Inaugurato ad Aosta il “Baby pit stop” per allattare e cambiare i bambini
Era il febbraio 2022 quando, nel Consiglio comunale di Aosta, dai banchi de La Renaissance Cristina Dattola chiedeva che l’Amministrazione cittadina adottasse i Baby pit stop: progetto Unicef che prevede l’istituzione di ambienti protetti nei quali le mamme possano allattare, con agio, i propri bambini e le famiglie provvedere al cambio del pannolino. Mozione approvata all’unanimità.
Ieri – 20 giugno 2023 – Aosta ha inaugurato il primo di questi Baby pit stop. La postazione, individuata in una zona riparata e discreta della farmacia numero 4 – la cosiddetta farmacia della Cidac – nei pressi della porta d’ingresso. L’area sarà a disposizione delle mamme per l’allattamento al seno di neonati e neonate – ma non solo, dal momento che è presente anche uno scalda-biberon –, ma anche per il cambio dei bambini e delle bambine da parte dei genitori.
La mozione in Consiglio
A chiedere l’adozione dei Baby pit stop – era il 24 febbraio 2022 – una mozione de La Renaissance (all’epoca ancora Rinascimento Valle d’Aosta) portata in aula da Cristina Dattola: “Una città a misura di bambino lo è nei servizi ma anche nel sostegno ai genitori. Allattare è una cosa semplice e naturale e le donne potrebbero farlo ovunque ma è difficile trovare un luogo in cui proteggersi da freddo, dal sole o dagli sguardi a volte indiscreti a volte, purtroppo infastiditi, dei passaggi”
La consigliera di opposizione aveva anche in mente dove i pit stop sarebbero potuti nascere: “A volte si chiede ospitalità in un bar o in ristorante, ma non sempre va bene. Un posto adatto può essere la farmacia, ideale perché è presente del personale formato e perché possono essere una vera rete per le famiglie. Oltre alle farmacie comunali ci sarebbero anche le strutture cittadine, e si potrebbero coinvolgere anche le attività commerciali”.
Proposta accolta appieno dall’assessora alle Politiche sociali Clotilde Forcellati: “Abbiamo preso contatti con il presidente di Aps che è assolutamente disponibile, ma non possiamo fermarci qui. Il nostro compito è, in un tempo medio, fare in modo di sollecitare non solo le farmacie comunali ma anche quelle private. Lo spazio idoneo c’è in una sola farmacia comunale, per questo vorrei sollecitare le private, e interloquire con le associazioni di categoria dei commercianti per coinvolgerli ed esporre anche le vetrofanie che indicano lo spazio dedicato a mamme e papà. Un luogo dove ‘fare il pieno’ di cibo, di cure, e con la possibilità di cambiare il bambino. Perché, soprattutto in una città di montagna, questo non si può fare en plein air”.
Forcellati ha tentato, allora, di stabilire una tempistica di massima: “Diamoci questo anno, i prossimi mesi, per interloquire nuovamente con la nostra in house, le farmacie private, le associazioni di categoria e, perché no, pensare anche ad alcuni spazi comunali, magari sotto i portici, affinché anche l’Amministrazione possa mettere a disposizione un piccolo spazio. Spazi che non saranno enormi, avranno uno o due fasciatoi e una o due sedie per permettere di fermarsi e prendersi cura in tutto e per tutto dei propri bambini”.