Se i poli non fossero sufficientemente lontani, ora sono diventati ufficialmente “opposti”. Ovvero, se il “crack” di Impegno civico era una cosa, l’appoggio di Rete civica al Governo Fosson fa reagire immediatamente l’altra “ala”, quell’Ambiente diritti uguaglianza che in Consiglio Valle esprime Daria Pulz.
La critica di Adu – che in una nota parla di “sciagurate scelte” – nei confronti degli ex compagni di lista è dura: “L’ormai conclamata deriva governista di Rete Civica conferma le ragioni che hanno portato alla fine dell’esperienza di Impegno Civico”.
L’opposizione a Lega e Union
Il centro del ragionamento di Adu sta tutto nella scelta, equidistante, di non andare né con il “Carroccio” né con il “Mouvement”: “Nel programma, come ribadito durante la campagna elettorale, Impegno civico si presentava agli elettori come alternativa alla Lega e all’Union – scrivono ancora –. Il malgoverno degli autonomisti veniva definito una “débâcle”, dichiarando, giustamente, che i responsabili dell’attuale situazione non avrebbero potuto essere in grado di produrre un reale cambiamento. Senza più le donne e gli uomini oggi ritrovatisi in Adu, costituenti la maggior parte dei candidati nella lista originaria, è la linea del governo ad ogni costo a prevalere”.
Il “tradimento” di Bertin e Minelli
“I consiglieri Bertin e Minelli – spiega ancora Adu – tradiscono il mandato elettorale sia rispetto alle alleanze, sia rispetto ai punti del programma. Un programma organico, di vasto respiro, basato su Ambiente, Uguaglianza e Lavoro viene ridotto a pochi punti per un compromesso al ribasso, sacrificando i temi più scomodi e gli ultimi della società”.
Non solo, Adu boccia radicalmente i punti che Rete civica ha messo sul tavolo del Presidente Fosson a partire dal Presidenzialismo “mai condiviso con i militanti e gli elettori” e definito “un’opzione demenziale”, fino alla riforma istituzionale, un alibi – spiega Adu- in una Valle che “ha bisogno di un ricambio della classe politica”.
E porta degli esempi, oltretutto: “Rollandin è stato messo da parte solo dalle note vicende giudiziarie, La Torre continua ad influenzare, anche in virtù dei comuni trascorsi nel Psi craxiano, movimenti e consiglieri ed ora assistiamo al ritorno di Riccarand”.
Gli “accordicchi” ed il coraggio di essere maggioranza
Questa “versione valdostana di contratto di governo”, ad Adu proprio non piace, come non va giù “l’arroganza intellettuale di pensare di influenzare l’azione di governo di vecchie volpi dell’amministrazione, con l’appoggio esterno di due soli consiglieri, è imbarazzante”.
Insomma, scrive la nota firmata dai portavoce Alexandre Glarey e Jeanne Cheillon: “Si tratta di un accordo poco democratico, discusso tra alcuni consiglieri e Riccarand, senza nessuna condivisione pubblica e con l’umiliazione dei partiti, attori insostituibili della società civile. Questa ennesima incoerenza, capriola della peggiore politica politicante, anziché frenare la deriva leghista, le fornirà purtroppo nuovi argomenti. La Lega è, infatti, anche il frutto, avvelenato, del disgusto rispetto ad una politica fatta di accordicchi, scambi e clientelismo”.
Poi c’è l’attacco all’idea “evidentemente antidemocratica” che Rete civica “possa continuare ad occupare, nelle commissioni consiliari, gli spazi destinati a garantire le minoranze”. “Se hanno deciso di sostenere Fosson – chiude la nota di Adu –, siano coerenti. L’idea di una maggioranza che è anche minoranza contribuirebbe soltanto a confondere, ulteriormente, il povero cittadino valdostano”.