Cime Bianche, l’UV risponde ad Adu: “Una presunta salvaguardia dell’ambiente da salotto”

In una dura nota l'Union Valdôtaine risponde ad Adu, accusata di usare il Vallone di Cime Bianche come "baluardo di lotta ideologica dalla poltrona di casa con uno smartphone in mano". E non mancano, da parte del "Mouvement" neanche le stoccate all'ex Assessora Chiara Minelli.
Vallone Cime Bianche
Politica

Adu VdA attacca, l’Union Valdôtaine risponde. Il “pomo della discordia” è sempre lo stesso: il Vallone di Cime Bianche. O, per meglio dire, il suo destino.

“Su Cime Bianche l’Union Valdôtaine ha una visione certamente differente da alcuni componenti dell’area civica progressista, ma non è accettabile di essere accusati di nascondere la realtà – scrive il Mouvement in una nota –. La società Monterosa SpA ha espletato una Procedura aperta per l’affidamento di servizi attinenti all’architettura e all’ingegneria concernenti la redazione di studi propedeutici e preliminari alla valutazione di fattibilità del collegamento intervallivo Cime Bianche, a seguito di regolare gara pubblicata sul sito della società dal 19 ottobre 2020”.

Non solo. La linea di demarcazione – con la tensione già alle stelle da tempo – diventa di nuovo quella tra gli autonomisti e gli alleati di governo: “In questi mesi di legislatura, gli autonomisti hanno lavorato in stretta collaborazione, partecipando in modo coeso per unirsi alle sintesi sul programma del governo, e cercando di non complicare una situazione già non facile e meno chiara e ancor meno coesa, in seno a PCP – prosegue l’Union –, che vede due componenti in costante contrasto con i consiglieri del proprio gruppo, dimostrando questa dissonanza a colpi di comunicati stampa e di mozioni e discussioni continue che stanno iniziando a imbarazzarci e, quel che è peggio, sono percepite dalla cittadinanza come grande segnale di instabilità”.

L’aspetto legale

L’Uv spiega poi che l’approfondimento legale oggettivo è stato effettuato nel mese di aprile con tanto di parere legale firmato dall’avvocatura della Regione “chiarendo che non vi sono ostacoli legali alla prosecuzione della redazione di studi propedeutici e preliminari alla valutazione di fattibilità del collegamento intervallivo”.

Con una stoccata a Chiara Minelli: “Peraltro – scrive infatti il Mouvement – tale parere fu commissionato e visionato dall’allora assessora all’ambiente, la quale, si è ben guardata di divulgarne i contenuti”.

Poi, la nota prosegue sulla vis polemica: “Siamo lieti che domenica scorsa associazioni, comitati e decine di cittadini si siano recati nel vallone con la consapevolezza che una buona parte degli stessi escursionisti non aveva la più pallida idea di dove si trovasse l’area, tanto facile da usare come baluardo di lotta ideologica dalla poltrona di casa con uno smartphone in mano. Invitiamo questi escursionisti a farsi anche un giro in valloni, altrettanto piacevoli, nel quali gli allevatori monticano portando  ancora il materiale in alpeggio con i muli, sempre nell’ottica di una presunta salvaguardia dell’ambiente da salotto (tanto sono loro che vivono su tutta l’estate senza elettricità per mantenere un’attività con la quale mantengono le loro famiglie)”.

Poi la chiusa, non certo conciliante: “Chiediamo solo una cosa, di non usare la parola Resistenza, con la R maiuscola, in riferimento ai sopralluoghi di montagna, perché la Resistenza è tutt’altra cosa e non merita, qui come altrove, di essere disonorata”.

La soddisfazione del Comitato promotore del collegamento

Il Comitato promotore “Cervino Monterosa Paradise”, invece, “prende atto con favore dell’avvenuta assegnazione del bando per gli studi propedeutici e preliminari finalizzati alla valutazione della realizzabilità del collegamento intervallivo Cime Bianche, e della ribadita volontà politica di dare corso a tali studi, nel solco del mandato conferito alle società Cervino S.p.A. e Monterosa S.p.A. dal DEFR 2020 – 2022, documento peraltro votato anche dalle stesse forze politiche che in questi ultimi mesi non perdono occasione per alimentare polemiche e speculazioni strumentali”.

“L’accusa in voga nell’ultimo periodo – prosegue la nota – risiede nell’assunto che il bando di gara si riferisca alla progettazione definitiva, fatto smentito dalla semplice lettura dei documenti di gara facilmente consultabili da chiunque sul sito internet della Monterosa S.p.A, dai quali emerge chiaramente come in questa fase non sia richiesta la presentazione di un progetto definitivo, bensì di valutare e approfondire tutte le alternative possibili“.

Anche qui, il nodo si fa poi politico: “Siamo oltremodo infastiditi da continui attacchi che alcuni personaggi totalmente estranei al nostro tessuto sociale i quali, tramite social media, stampa e altri canali, continuano a diffondere informazioni false con il solo scopo di screditare questo progetto di sviluppo e promuovere, in ogni occasione, i propri interessi personali, quali la vendita di libri da loro realizzati. Ci sembra inoltre quantomeno inopportuno che in questa fase di studi preliminari, alcune forze politiche tentino, con tale vigore, di influenzare l’opinione pubblica il tutto senza prendere minimamente in considerazione l’opinione di coloro che quassù vivono 365 giorni l’anno e che hanno sempre manifestato il proprio sostegno alla realizzazione di un progetto di fondamentale importanza per lo sviluppo delle nostre vallate e della Valle d’Aosta intera, a partire dalla consultazione popolare del 2015 effettuata sulle tre vallate interessate che ha dato esito plebiscitario a favore della realizzazione dell’opera”.

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