Defr, Rete Civica: “Senza i nostri emendamenti non lo voteremo”

Sul Defr potrebbero mancare i due voti di Rete Civica. E' lo stesso movimento ad annunciarlo in una nota, dopo che i suoi tre emendamenti al Documento di economia e finanza, sono stati bocciati in II Commissione. 
Consiglio Regionale Chiara Minelli Alberto Bertin
Politica

Sul Defr potrebbero mancare i due voti di Rete Civica. E’ lo stesso movimento ad annunciarlo in una nota, dopo che i suoi tre emendamenti al Documento di economia e finanza, sono stati bocciati in II Commissione.

Nel settembre scorso Rete Civica aveva chiesto all’ex maggioranza di modificare il Defr in due passaggi: uno relativo al potenziamento della rete infrastrutturale per le ricariche di auto elettriche, l’altro sui collegamenti intervallivi.  A quei due “punti critici del Defr”  se ne è poi aggiunto un altro sulla scheda relativa agli indirizzi della Regione per Cva. 

Gli emendamenti presentati in II Commissione verranno riproposti in aula. La prima proposta riguarda la correzione sulla scheda relativa alle colonnine di ricarica. “Come già accennato, è una necessaria integrazione della scheda del Defr,  – si legge in una nota – in linea con quanto è contenuto nella prima parte della legge sulla mobilità sostenibile approvata ad ottobre 2019. Non ci si può limitare a prevedere una implementazione di tre colonnine nel triennio quando, per favorire la mobilità elettrica, bisogna realizzarne molte centinaia”.

Il secondo emendamento chiede di spostare da febbraio 2020 a luglio 2020 il termine per raggiungere l’obiettivo della Norma di attuazione sull’idroelettrico, “intesa come miglior strumento per affrontare la tematica Cva”. La proposta è legata al “vuoto operativo di 5 mesi determinato dalla crisi del Governo italiano e del conseguente stallo dei lavori della Commissione paritetica”.

Infine sugli intervallivi Rete Civica, “notoriamente contraria”, chiede un “riesame e un confronto approfondito sulla sostenibilità ambientale, economica e urbanistica del progetto. Ci sono nuovi studi e questi vanno messi a disposizione del Consiglio e di tutti i portatori di interesse per un confronto reale, cosa che finora non è avvenuta”.

 

 

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