“Cva bene comune”: Rete Civica presenta la propria visione in un manifesto

Per Rete Civica Cva "deve caratterizzarsi come il principale gestore delle risorse idroelettriche in Valle d'Aosta e come infrastruttura per la produzione, con fonti rinnovabili, della quantità di energia elettrica necessaria per garantire il soddisfacimento dei fabbisogni energetici della comunità valdostana". 
Centrale CVA - Champagne
Politica

“Un’altra Cva è possibile”. A dirlo è Rete Civica nel presentare oggi il manifesto che declina la visione del movimento sulla partecipata regionale.

“Vogliamo provare a qualificare il dibattito intorno a Cva che fino ad oggi ha percorso le strade semplificatorie della convenienza economica, – sottolinea Fabio Protasoni –  ovvero quanti soldi ci arrivano dalla quotazione. Pensiamo invece sia necessario comunicare una visione alternativa di come potrebbe essere una Cva pubblica, orientata ad una mission ben precisa”. 

Per Rete Civica Cva “non deve porsi l’obiettivo di diventare un player nazionale del mercato dell’elettricità” ma “deve caratterizzarsi come il principale gestore delle risorse idroelettriche in Valle d’Aosta e come infrastruttura per la produzione, con fonti rinnovabili, della quantità di energia elettrica necessaria per garantire il soddisfacimento dei fabbisogni energetici della comunità valdostana”.

In questo senso Cva dovrà, secondo Rete Civica, “investire nel territorio per sviluppare le capacità produttive in funzione degli obiettivi di sviluppo sostenibile della Valle d’Aosta, potenziare le infrastrutture per la distribuzione dell’energia e adeguarle ai nuovi ingenti fabbisogni, sopratutto per la diffusione della mobilità a propulsione elettrica, promuovere lo sviluppo della sostenibilità energetica in campo edilizio” e ancora “diventare un polo di sviluppo tecnologico ed economico nel settore della green economy e mantenere le risorse ambientali nelle migliori condizioni possibili”.

Il manifesto è stato realizzato con alcuni spunti e contributi arrivati al Movimento, fra cui uno dell’Ingegner Roppolo. “La quotazione in borsa e la norma di attuazione sono incompatibili fra loro” sottolinea la consigliera Chiara Minelli. “La norma di attuazione può regolare l’attività di una società pubblica, mentre se diventa privata sarà soggetta alle regole del mercato”.

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