Bando Borghi, respinto il ricorso del comune di Bard. “In quanto esclusi non avevano interesse”

Il Tar della Valle d'Aosta si è pronunciato nel pomeriggio di oggi, martedì 10 maggio, con una sentenza, breve, di respingimento del ricorso. Per i giudici: il progetto del comune di Bard era già stato escluso perché mancava la delibera di approvazione.
Il Tribunale amministrativo regionale
Politica

Il Comune di Arvier può tirare un sospiro di sollievo. I 20 milioni di euro del Bando Borghi rimarranno al paese dell’Alta Valle. Il Tar della Valle d’Aosta si è pronunciato nel pomeriggio di oggi, martedì 10 maggio, con una sentenza breve, di respingimento del ricorso presentato dal comune di Bard. 

Le motivazioni: il progetto del Comune di Bard era già stato escluso

I magistrati Silvia La Guardia,  Maria Ada Russo e Carlo Buonauro contestano al Comune di Bard “in ragione della legittima esclusione della propria proposta progettuale dal procedimento in esame” di non aver “interesse a censurare né l’iniziale iter valutativo né soprattutto l’esercizio del potere di autotutela e la conseguente modalità di scelta del progetto selezionato”.

Tutto ruota attorno al fatto, già evidenziato da una delibera della Giunta regionale, che il Comune, assieme a quello di La Magdeleine, non ha adottato alcun atto amministrativo che impegnasse formalmente i rispettivi Comuni alla presentazione del progetto in risposta all’avviso bandito dalla Regione “facendo pertanto emergere il difetto del necessario impegno formale dell’Ente proponente”.

Il 19 gennaio scorso la Giunta del comune di Bard con una delibera prevedeva di “presentare” la candidatura del Comune a bando della Fondazione San Paolo, mentre per la linea B del bando borghi, quella oggetto oggi di ricorso, disponeva “in termini generici e meramente programmatici” l’intento di “promuovere” la candidatura del Comune di Bard “per l’ottenimento di fondi legati al PNRR e/o eventuali bandi di altre fondazioni/enti legati alle tematiche del PNRR che siano coerenti con l’obiettivo strategico dell’Amministrazione volto alla valorizzazione del borgo di Bard”. I magistrati evidenziano, quindi, come l’atto fosse privo della “necessaria specificità non solo riguardo alla linea di azione ma anche riguardo ai contenuti della proposta, sicché con evidenza è carente la specifica formazione di volontà da parte dell’Ente Comune, atteso che la proposta progettuale avente i contenuti di uno studio di fattibilità deriva soltanto dalla determinazione del Sindaco senza nessuna previa manifestazione di volontà da parte dei competenti organi collegiali del Comune”.

Da qui la decisione di respingere il ricorso e la domanda risarcitoria, compensando le spese, “non venendo in rilievo un pregiudizio connotato in termini di ingiustizia del danno correlato all’esercizio della funzione amministrativa”.

In vista dell’udienza davanti al Tar, nei giorni scorsi si era alzato lo scontro fra Regione e il comune di Bard.  
L’Amministrazione regionale riferendo gli esiti di un incontro avuto con il Ministero, sottolineava in particolare come il progetto “Arvier Agile” rispettasse i requisiti del bando, mentre la sindaca di Bard spiegava come il ricorso avesse l’obiettivo di invocare il rispetto dei principi di legalità e buona amministrazione.

Il “colpo di spugna” della Regione

Il Comune di Bard aveva fin da subito impugnato il bando della Regione, inizialmente assegnato al comune di Fontainemore e in seguito annullato in autotutela e riaggiudicato al comune di Arvier.

“Come Sindaco, assieme alla mia Giunta, non posso accettare la decisione della Regione tanto ingiusta quanto illegittima per la comunità di Bard.  – aveva detto la prima cittadina all’indomani della scelta di piazza Deffeyes di assegnare alla proposta “Arvier Agile” i 20 milioni di dotazione del bando.

“Nei fatti, la Regione pretende di tacitare con un “colpo di spugna” il ricorso da noi proposto per il ripristino della legalità sostanziale non solo della procedura fatta, ma anche della selezione del progetto pilota, che non può coincidere con quello di Arvier che, in quanto articolato su due borghi anziché su uno, ha alterato la competizione con gli altri Comuni”.

Il Comune, era stata la “promessa” della sindaca Martino, valuterà ora con il proprio legale di fiducia “la maniera più corretta per rappresentare al Tar, all’udienza del 10 maggio, le ragioni della comunità di Bard volte a ripristinare la legalità sostanziale dell’operato sin qui illegittimo della Regione.”

La Regione riaggiudica il bando al comune di Arvier

Se il Comune di Fontainemore, con un parere legale redatto da un professore avvocato torinese era certo di aver agito correttamente, dello stesso avviso non era stata la Regione, che in una Giunta straordinaria del 7 aprile scorso aveva deciso di annullare in autotutela la delibera sul Bando di rigenerazione dei borghi. Un atto che spegneva il sogno del comune di Fontainemore, durato un solo mese, di poter dare nuova vita al borgo di Boure de Gris, ma riaccendeva invece quello di Arvier. La Giunta regionale, nel revocare la delibera di assegnazione dell’8 marzo, assieme agli altri atti di gara, aveva deciso infatti di affidare i 20 milioni di euro al comune della Grand Paradis.

“L’Esecutivo ha deciso di individuare direttamente la proposta del Comune di Arvier, ritenendola maggiormente meritevole, per completezza, trasversalità e innovatività degli interventi proposti, anche in considerazione di irregolarità amministrative rilevate in altre procedure comunali e del contenzioso pendente innanzi al Tar”  – spiegava una nota –  “Si è infatti ritenuto necessario in questo momento garantire il mantenimento delle risorse a valere sul Pnrr la cui assegnazione in via definitiva da parte del Ministero della Cultura è prevista per maggio 2022”.

La Regione aveva informato nelle scorse settimane il Ministero della Cultura, “della non corretta gestione negli atti di approvazione del progetto da parte del Comune di Fontainemore”. Da Roma era arrivato, quindi, il 28 marzo scorso il via libera alla presentazione di una nuova proposta “entro e non oltre il prossimo 8 aprile”.

Comune Arvier

Giunto al secondo posto nella “gara” indetta dalla Regione, il progetto “Arvier Agile” punta a trasformare i borghi di Arvier e Leverogne in spazi di ricerca applicata a servizio dell’area EUSALP, con la creazione di strutture di co-living e co-working, ma anche di divulgazione, sensibilizzazione e responsabilizzazione del grande pubblico sulle tematiche del futuro delle Alpi e degli impatti degli esiti delle sperimentazioni. All’interno dell’”ambizioso progetto” era stata immaginata la realizzazione nel castello del paese del Museo del Futuro Alpino: uno spazio di diffusione del progetto di innovazione e promozione della cultura del cambiamento attraverso esperienze totalmente immersive. Una rigenerazione del territorio, quindi, basata sulla ricerca e la cultura del cambiamento.

“L’idea è di poter attrarre dei dottorati di ricerca per studiare delle soluzioni innovative per i territori alpini in preparazione dei cambiamenti climatici” raccontava nelle scorse settimane il sindaco di Arvier Mauro Lucianaz, che era riuscito ad attrarre intorno al progetto importanti partner quali il Politecnico di Milano e Torino.

I commenti alla notizia della riaggiudicazione

Ha da poco ricevuto la notizia la sindaca di Fontainemore, Speranza Girod, quando risponde al telefono: “Me l’hanno comunicato cinque minuti fa” dice “Non posso che prendere atto della delibera. E’ un peccato, ma mi consola il fatto che abbiano deciso di annullare tutto, segno che se ci sono stati dei problemi amministrativi, c’erano già a partire dagli atti della Regione”.  Con i tempi troppo stretti e il rischio che la Valle d’Aosta perda i 20 milioni di euro del Bando Borghi, la sindaca al momento esclude ricorsi contro la scelta della Giunta regionale. 

“Se ci fosse stato il tempo sarebbe stato giusto avere però il parere di un giudice terzo su questa vicenda. Noi siamo sereni, sappiamo di aver lavorato bene e nell’interesse della comunità. Non vogliamo comunque fare perdere queste risorse importanti alla Valle d’Aosta e per questo, la responsabilità, che nessuno ha messo, la mettiamo noi”

La voce si spezza quando sottolinea le ultime difficili settimane. “C’è tanta tristezza, ci avevamo messo il cuore oltre che l’impegno.  Ringrazio i miei concittadini per il supporto e sopratutto il sostegno psicologico. Cercheremo di fare tante altre cose per migliorare il paese. Spero che la politica regionale si accorga che i paesi di media montagna stanno soffrendo e hanno bisogno di aiuto”.

“Abbiamo sempre creduto nel nostro progetto ed eravamo soddisfatti del risultato ottenuto, tanto che stavamo cercando altre fonti di finanziamento” spiega il sindaco di Arvier, Mauro Lucianaz. “Ci aspetta ora una sfida importante e un grande sforzo per portare a termine quanto ci siamo prefissati. Siamo pronti a iniziare”.

I dubbi sui progetti di Fontainemore, La Magdeleine, Bard e Donnas

A Fontainemore veniva contestata la delibera di Giunta comunale votata dalla sindaca e da un’assessora coinvolte direttamente nel progetto, in quanto proprietarie di alcune case e terreni su cui insisteva l’iniziativa. Un passaggio che aveva acceso anche i riflettori della magistratura.

I comuni di Bard e la Magdeleine, invece, “non avrebbero adottato alcun atto amministrativo che impegnasse formalmente i rispettivi Comuni alla presentazione del progetto in risposta all’avviso bandito dalla Regione, facendo pertanto emergere il difetto del necessario impegno formale dell’Ente proponente”. Mentre per Donnas “la Coordinatrice del Dipartimento Soprintendenza per i beni e le attività culturali ha invece evidenziato in sintesi, sempre sulla base delle analisi svolte dal Nucleo di valutazione, che la strategia del progetto appare poco chiara nella relazione tra obiettivi specifici, risultati attesi e azioni previste.”

 

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