I conti al Comune di Courmayeur non tornano. Le numerose seconde case ai piedi del Monte Bianco non portano nelle casse comunali le imposte dovute. Per non pagare l’Imu, sembra infatti che alcuni contribuenti richiedano la residenza anagrafica, scorporando il proprio nucleo familiare: ad esempio la moglie residente a Milano, il marito a Courmayeur.
Per “stanare” i furbetti dell’Imu, l’Amministrazione comunale ha quindi deciso, nei giorni scorsi, di affidarsi ad una ditta specializzata.
L’incarico da 20mila euro è finalizzato a verificare i requisiti di chi usufruisce dell’esenzione Imu prima casa: sussistenza della contestuale dimora abituale e della residenza anagrafica del contribuente e del proprio nucleo familiare; verificare l’intestazione delle utenze, relativi consumi, per appurare se l’uso dell’immobile sia compatibile con l’abitualità della dimora da parte dei soggetti che compongono il nucleo familiare e ancora verificare dove lavorano il possessore e i componenti del suo nucleo familiare.
Come suggerito anche dai legali del Celva “laddove i coniugi abbiano stabilito la rispettiva residenza in due comuni diversi facendo sorgere il dubbio che tanto sia stato posto in essere per fruire del beneficio fiscale connesso alla dimora abituale ma anche laddove residenza e dimora abituale non concordino, potrebbe essere opportuno che il comune verifichi la correttezza delle attuali dichiarazioni e risultanze anagrafiche”.
Caso per caso dovrà poi essere analizzato e interpretato “per comprendere se, effettivamente, la residenza in capo al contribuente non sia in realtà fittizia ed elusiva dei benefici connessi all’abitazione principale”.