Buona la seconda: Renzo Testolin è il nuovo presidente della Regione
Con i soli 19 consiglieri di maggioranza presenti in aula al momento del voto questa volta l’elezione va a segno. Renzo Testolin è il nuovo Presidente della Regione Valle d’Aosta, il terzo dall’inizio di questa legislatura, il nono degli ultimi dieci anni.
Senza sorprese anche l’elezione della nuova Giunta regionale, che incassa sempre i 19 voti disponibili.
I neo assessori prendono posto a fianco di Renzo Testolin, che oltre alla presidenza della regione tiene le deleghe alle finanze e partecipate. Davide Sapinet avrà le opere pubbliche, territorio e ambiente, Giulio Grosjacques il turismo, sport e commercio, il vice presidente Luigi Bertschy resta allo Sviluppo economico, formazione e lavoro, riprendendosi anche la delega ai trasporti e mobilità sostenibile, Luciano Caveri conserva gli affari europei, innovazione, PNRR e politiche nazionali per la montagna, Jean-Pierre Guichardaz tiene la delega ai beni e attività culturali e prende quella al sistema educativo e politiche per le relazioni intergenerazionali, Carlo Marzi trasloca alla Sanità e politiche sociali e Marco Carrel prende le deleghe all’Agricoltura e Risorse naturali.
Tutta la minoranza non prende parte al voto, ma prima di uscire dall’aula non fa mancare le proprie critiche alla decisione del presidente incaricato di ripresentarsi in aula.
“Una pagina nera della politica valdostana” scandisce Pierluigi Marquis di Forza Italia Vda “Non si può sottovalutare quanto accaduto. I valdostani vogliono sapere quanto successo e il perché. L’unico collante fra di voi è quello di mantenere la cadrega. Non è la politica ad aver fatto trovare delle soluzioni, ma la paura di tornare alle elezioni, la volontà di mantenere lo status quo”.
Forza Italia e Progetto Civico Progressista ci tengono a ribadire come “il pessimo spettacolo di venerdì scorso non è stato dato da tutti e 35 i consiglieri. L’avete fatto voi 19 che vi riproponete oggi con lo stesso presidente, le stesse deleghe e lo stesso programma – ricorda Erika Guichardaz. “E quindi perché i 2, 3 o 4 o 5 che non hanno votato l’altra volta, perché oggi dovrebbero oggi votarlo? Perché è l’unica alternativa anche se non era credibile la volta scorsa? Perché sono senza dignità e non hanno voglia di esplicitare le motivazioni per cui non hanno votato?”.
Dai due movimenti sono piovute anche critiche al Presidente del Consiglio regionale Alberto Bertin, “paladino della trasparenza”, sulle modalità di voto che non consentiranno la piena segretezza dello stesso.
Annunciando di collocarsi in minoranza, “in un’area liberale e riformista, di centrodestra autonomista” Claudio Restano dice: “Oggi celebriamo la sconfitta della politica, la vittoria di Testolin, della sua sedicente squadra che spero si trasformi davvero in un progetto politico e in una squadra compatta perché ne ha bisogno la maggioranza ma anche la minoranza”.
Incassa gli schiaffi arrivati dalla minoranza il capogruppo Uv Aurelio Marguerettaz, senza però risparmiarne altri. “Non è che potete salire in cattedra e darci dei cialtroni – dice rispondendo al collega Marquis “non credo che lei abbia la coscienza a posto per dare lezioni a nessuno”. E poi a Claudio Restano: “Ha cambiato dieci movimenti, ma li legge i social quando la riguardano?”. Alle due consigliere di Progetto Civico Progressista: “La vostra proposta è validata solo da voi due”.
Prova a ridimensionare quanto accaduto venerdì scorso il capogruppo di Alliance/VdA Unie Albert Chatrian: “Nel momento in cui la soluzione della crisi sembrava prossima, dopo settimane di logoramento, è stato come un black out. C’è stato un momento di smarrimento. Ci limitiamo a dire che siamo andati nei cassetti a trovare qualche candela. Abbiamo cercato di trovare il guasto”.
Ringraziando per la fiducia accordatagli – 2 voti ricevuti venerdì scorso – Paolo Cretier dei Federalisti progressisti Pd ribadisce “piena fiducia al presidente incaricato che con responsabilità oggi si ripresenta in aula. Questo episodio rimarrà nella storia, ma bisogna voltare pagina per andare avanti nella legislatura senza ambiguità”.
La Lega Vda sceglie di non parlare e affida le proprie valutazioni sul voto ad un comunicato stampa, prima di uscire nel Foyer del consiglio regionale con un cartello “Pas de sense, pas de vote”.
“La domanda sorge spontanea: che cosa è cambiato nel frattempo? Per quale motivo un progetto già bocciato viene ripresentato identico a se stesso con la speranza di un diverso risultato? – scrivono i consiglieri del gruppo del Carroccio – ” Come può una squadra composta da elementi che, per primi, non credono nel loro stesso disegno, proporsi di risolvere i grandi e piccoli problemi della nostra comunità? Anche la scelta della modalità di voto dimostra che i problemi all’interno della compagine dei 17+2 non sono assolutamente risolti, come tra l’altro testimoniato dalle stesse dichiarazioni di suoi esponenti sui quotidiani locali nei giorni scorsi”.
Ricostituite le commissioni consiliari
A guidare la I Commissione “Istituzioni e Autonomia” è il Presidente Erik Lavevaz (UV); Vicepresidente Augusto Rollandin (PlA); Segretario Aurelio Marguerettaz (UV); componenti: Corrado Jordan (AV-VdAU), Paolo Cretier (FP-PD), Andrea Padovani (FP-PD), Roberto Rosaire (UV), Raffaella Foudraz (Lega VdA), Erik Lavy (Lega VdA), Diego Lucianaz (Lega VdA), Pierluigi Marquis (FI), Erika Guichardaz (PCP), Claudio Restano (GM).
Presidente II Commissione “Affari generali” è Antonino Malacrinò (FP-PD); Vicepresidente Aurelio Marguerettaz (UV); Segretario Roberto Barmasse (UV); componenti: Erik Lavevaz (UV), Stefano Aggravi (Lega VdA), Dennis Brunod (Lega VdA), Raffaella Foudraz (Lega VdA).
Confermato alla guida della III Commissione “Assetto del territorio”Albert Chatrian (AV-VdAU); Vicepresidente Corrado Jordan (AV-VdAU); Segretario Paolo Cretier (FP-PD); componenti: Roberto Rosaire (UV), Dino Planaz (Lega VdA), Luca Distort (Lega VdA), Chiara Minelli (PCP).
Prende la IV Commissione “Sviluppo economico”: Roberto Rosaire (UV); Vicepresidente Corrado Jordan (AV-VdAU); Segretario Andrea Padovani (FP-PD); componenti: Augusto Rollandin (PlA), Simone Perron (Lega VdA), Christian Ganis (Lega VdA), Erika Guichardaz (PCP).
Infine in V Commissione “Servizi sociali” il neo presidente è Andrea Padovani (FP-PD); Vicepresidente Antonino Malacrinò (FP-PD); Segretario Albert Chatrian (AV-VdAU); componenti: Roberto Barmasse (UV), Andrea Manfrin (Lega VdA), Paolo Sammaritani (Lega VdA), Mauro Baccega (FI).
Renzo Testolin chiede scusa: “Spettacolo poco edificante. Siamo qui per riparare”
Dopo gli “errori” che “costellano l’esistenza umana e, purtroppo, la politica”, è il momento di “chiedere scusa e rendersi disponibili per cercare di riparare quanto di poco edificante si è fatto in precedenza.” Renzo Testolin ritorna in aula per cercare i 18 voti necessari al parto della sua presidenza e del suo governo, ripercorrendo quanto accaduto meno di una settimana fa.
“Uno sgarbo” definisce Renzo Testolin il voto dei due franchi tiratori “non al sottoscritto o alla squadra che si era proposta per governare piuttosto che alla coalizione che si proponeva di sostenere un’azione per il rilancio amministrativo di questa Regione, ma uno sgarbo e un affronto alla politica, alle istituzioni e soprattutto una mancanza di rispetto e di attenzione verso la gente e verso i problemi che le persone stanno affrontando in questo difficile periodo”.
Perché allora ripresentarsi? Non per “un affronto alla decenza né un gesto inopportuno di ingiustificata ostinazione ma è piuttosto la scelta più corretta per ribadire la volontà di proporsi per mettersi a disposizione, per cercare di dare un governo alla nostra Regione e di lavorare per dare le risposte che l’opinione pubblica aspetta anche a fronte della mancanza, nell’attuale situazione, di una qualsiasi altra alternativa concreta e sostenibile”.
Il Governo Testolin, quindi, come “l’unica via per riuscire a dare un governo e una guida a questa Regione senza rischiare di abbandonarla a mesi di ordinaria amministrazione e di paralisi politico-amministrativa”.
Dando per letto il programma della sua presidenza e del suo governo, Testolin ribadisce la “bontà della proposta, sia politica che amministrativa e consideriamo che la bocciatura del 24 febbraio non abbia niente a che vedere con la validità del programma o con la possibilità che questa maggioranza sia in grado e possa dare risposte opportune alla nostra comunità”.
Se anche oggi i 18 voti non dovessero essere trovati “non ci sarebbero più parole per definire un tale gesto di irresponsabilità e un simile epilogo decreterebbe definitivamente l’inappropriatezza di chi siede in questo consesso.”
Testolin ritorna in aula alla ricerca dei 18 voti. Proteste sulla modalità di voto
La maggioranza sarà guarita dall’influenza intestinale che da giorni la tormenta? Per rispondere a questa domanda bisognerà aspettare la giornata di domani, giovedì 2 marzo, quando alle ore 10 andrà in scena il secondo atto del Consiglio regionale per l’elezione del Presidente della Regione Renzo Testolin e della sua Giunta.
La conferenza dei capigruppo, convocata questa mattina alle 9, ha deciso tempi e modi della nuova adunanza, chiesta martedì dai 19 consiglieri della sedicente maggioranza. Fra le novità la modalità di voto. Se venerdì scorso per evitare un controllo del voto la minoranza aveva chiesto e ottenuto che tutti e 35 i nomi dei consiglieri fossero stampati sulla scheda e a fianco di ognuno fosse posta una casellina sulla quale apporre una “X”, domani si tornerà al passato. Ai consiglieri verrà, quindi, consegnata una scheda con una riga sulla quale potranno indicare nome e cognome oppure il solo cognome o ancora l’iniziale del nome e il cognome del presidente della Regione.
Una decisione che scatena le proteste della minoranza. “Il metodo adottato nella scorsa seduta – evidenziano Lega Vallée d’Aoste, Forza Italia, Progetto Civico Progressista e Misto -, che ha garantito la segretezza del voto, è stato bocciato dalla futura traballante maggioranza. A questo proposito rimane un’unica domanda: per quale motivo?”
Nella seduta di venerdì scorso Testolin ottenne 17 voti, Paolo Cretier 2, Augusto Rollandin e Roberto Rosaire un voto a testa, le schede bianche furono 13, mentre una scheda, con una “X” posta non nel quadratino di Testolin, ma appena sotto, fu annullata.
“Piena fiducia a Testolin”, si riprova con la maggioranza a 19
“Piena fiducia al candidato alla carica di Presidente della Regione Renzo Testolin”. La maggioranza – trovatasi senza numeri ieri, venerdì 24 febbraio in Consiglio Valle, ci riprova.
In una nota i Gruppi consiliari di Union Valdôtaine, Federalisti Progressisti – Partito Democratico, Alliance Valdôtaine – VdA Unie, Pour l’Autonomie e Stella Alpina spiegano che il progetto – affossato dal voto segreto in aula – va avanti.
Nel corso di una discussione, avvenuta durante una riunione sabato 25 febbraio, si legge: “Si è preso atto del voto di ieri in Consiglio Valle e della gravità dei voti mancanti nella coalizione, riscontrando, dopo un esame approfondito della situazione, unitarietà di intenti riguardo al futuro del progetto politico, in attesa di riferirne ai rispettivi movimenti”.
Riunione in cui, spiegano i gruppi, “vi è stata la conferma della bontà della scelta dell’alleanza e del programma prospettato”. Al termine dell’incontro, “i 19 consiglieri hanno confermato piena fiducia al Presidente della Regione incaricato Renzo Testolin e alla sua proposta di assetto governativo”.
Testolin non ha i voti, il suo governo si spegne prima di nascere
Nessuna sorpresa. Anzi no. Renzo Testolin non ottiene i 18 voti in aula che gli permettono di diventare, già da questa sera, venerdì 24 febbraio, il nuovo presidente della Regione. Il conteggio, per lui, presidente incaricato – e che poteva virtualmente contare su 19 consiglieri dalla sua – si ferma a 17. Tra i 35 presenti, dopo il voto segreto, 13 sono state le schede bianche, una nulla, mentre un voto a testa è andato a Rollandin, Rosaire e Cretier.
Appena prima di votare, il presidente in pectore aveva aperto al dialogo, dopo un pomeriggio di confronto, anche serrato: “È opportuna una piccola disamina della giornata di oggi – ha detto –, iniziata con un programma che consideriamo serio e condiviso. L’obiettivo è cominciare a lavorare da domattina con serietà, nonostante le carenze ed i limiti che abbiamo, ma in un confronto sempre costruttivo e non di contrasto, per trovare sintesi e sinergie su tematiche grandi e importanti, ma anche sui temi che, istituzionalmente, dovremo affrontare nei prossimi mesi”.
Non senza una “pizzicata” a chi gli rimproverava di non aver aperto ad un governo di centrodestra, viatico per parlare direttamente con Roma e palazzo Chigi: “Un percorso da fare anche attraverso quei contatti che qualcuno millanta e che sarà importante mettere a disposizione della comunità”, ha aggiunto Testolin.
Dialogo che, evidentemente, non ha fatto presa su tutti i consiglieri su cui poteva contare. O, semplicemente, si tratta di un segnale – neanche troppo velato -, del gioco politico. Qualche franco tiratore, qualche “malpancista”. Un modo per fare il “salto” che in tanti – anche oggi in aula – hanno richiamato: andare a cercare la stabilità dei numeri in un nuovo governo che guardi alla Lega.
Il “fuoco di fila” delle opposizioni
Da Lega, Pcp e Forza Italia piovono critiche sul nuovo governo regionale, che questa sera, venerdì 24 febbraio, prenderà vita in Consiglio Valle. Come prevedibile – con interventi da parte di tutti gli eletti – dai banchi dell’opposizione parte un “fuoco di fila” di critiche alla composizione del nuovo governo, che assume i contorni, più che altro, del più classico “tiro al piccione”.
Dai lidi della Lega, Stefano Aggravi chiede – retoricamente – “19 è un numero di garanzia rispetto a 18? Permette di fare riforme? Che differenza fa rispetto a prima? La forza di un governo non sta nella paura del baratro elettorale, ma in chi ha una visione chiara della Valle d’Aosta”. Con un occhio puntato alle molteplici deleghe che Testolin ha deciso di tenere a sé: “Qui siamo a La Région c’est moi. Una sorta di monarchia regionale, una scelta che sembra solo una dimostrazione di forza fine a se stessa”.
Un cambio che non cambia niente, secondo il capogruppo del Carroccio Andrea Manfrin: “In questo programma non c’è una visione sociale, dispersa in mille rivoli, senza un vero coordinamento. Questo perché è stata definita prima la composizione della Giunta rispetto alle cose da fare. Esattamente come ad inizio Legislatura, con gli stessi errori che hanno portato all’implosione della maggioranza a 21”. E c’è spazio anche per un “appunto” a Bertin e Padovani, “due colleghi che negli anni si sono scagliati contro Pour l’Autonomie e Rollandin e che oggi votano la fiducia ad un accordo proprio con questo gruppo”.
Erika Guichardaz, Pcp, spiega: “La farsa è sotto gli occhi di tutti, si fa passare questa Giunta come un atto normale, dovuto, la soluzione rispetto al governo di prima, ma che oggi passa da 18 a ben 19 componenti. Avevamo maggioranze instabili a 18 ma adesso fortissime a 19. E persone – ed ogni riferimento ad Augusto Rollandin non è affatto casuale – che ieri incarnavano il male assoluto e che oggi sono i salvatori della patria”.
Dura anche la collega di gruppo Chiara Minelli: “Esprimo un giudizio particolarmente negativo – ha detto –. La candidatura di Tesolin era stata avanzata già nell’ottobre 2020, trovando l’opposizione di Pcp e Vallée d’Aoste Unie. E non solo perché il prossimo presidente era coinvolto in un’indagine sulla ‘ndrangheta, ma perché non era accettabile che l’unico criterio fosse premiare chi ha prevalso in lotteria delle preferenze individuali. Soprattutto dove è stato evidenziato un inquinamento del voto. Prima Rollandin rappresentava la deriva decisionista. Ora tutto è smantellato, cancellato. Si mette da parte il presidente Lavevaz, si soccombe agli uomini forti del partito e si stringe un patto con Rollandin”.
“I detrattori hanno dicono che l’elezione diretta del presidente è pericolosa perché un presidente-prefetto scelto dai cittadini è una figura con troppo potere – ha spiegato invece Pierluigi Marquis, Forza Italia –. Quando però questo viene scelto dal petit comité, nella piccola stanza, va invece bene scegliere un presidente-prefetto-assessore alle Finanze. Noi la consideriamo una proposta politica debole, che isola la Regione nei rapporti con lo Stato”.
Tema ripreso dal suo collega di partito Mauro Baccega, che rintuzza: “Con 19 consiglieri la nuova maggioranza di sinistra pensa di concludere una lunga crisi. Invece in pochi hanno deciso per tutti. Tutto questo mentre il Paese e le maggiori Regioni premiano le idee, l’efficacia dei programmi ed il fare del centrodestra. Questa Regione ha bisogno di un cambiamento di paradigma, invece si attorciglia attorno alle baruffe. La gente è nauseata”.
Tra le new entry in opposizione – anche se un “giro” tra i banchi della minoranza l’ha in realtà fatto in tutte e tre le ultime Legislature – c’è Claudio Restano (Gruppo misto, in quota Evolvendo): “Le dimissioni di Lavevaz e la presentazione della Giunta Testolin non hanno sortito il chiarimento politico tanto atteso. Hanno anzi, per contro, drammatizzato e complicato il rapporto tra le forze politiche. In realtà, queste dimissioni sono state accompagnata dalla ricomparsa di un tema sempre evocato: quello della réunion. Sufficiente, per gli autonomisti, per portarsi a casa la massima concentrazione di potere a fronte della marginalità degli alleati. E Rollandin è uno dei vincitori di questa operazione politica”.
L’elezione di Testolin è slittata nel pomeriggio
I dieci punti programmatici, nell’intervento in aula del candidato presidente Renzo Testolin, sono diventati di più. E così la minoranza fa slittare al pomeriggio di venerdì 24 febbraio, l’elezione del nuovo Governo regionale, chiedendo più tempo per approfondire il programma.
“Ereditando, in corso d’opera, l’attività amministrativa già avviata ormai da circa due anni e mezzo – ha detto in aula Renzo Testolin -, si considera fondamentale acquisire gli elementi basilari del programma presentato a inizio Legislatura sui quali garantire continuità di azione di un Governo, che individua nel rafforzamento dell’autonomia e nelle prerogative del proprio Statuto speciale gli elementi portanti della sua azione politico-amministrativa. Con l’obiettivo di fornire alla comunità valdostana risposte adeguate alle esigenze contingenti, forti di un seppur minimo cambiamento di organigramma di strutturazione assessorile conseguente ad un riassetto della situazione politica e con un rinnovato entusiasmo, abbiamo individuato e condiviso una serie di priorità, riassunte in linee programmatiche che crediamo possano tradursi in risposte concrete nei confronti dei nostri cittadini, delle nostre imprese, dei nostri territori e della comunità valdostana nel suo complesso.”
I dieci punti programmatici sono stati raggruppati in tre “ambiti diversi, ma complementari: iniziative di confronto politico-istituzionale che possano creare i presupposti per l’azione di governo; interventi di continuità politico-amministrativa per giungere a conclusione di attività già avviate; iniziative normative e amministrative animate da una nuova visione che si intendono avviare, in parte non presenti nel programma di Legislatura e derivanti da contingenze in atto o da nuove valutazioni di opportunità.”
55 anni il prossimo 28 marzo, Renzo Testolin è stato dal 2000 al 2005 Assessore alla cultura e politiche sociali, mentre dal 2005 al 2010 ha assunto la carica di Vicesindaco di Aymavilles. Alle elezioni del 2013, è stato eletto per la prima volta in Consiglio regionale nella lista Union Valdôtaine, iniziando il suo percorso in piazza Deffeyes come Assessore regionale all’agricoltura, poi Presidente della seconda Commissione Affari generali e infine Assessore al bilancio. Nel 2018 dopo la conferma in Consiglio Valle, è stato nominato Assessore alle finanze. A seguito delle dimissioni di Antonio Fosson, nel dicembre 2019 ha assunto l’incarico di Presidente della Regione facente funzione.
L’esecutivo disegnato da Testolin
Il passo indietro di Claudio Restano di Evolvendo ha reso in discesa il percorso del Governo Testolin. Il mandato di allargare l’attuale maggioranza è stato in parte disatteso. Partita in 18 con l’obiettivo di arrivare a 20, la maggioranza dell’alleanza autonomista – progressista si ritrova oggi a 19.
L’Union Valdôtaine, oltre alla presidenza della Regione a Renzo Testolin, che si riappropria anche della delega alle partecipate e alle finanze, avrà le opere pubbliche, territorio e ambiente per Davide Sapinet e il turismo, sport e commercio per Giulio Grosjacques. Alliance Valdôtaine conferma la vice presidenza della Regione per Luigi Bertschy, che resta allo Sviluppo economico, formazione e lavoro, ma riprendendosi anche la delega ai trasporti e mobilità sostenibile. Luciano Caveri invece conserva gli affari europei, innovazione, PNRR e politiche nazionali per la montagna, Jean-Pierre Guichardaz di Federalisti progressisti Partito democratico tiene la delega ai beni e attività culturali e prende quella al sistema educativo e politiche per le relazioni intergenerazionali. Sempre in casa dei progressisti arriva la conferma per Alberto Bertin alla presidenza del Consiglio regionale. Infine Carlo Marzi trasloca alla Sanità e politiche sociali, posto liberato da Roberto Barmasse. New entry in Giunta per Marco Carrel di Pour l’Autonomie diretto all’Agricoltura e Risorse naturali.
Il programma della maggioranza a 19
Sono dieci i punti programmatici intorno ai quali i gruppi Union Valdôtaine, Federalisti Progressisti – Partito Democratico, Alliance Valdôtaine – VdA Unie, Pour l’Autonomie, Stella Alpina hanno raggiunto l’intesa per la formazione del nuovo Governo regionale.
Si parte dalla riorganizzazione dell’Amministrazione regionale “innovandola e valorizzandone il ruolo centrale per la crescita e lo sviluppo della comunità, al fine di renderla più efficiente, più attrattiva a livello occupazionale e pronta così ad affrontare le nuove sfide e i grandi cambiamenti in corso, con l’obiettivo di migliorare la qualità e le tempistiche nei rapporti tra Regione, cittadini e imprese”. Agli enti locali vengono promessi finanziamenti certi e di lungo periodo per “una migliore e più efficace programmazione delle attività e degli investimenti”. Attraverso “interlocuzioni politiche su livelli nazionale e internazionale” il Governo Testolin proverà a affrontare “questioni di primaria importanza per l’economia regionale” . Le più urgenti sono: la presa in carico della problematica relativa alla prospettata chiusura temporanea del tunnel del Monte Bianco e l’individuazione di soluzioni alternative a breve e di interventi di più ampio raggio; la proroga della concessione del tunnel del Gran San Bernardo e la proroga delle concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche in capo alla CVA Spa, nelle more della loro riassegnazione.
Sulle grandi opere la maggioranza scrive di voler “proseguire, con tempistiche certe, nell’iter di realizzazione” del nuovo ospedale e l’adeguamento funzionale delle strutture sanitarie esistenti, il completamento degli interventi per la piena operatività dell’aeroporto regionale. C’è poi la prosecuzione dell’iter tecnico-giuridico-amministrativo finalizzato alla verifica di fattibilità per la realizzazione del collegamento intervallivo “Cime Bianche”; l’approvazione del Piano socio-sanitario 2023-2025, il completamento dell’iter di definizione dell’atto aziendale; la prosecuzione nell’impegno di riduzione dei tempi delle liste di attesa, dando centralità al personale sanitario e incentivando il potenziamento del personale e l’attrattività del nostro sistema sanitario; la prosecuzione della revisione delle norme a tutela delle persone con disabilità e dei loro caregiver.
Altri punti nel programma della nuova maggioranza sono: la risoluzione delle problematiche contrattuali per i vigili del fuoco ed il corpo forestale valdostano, la definizione di pronte azioni di contrasto in merito alla crisi idrica, predisponendo un adeguato piano per la realizzazione di bacini di accumulo; la rapida approvazione del Piano di tutela delle acque e del Piano energetico ambientale regionale e la realizzazione di un “Centro unico di ricerca” mediante la valorizzazione di tutte le realtà già presenti sul territorio, “al fine di creare una rete di rilevanza internazionale con ricadute anche sul tessuto economico regionale, anche attraverso la promozione di una “Zona franca per la ricerca”.
Infine nel programma figura anche l’approvazione di una nuova legge elettorale regionale, “il più possibile condivisa quale strumento essenziale per poter garantire una stabilità politica e un’azione di governo maggiormente determinata ed incisiva”.