Caveri incontra il Presidente Mattarella: “i valdostani aspettano una visita ufficiale”

L’incontro è avvenuto al Quirinale. L’assessore era assieme a una rappresentanza dell’UNCEM, dopo un convegno per i 70 anni dell’associazione. “Ho avuto modo di esprimere vivo apprezzamento per il suo intervento”, spiega Caveri.
Caveri e Mattarella
Politica

Ho ringraziato il Presidente per le sue parole, ricordando l’attesa dei valdostani per una visita ufficiale in Valle d’Aosta”. Lo ha dichiarato l’assessore agli Affari europei, Innovazione, Pnrr e Politiche nazionali per la montagna, Luciano Caveri, dopo aver incontrato ieri, lunedì 4 dicembre, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale.

Caveri era assieme a una rappresentanza dell’Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani-UNCEM, guidata dal presidente Marco Bussone, dopo aver partecipato a un convegno per i 70 anni dell’associazione. “Occasione utile – spiega l’Assessore – per fare il punto su diversi dossier: dalla nuova legge sulla montagna al Fondo Montagna, dal PNRR ai fondi europei, dal cambiamento climatico alla digitalizzazione”.

Si è quindi svolta la visita al Quirinale. “Contento di incontrare il Presidente Mattarella con cui ebbi lunghe frequentazioni alla Camera. – ha aggiunto Caveri – Ho avuto modo di esprimere vivo apprezzamento per il suo intervento in cui ha ricordato la genesi alla Costituente di quel comma all’articolo 44 della Costituzione che dice ‘La legge dispone provvedimenti a favore delle zone montane’”.

“È stata un’assemblea annuale interessante, come ricordato dal Presidente Bussone, siamo territori che vogliono diritti di cittadinanza, scuole, trasporti, sanità e assistenza che producono lavoro” evidenzia Giovanni Barocco, consigliere nazionale di Uncem. “Nella fiscalità differenziata e peculiare sperano di poter non soffrire di una inadeguata e insopportabile concorrenza. La montagna chiede innovazione, risoluzione del digital divide. Con il Sottosegretario Butti e il Capo Dipartimento Borrelli ci stiamo lavorando intensamente. Siamo territori che proteggono le scuole, le riorganizzano. Vogliono medici e pediatri di base per non andare via. Asili e servizi per le famiglie affinché non fuggano a valle. Siamo territori che vogliono formazione sui mestieri della montagna, in loco. Territori che sono felici del turismo, che cresce, in inverno e d’estate, turismo che prevede che le comunità che siano lì tutto l’anno, felici per turisti non predatori, non occasionali, ospiti che vivano in pratica la nostra montagna”.

Il discorso del presidente Mattarella

Caveri ha definito “significativi” alcuni passaggi del discorso presidenziale. “Come è naturale, nuove sfide si aggiungono, imposte, oggi, dai mutamenti climatici, dalla struttura demografica del Paese; sfide – ha evidenziato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – che rilanciano la questione della tutela ambientale come centrale per la sopravvivenza e il progresso di tante parti d’Italia e dell’intero Paese. Le alluvioni continuano a rammentarcelo, con lutti e distruzioni. A questo scopo, è lecito interrogarsi su quali debbano essere gli strumenti più opportuni per affrontarle e, insieme, per fornire risposta alle possibilità di inverare il dettato costituzionale circa la specificità riconosciuta in Costituzione alla montagna”.

“Una peculiarità suffragata anche da numerose recenti sentenze della Corte costituzionale, – ha aggiunto il Presidente – che indicano come la condizione di svantaggio della montagna italiana giustifichi ampiamente misure a suo favore. È, dunque, auspicabile che le iniziative legislative avviate dal Governo – e da quello che lo ha preceduto – vengano prese in esame e in considerazione dal Parlamento, in attuazione della norma costituzionale”.

Significativo, secondo l’assessore Caveri, anche un secondo passaggio dell’intervento del Presidente Mattarella: “La montagna non è solo l’evidente spazio di raccolta di beni del Paese, ma, con i suoi 3.850 Comuni, rappresenta un decisivo patrimonio di vita civicaTra pochi giorni – poc’anzi lei lo ricordava, il 19 dicembre, appunto – ricorreranno ottant’anni dalla Dichiarazione dei rappresentanti delle popolazioni alpine – la Carta di Chivasso – che riunì, in quella cittadina piemontese, in quel ‘43, esponenti della Resistenza che, in maniera lungimirante, optarono, anzitempo, per la scelta repubblicana”.

“Lasciamo, per un attimo, la parola a quel documento che, nel pieno della lotta per l’indipendenza della Patria e la libertà dal nazifascismo, – ha detto il Presidente della Repubblica – chiedeva l’autonomia per le vallate alpine affinché potessero costituirsi in Comunità politico-amministrative; affermava il diritto di usare la lingua locale accanto a quella italiana; sollecitava un’organizzazione tributaria in grado di favorire lo sviluppo dell’economia montana e combattere, così, lo spopolamento”.

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