Rimpasti di Giunta, allargamenti o nuove maggioranze, elezioni anticipate? Per Rete civica nessuna ipotesi sul tavolo risolverebbe la crisi politica in piazza Deffeyes, definita ormai strutturale. L'unica soluzione: il referendum consultivo, poi la riforma elettorale per l'elezione diretta del presidente della Giunta e la maggioranza in Consiglio Valle.
"Una unità che pure rimane essenziale se si vuole fare una politica incisiva che sappia dare risposte valide e lungimiranti alla comunità valdostana" evidenzia il coordinamento regionale di Rete Civica.
Il dato è emerso dall'assemblea di Rete civica dello scorso 11 giugno. Da un lato si punta al progetto di un polo unitario dei progressisti, con un occhio al prossimo Consiglio Valle dove si discuterà del referendum consultivo per la riforma del sistema elettorale regionale.
"Non è stato deciso nulla, solo un tirare a campare, con una crisi che dura da oltre un anno e che non viene assolutamente risolta" scrive in una nota Rete Civica
"In modo da consentire a tutti soggetti politici di decidere se confermare la collaborazione fra progressisti e autonomisti concordata a ottobre 2020 sulla base di definiti punti programmatici". E sul consiglio straordinario: "Non è in corso nessun attacco alle prerogative costituzionali del Consiglio e della Regione Autonoma".
A spiegarlo è la consigliera di Adu VdA Daria Pulz, che ha presentato un emendamento al ddl 60 assieme alla collega di Rete Civica Chiara Minelli, per l'aumento delle risorse destinate alle misure di prevenzione della violenza domestica e di presa in carico delle donne maltrattate.
In una nota il movimento critica la possibilità di ampliamento del "Parini" e spiega: "La dotazione economica e i fondi europei possono rendere realizzabile un Ospedale Nuovo, modulare, energeticamente efficiente, tecnologicamente avanzato".
Il movimento spiega: "Ci sono 150 milioni di euro a disposizione e si può quindi fare un intervento incisivo. I lavori procedono purtroppo a rilento". E aggiunge: "Il contributo deve andare a tutti gli aventi diritto e la copertura finanziaria deve esse adeguata".
I consiglieri dei due gruppi spiegano che parlare di una riapertura a maggio delle scuole "crea solo inquietudine tra molti insegnanti e in molte famiglie". Tra le proposte l'organizzazione estiva di attività ricreative e formative da fare nelle strutture.
Gli indennizzi immaginati da Rete Civica valgono fra i 70/80 milioni di euro. La proposta nel Programma “Restart Valle d'Aosta", approvato ieri dal coordinamento del movimento.
Al comunicato di Rete civica che tacciava i colleghi di avere “le braccine corte”, risponde il consigliere leghista; "sia il soggetto a scegliere liberamente, almeno per evitare poi che certe provvidenze vadano a realtà più amiche di altre”. E si chiede, sibillino: "Se si fa solidarietà perché c'è la necessità di comunicarlo urbi et orbi?".
L'emendamento per chiedere una riduzione delle indennità e della diaria dei consiglieri regionali da destinare all'emergenza coronavirus ha incontrato "un muro di silenzio e anche di ostilità" in II Commissione.
Indennizzi che, spiega il movimento, andranno commisurati alla perdita di fatturato. Tra le proposte anche il taglio del 20% delle indennità di carica e sulla diaria dei consiglieri e del 30% per tutte le indennità di funzione, oltre all’azzeramento dei contributi mensili ai gruppi consiliari per almeno un anno.
A scriverlo è il movimento che spiega come serva una "approvazione che sia ampiamente condivisa" del Bilancio per evitare l'esercizio provvisorio e le "pesanti conseguenze sugli investimenti e sulla attività quotidiana di tutta la macchina regionale". Poi il voto.
Il movimento di Minelli e Bertin critica l'ostruzionismo di Lega, Mouv' e Adu in aula: "è una precisa strategia per bloccare il Consiglio regionale. "Alla esasperante lentezza dei lavori contribuisce anche la compagine dei 17. Altro discorso per il M5s: "Opposizione seria che vota nel merito dei provvedimenti".
Era l’obiettivo più importante, quello intorno al quale è stato costruito l’appoggio esterno all’attuale maggioranza guidata dal Presidente Antonio Fosson: l’approvazione della riforma elettorale entro il 30 novembre. La scadenza è arrivata i senza uno straccio di votazione. Non è il caso di ammettere la sconfitta?