“Solo con l’ok dell’autorità sanitaria si può individuare una fase di ripartenza seria e concreta. Dobbiamo scongiurare il collasso del sistema sanitario regionale, che può contare di un unico ospedale”. Così l’Assessore regionale alla Sanità Mauro Baccega spiega perché “è prematuro passare alla fase due in Valle d’Aosta”. L’Assessore, così come il Presidente della Regione Testolin si sono astenuti sull’ordine del giorno approvato ieri e presentato da Stella Alpina e dal consigliere del gruppo misto Giovanni Barocco che impegna la Giunta a definire criteri e tempi delle riaperture delle attività in parallelo alla gestione della crisi sanitaria, “stabilendo le prescrizioni necessarie alla riapertura scaglionata attraverso un confronto diretto con la task force nazionale attivata con lo stesso scopo e con i portatori d’interesse locali”.
“Bisogna assolutamente evitare e prevenire il ritorno di una seconda fase di pandemia – spiega Baccega – Perché in Valle d’Aosta il primo caso lo abbiamo avuto l’8 marzo, dieci giorni in ritardo rispetto alle altre regioni e solo da pochi giorni in Valle d’Aosta si è arrivati ad una fase di stabilizzazione e quindi non è ancora iniziata la fase discendente. E’ meglio essere prudenti e per altri 10/15 stare nelle proprie case per ritornare poi ad una pseudo normalità”.
Secondo Baccega “quanto sta accadendo in Corea, Giappone e Cina con i contagi di ritorno ci deve mettere in guardia”. L’Assessore spiega, quindi, come in settimana si svolgeranno “gli approfondimenti per valutare se dopo il 4 maggio potremo aprire e in che modo”.
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Tanto al sig. Bacega ed ai suoi colleghi i soldoni in tasca gli arrivano comunque tutti i mesi .