“Da otto mesi siamo chiusi e chiediamo risposte. Ad oggi, devo dire che ancora non sono arrivate. Auspichiamo di capire presto come verranno stanziati questi 70/80 milioni di euro stanziati. Noi riteniamo che la maggior parte delle risorse debbano essere destinate al comparto turistico nella sua interezza che, come ha avuto modo di dimostrare questa stessa pandemia, rappresenta il motore della nostra economia”.
Così Filippo Gérard, Presidente dell’Adava, in un’assemblea dell’associazione degli albergatori trasformata per l’occasione in un vero e proprio “faccia a faccia” con la Giunta regionale.
Gérard che evidenzia la cocente delusione per “gli irrisori ristori ricevuti fino ad oggi” mette sul tavolo delle proposte: “Vorremmo che le risorse finanziarie regionali possano essere gestite senza troppi condizionamenti e soprattutto concentrandosi sui settori che hanno effettivamente registrato i maggiori danni”.
Non solo: “Noi chiediamo degli aiuti per andare a coprire le perdite subite – aggiunge il Presidente Adava -. Non abbiamo la presunzione e non abbiamo mai sperato in un intervento salvifico dello Stato o dell’Amministrazione regionale per andare ad indennizzarci della perdita dell’utile, ma certamente ci aspettiamo che arrivino almeno delle risorse necessarie a coprire i costi fissi che abbiamo dovuto sostenere a prescindere durante la chiusura forzata, chiusura che ricordo non è purtroppo dipesa dalla nostra volontà”.
In arrivo oltre 70 milioni dal Fondo montagna
In risposta, l’Assessore al Turismo Jean-Pierre Guichardaz spiega cosa ha fatto l’Amministrazione regionale e, soprattutto, cosa bolle in pentola, soprattutto riguardo il Fondo montagna e turismo, inserito nel Decreto Sostegni nazionale.
“Le risorse messe a disposizione sono 200 milioni di avanzo accertato, 15 dei quali sono prudenzialmente accantonati viste le minori entrate, quindi un totale di 185 milioni di euro. Circa 65/70 milioni saranno destinati ai ristori Covid in questa prima tranche. Saranno invece tra i 70 ed i 73 milioni quelli che arriveranno dal Fondo montagna”.
Cifra che Guichardaz “scorpora”: “Si parla di circa 28/29 milioni di euro a favore delle imprese turistiche, 4 milioni per i Maestri di sci e circa 40 milioni per coprire i debiti degli impianti di risalita. Una bella ‘boccata di ossigeno’ che si aggiunge ai 185 milioni dell’avanzo e che possiamo aggiungere alle misure Covid”.
La seconda manovra ed i soldi ai Comuni
Qualche dettaglio su una nuova manovra economica in vista la aggiunge invece il Presidente della Regione Erik Lavevaz: “La Regione ha tavolo aperto con il Celva sul famoso extragettito da circa 32 milioni che fa ancora parte del passaggio tra Ici e Imu. Per il secondo assestamento stiamo ragionando in questo senso. Nel primo ci saranno i 70 milioni di misure Covid, ce ne sarà una seconda immediatamente dopo, più tecnica, con una quota importante che andrà ai comuni e ancora da definire”.
Risorse corpose ma soprattutto, spiega ancora Lavevaz, “svincolate”: “L’idea è quella di trasferire una quota importante ma, rispetto all’anno scorso, più libera e legata all’extragettito. La possibilità che si vuole dare ai Comuni è quella di avere fondi in parte corrente che permettano di fare investimenti, ma anche aprire a diminuzioni tariffarie”.
Le novità sanitarie, si pensa anche ai tamponi autosomministrati come in Alto Adige
Domande dei delegati Adava piovono anche sulla questione più strettamente sanitaria, soprattutto sulle misure programmate per l’estate.
Qualcosa si muove, anche se la base, spiega l’Assessore Roberto Barmasse, resta la campagna vaccinale: “La Sanità ora deve concentrarsi sulla vaccinazione. Con un’ottima copertura l’economia può ripartire in sicurezza. Abbiamo pensato però anche ad altri provvedimenti. Stiamo organizzando alcuni centri dove effettuare i tamponi gratuiti sul territorio valdostano, per permettere la circolazione, anche turistica, tra regioni di colore diverso”.
Argomento emerso già attorno alla questione “Green pass”, che si lega però ad una novità in ottica turistica, sulla falsariga di quanto sperimentato – pare con successo – in Alto Adige: “Stiamo valutando anche l’utilizzo dei tamponi autosomministrati e salivari – aggiunge Barmasse -, che potrebbero semplificare ai turisti la possibilità di entrare ed uscire dalla Valle d’Aosta o dall’Italia”.