Poors ha annunciato di aver tagliato di un livello, ad AA+, il rating sul debito del governo americano, motivando la decisione con il giudizio sulle misure decise nei giorni scorsi a Washington, definite "inferiori" a quanto necessario per riportare il deficit federale sotto controllo.
"Il downgrade – si legge in una nota dell’agenzia – riflette la nostra opinione che il piano di risanamento dei conti pubblici deciso da Congresso e Amministrazione sia lontano da quanto necessario, a nostro avviso, per stabilizzare la dinamica a medio termine del debito governativo".
L’outlook dell’agenzia sul debito degli Stati Uniti rimane negativo e, ha ammonito S&P, un ulteriore taglio al livello AA resta possibile nei prossimi due anni se i tassi di interesse dovessero salire o se il governo non riuscisse ad apportare i tagli alla spesa promessi o addirittura dovesse aumentarla.
Dopo aver assegnato outlook negativo per il rating Usa il 18 aprile scorso, alla metà di luglio S&P aveva annunciato che avrebbe tagliato il rating se Washington non avesse adottato misure "credibili" per affrontare il problema del debito. Nella sua nota l’agenzia afferma di "non prendere posizione sul mix" di tagli alla spesa e aumenti delle tasse decisi nel compromesso fra Congresso e Casa Bianca.
La mossa di S&P dovrebbe, per il momento, restare isolata. Infatti, un’altra grande agenzia, Fitch, ha annunciato di non avere intenzione di abbassare il rating AAA del debito degli Stati Uniti, dal momento che "il rischio di default sovrano rimane estremamente basso". La terza maggiore agenzia di rating, Moody’s, ha confermato il rating AAA ma ha lanciato un monito sull’"outlook negativo" per il debito Usa con il rischio continuo di downgrade se non verranno presi ulteriori provvedimenti, se il governo non dovesse mantenere la disciplina fiscale, se l’economia peggiorasse ancora o se gli oneri finanziari dovessero aumentare.
Dal canto suo il Tesoro degli Stati Uniti ha duramenente contestato la decisione evidenziando un maxi-errore nell’analisi. "Un giudizio inficiato da un errore da 2mila miliardi di dollari parla da solo" ha osservato un portavoce del Dipartimento in un breve commento, senza entrare in dettaglio. Dalla Casa Bianca una prima reazione non ufficiale è affidata a fonti anonime che definiscono quella dell’agenzia "un’analisi tutta sbagliata".
La Cnn riferisce che il dipartimento al Tesoro avrebbe ricevuto il rapporto di S&P già venerdì pomeriggio e avesse segnalato all’agenzia l’errore che aumentava di 2mila miliardi l’ammontare del debito Usa. Standard and Poor’s avrebbe riconosciuto l’errore ma confermato il taglio del rating che però, secondo fonti della Casa Bianca, "è una decisione che fa acqua da tutte le parti". Ma ‘loro – hanno aggiunto riferendosi ai responsabili di S&P – non hanno fatto marcia indietro".
Immediata la reazione della Cina, primo creditore degli Stati Uniti: "I giorni in cui uno Zio Sam carico di debiti poteva tranquillamente sperperare prestiti illimitati ottenuti all’estero sembrano essere finiti" commenta senza mezzi termini l’agenzia ufficiale di Pechino, Xinhua. Nella nota si ricorda come "il Tesoro degli Stati Uniti abbia subito contestato questo downgrade senza precedenti" ma, si aggiunge, "al di fuori degli Stati Uniti molti ritengono che il taglio di rating sia un conto da tempo atteso che l’America deve pagare per la crescita del debito e per le miopi dispute politiche a Washington".
"La Cina, il più grande creditore dell’unica superpotenza del mondo, ora ha tutto il diritto di chiedere agli Stati Uniti di risolvere i suoi problemi strutturali di debito e garantire la sicurezza degli asset cinesi in dollari" continua la nota. E, conclude, "per curare la sua dipendenza dal debito’, gli Usa ‘devono ristabilire il principio di buon senso per cui si dovrebbe vivere all’altezza dei propri mezzi".