Da Nus un altro “no” a Terna

Il consiglio comunale vota all'unanimità un ordine del giorno per ridiscutere con l'azienda il progetto di una sottostazione elettrica in località Mazod. "Enorme impatto economico e ambientale", la motivazione.
Politica

"La costruzione di una sottostazione vicino a Mazod comporterebbe danni economici e ambientali". Anche Nus, come Pollein, ha deciso di opporsi alla decisione di ospitare sul suo territorio il terminale del futuro elettrodotto che sarà costruito dal colosso energetico nazionale Terna.

L’azienda ha concordato con il governo italiano un progetto internazionale che prevede di far passare una linea di 380 chilovolt lungo tutta la valle centrale. Questa, permetterebbe di smantellare i tralicci del 220 e aprirebbe ad una razionalizzazione e, dove possibile, all’interramento di quelli da 132 kV.

"Si vorrebbe costruire sul piccolo altipiano all’entrata ovest del paese – spiega il sindaco Elida Baravex – una zona di pregio dal punto di vista agricolo, dove sono presenti dei vigneti". "In più – continua – questa zona sarebbe troppo vicina al capoluogo del nostro paese, coinvolgendo un’area di notevoli dimensioni (circa venti mila metri quadri, ndr)".

La chiusura di Nus non è totale: «Avevamo proposto di costruire in località Montaz – spiega Baravex – dove c’è la discarica per rifiuti inerti della comunità montana Mont Emilius». Terna però, ha scartato questa offerta «adducendo come motivo il costo relativo ai sondaggi del terreno che dovrebbero essere effettuati, per costruire in quell’area».

Venerdì 14 settembre, il consiglio comunale ha perciò votato, all’unanimità, contro la costruzione in frazione Mazod e ha stilato un ordine del giorno che chiede «alla Regione e all’azienda un incontro per ridiscutere e riesaminare il progetto».

Savda riordina le linee dei bus e gli studenti di Nus restano a piedi
Primo giorno di scuola, suona la campanella dell’una e venti e a disposizione degli studenti delle scuole medie Mont Emilius 1 di Nus, diretti verso la collina, non c’è nessun autobus. La Savda, infatti, nel luglio scorso, ha rivisto gli orari e i tragitti dei suoi mezzi, concordandoli con l’assessorato regionale ai Trasporti.

«Se prima, a quell’ora, c’era un autobus che andava in collina e uno che andava a Fénis – spiega il sindaco Baravex – adesso ne resta uno solo». Questo, prima si dirige nel paese all’envers e solo dopo risale sulla collina di Nus. I giovani studenti, disorientati, il primo giorno hanno aspettato per molto tempo in strada.

«Non ne sapevamo niente – spiega Baravex – abbiamo scoperto in seguito che l’azienda aveva mandato nel giugno scorso una lettera in comunità montana e nessuno ci aveva informato». Savda, che non ha ricevuto risposte alla sua proposta, ha interpretato come "silenzio assenso".

«Dovremo aspettare fino a fine anno – fa sapere il sindaco – quando si modificheranno ancora le linee, per adattarle alle criticità emerse in questo periodo di prova». «Anche se – continua – tenteremo lo stesso di risolvere prima questa situazione»: un’ipotesi, ad esempio sarebbe quella di raccogliere firme tra gli abitanti della collina.

Per ora, dunque, gli studenti della collina di Nus dovranno passare per Fénis prima di tornare a casa. «Non si può tagliare così – ha commentato il consigliere di monoranza Paola Antonuzzi – capisco la necessità di una razionalizzazione, ma non ha senso che si colpisca un servizio scuolabus».
 

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