“Un atto di fiducia nella società”. Lo definisce così il Presidente della Regione, Antonio Fosson, il disegno di legge “Disposizioni urgenti per il Casinò” approvato oggi dalla Giunta regionale, che trasforma il credito “postergato” di Finaosta di 48 milioni di euro in patrimonio, attraverso “l’emissione di uno strumento finanziario partecipativo”. Possibilità quest’ultima, prevista dal Codice Civile e ” spesso utilizzata nell’ambito delle operazioni di ristrutturazione delle imprese in situazioni di crisi temporanea”.
A chiedere alla Regione di far chiarezza sul credito di 48 milioni di euro, prima dell’Assemblea dei creditori del 9 luglio, erano stati il Commissario giudiziale Ivano Pagliero e l’Amministratore unico Filippo Rolando.
“Il disegno di legge costituisce un atto necessario perché possano avverarsi tutte le condizioni utili al buon esito della procedura di concordato preventivo cui la società è attualmente sottoposta” ha spiegato Fosson. La scelta del Governo regionale “oltre a patrimonializzare la società” permette al socio “di mantenere, nel tempo, l’utilità dell’investimento effettuato, partecipando agli utili, una volta che la società abbia superato la fase di crisi”.
Il Dl dovrà ora approdare in Commissione per essere poi approvato in Consiglio regionale. Una volta approvato – “speriamo di avere più dei 18 voti necessari” – dovrà essere convocata l’Assemblea dei soci per la modifica dello Statuto sociale e l’approvazione del Regolamento dello Strumento finanziario partecipativo.
Quest’ultimo chiarisce in particolare come i 48 milioni di euro di Finaosta – l'”apporto patrimoniale” – verranno contabilizzati in un’apposita riserva indisponibile del patrimonio netto denominata “Riserva Apporto Strumento Finanziario Partecipativo CAVA”. La titolarità di questo strumento, da parte della Regione, “non attribuisce alcun diritto alla restituzione di quanto oggetto di apporto, né di quanto confluito nella “Riserva Apporto Strumento Finanziario Partecipativo CAVA SpA”, nemmeno nel contesto della liquidazione della Società“. Inoltre questa riserva non potrà essere “accorpata ad altre voci del patrimonio netto, né può essere utilizzata al fine di coprire perdite derivanti dal bilancio della Società, se non qualora ricorrano i presupposti per la riduzione obbligatoria del capitale sociale e solo dopo l’integrale utilizzo di tutte le altre riserve utilizzabili a tal fine.”
“Il concetto è che noi vogliamo salvare l’azienda, ma salvare anche il patrimonio dei valdostani. – chiosa ancora Fosson – L’aver deciso di fare una legge, è la modalità più corretta e trasparente per permettere un dialogo su questo”.
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Patrimonio ? Un pozzo senza fine …….
Ma proprio nessuno ha il coraggio di dire che non vi è futuro per le case da gioco tradizionali ?