Consiglio straordinario, Pcp è con Minelli e Guichardaz: “L’attuale situazione non può perdurare”
Dopo il Consiglio regionale straordinario, che ha visto l’ennesima spaccatura tutta interna al Progetto civico progressista – con Chiara Minelli ed Erika Guichardaz da un lato, e gli altri cinque consiglieri votare con la maggioranza –, è tempo di “bilanci”.
Dopo il voto dell’aula – con 22 eletti a chiedere un ricorso alla Corte costituzionale, dopo le condanna arrivate dalla Corte dei Conti sul Casinò –, Pcp si riunisce nella sua Assemblea generale, e prova a “guardarsi negli occhi”.
Il comunicato inviato alla stampa ha toni distesi, ma all’interno di Pcp ci siano situazioni da chiarire è lampante da tempo. Così come lampante è la richiesta, reiterata a più riprese, di una verifica di maggioranza regionale che non si vede, e sulla quale gli altri partiti di governo nicchiano.
Il punto chiave arriva in chiusura della nota: “La larghissima maggioranza degli interventi (nell’Assemblea, ndr.) ha evidenziato che l’attuale situazione non può perdurare, pertanto, l’invito rivolto a tutti i consiglieri regionali di Pcp è di sospendere la partecipazione alle riunioni della maggioranza regionale fino allo svolgimento e alla conclusione della verifica”.
In pratica, Pcp si è stancato di aspettare ed ora tenta il forcing per la verifica di maggioranza.
Il Consiglio straordinario
L’Assemblea generale di Pcp, riunitasi ieri, giovedì 16 settembre, si è soffermata soprattutto su due aspetti: la verifica di maggioranza, appunto, ed il contenuto della Risoluzione approvata da 22 consiglieri nel Consiglio straordinario del 15 settembre.
“La maggioranza degli intervenuti ha affermato che la Risoluzione approvata dal Consiglio non è condivisibile perché impegna la Giunta a presentare un ricorso alla Corte costituzionale contro la sentenza della Corte dei Conti, sentenza che riguarda i comportamenti di singole persone su atti molto specifici. In questo modo si innesca un conflitto istituzionale fra Regione e organi dello Stato che è privo di motivazioni sostanziali e rischia di essere dannoso per l’intera comunità”.
Una posizione, quella assembleare, che sposa appieno quella espressa in aula dalle consigliere Chiara Minelli ed Erika Guichardaz, sconfessando de facto i cinque colleghi (Bertin, Jean-Pierre Guichardaz, Crétier, Malacrinò e Padovani) che hanno votato a favore in Consiglio.
La verifica che non c’è
Per quanto riguarda la verifica politica e programmatica chiesta da Pcp da tempo, l’Assemblea “ne ha ribadito la imprescindibile necessità” e “ha evidenziato che nessuna risposta è arrivata dagli autonomisti rispetto ai punti per la discussione, esplicitati fin dall’inizio di giugno con un apposito documento del gruppo consiliare regionale”.
Non solo: “Si è anche verificato che su alcuni punti su cui si è chiesto il confronto (vedi legge idrogeno, Cime Bianche, Ospedale e Cva) ci sono stati degli atti, anche in contrasto con i punti della verifica da effettuarsi”.
En attendant questa famosa verifica, se mai ci sarà, un dato emerge però chiaro. L’Assemblea di Pcp – o almeno la maggior parte di essa – è con Chiara Minelli ed Erika Guichardaz. I “separati in casa” sono gli altri cinque eletti sebbene – almeno per quelli in quota dem – ci sia il sostegno del Partito.