“Siamo di fronte a sfide epocali per il mantenimento dell’idroelettrico nelle nostre mani. La norma di attuazione che dovrà essere affrontata dalla Commissione Paritetica deve far sì che la Valle d’Aosta faccia un passo in avanti”.
Così ha risposto ieri – 4 novembre – in Consiglio regionale l’Assessore, con delega alle partecipate, Luciano Caveri all’interpellanza con la quale Stefano Aggravi (Lega) chiedeva lumi “in merito al futuro della Cva e alla tematica delle concessioni delle grandi derivazioni a uso idroelettrico”, dal momento che il “Programma di Legislatura 2020-2025 del Governo regionale” parla di “particolari procedure nella riassegnazione delle autorizzazioni per le società che siano interamente pubbliche e che nelle more si potrà operare affinché si giunga a una proroga della scadenza delle concessioni oltre il 31 marzo 2029”.
Non solo, Aggravi aggiunge: “Inoltre, si dice che una legge dello Stato dovrebbe consentire la riapertura dei termini per la possibile emissione di Bond sul mercato regolamentato. Ci chiediamo quindi in che modo si possa operare e se vi siano già state interlocuzioni utili con i Parlamentari valdostani o con forze politiche nazionali endogene alla compagine governativa locale”.
“Nella bozza di norma di attuazione – spiegava Caveri in risposta – si immaginava la possibilità di assegnare direttamente le concessioni alle società interamente partecipate direttamente o indirettamente dalla Regione. Noi riteniamo che questa sia una strada da intraprendere. Non è una strada piana, ma va affrontata; avremo contro delle lobbies? Probabilmente sì, perché Cva è appetibile. Insieme a molti produttori idroelettrici, Cva ha chiesto la proroga della scadenza per almeno dieci anni; questo resta un obiettivo da perseguire”.
Riguardo l’emissione di Bond l’Assessore rispondeva che la questione “resta una possibilità ulteriore nel bagaglio di strumenti a nostra disposizione per finanziare Cva. Per quanto attiene alle interlocuzioni con lo Stato, nel 2018, Cva aveva inviato proposte di emendamento volte tra l’altro a modificare la scadenza delle concessioni per sbloccare gli investimenti nel settore. Più di recente, la Società ha presentato una nuova proposta di modifica di questo riferimento temporale, ma l’emendamento non è stato approvato. Credo che sia interesse di tutti riflettere sulle migliori strumentazioni a disposizione: noi abbiamo individuato queste strade da intraprendere, ma l’obiettivo comune deve comunque essere quello di ritenere Cva un bene per tutti i valdostani, una macchina che può funzionare sempre meglio se si eliminano fardelli come quelli contenuti nella legge Madia”.
“Sulla questione dei Bond, ci fu effettivamente un tentativo da parte dell’allora Governo Spelgatti, ma senza esito – ha replicato Aggravi -. E vedo che siamo da capo. Se riusciremo a superare la questione della scadenza delle concessioni, dovremo purtroppo ringraziare il Covid? L’assegnazione diretta a società interamente pubbliche ha complicazioni e, allo stato attuale delle cose, andrebbe comunque supportata da criteri di utilità pubblica. Invito l’Assessore ad analizzare gli atti del Consiglio monotematico per poter fare chiarezza e instillare qualche utile dubbio nella gestione di questo dossier”.
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Buongiorno, sarà meglio che il Sig. Caveri e CVA pensino ad evolversi e vedere possibilità di riconversioni o evoluzioni sulla produzione di energia elettrica. Tutti gli imprenditori e amministratori guardano appena ciò che riguarda il loro mandato ed è estremamente opportunistico. L’evoluzione del clima e sviluppi tecnologici dovrebbero dare una sveglia ma credo che pigrizia, interessi e rischi limitino troppo in questo paese, sottosopra. Grazie Stefano