Burocrazia da snellire e nuovo codice degli appalti da rendere più comprensibile, ma anche processi civili da velocizzare, istituti tecnici da ristrutturare nella didattica e uniformità di imposizione fiscale tra i diversi paesi dell'Ue, fino alla proposta di istituire nuovamente il ministero del Turismo, centralizzando l'offerta del Paese, a quella di ridiscutere la direttiva Bolkestein, escludendone l'applicazione agli ambulanti e alla necessità di dare una stretta ai privilegi dei grandi concessionari delle infrastrutture.
Sono questi i temi con cui il candidato premier del movimento 5 Stelle Luigi Di Maio ha risposto oggi alle domande delle associazioni di esercenti valdostane, che hanno chiesto di incontrarlo durante la campagna elettorale: “Come abbiamo già fatto con Matteo Renzi”, ha spiegato Alessandro Cavaliere di Federalberghi Valle d'Aosta.
L'incontro si è tenuto alle 13 di oggi all'hotel Duca d'Aosta. Di Maio è arrivato in piazza Arco d'Augusto da un altro incontro elettorale ad Ivrea, tra mezzogiorno e mezzo e l'una, e ha fatto una passeggiata, assieme a eletti e simpatizzanti valdostani, fino all'albergo in piazza Narbonne.
Nel suo intervento iniziale, il vicepresidente uscente della Camera ha avuto modo di parlare anche di temi che riguardano la Valle d'Aosta e le regioni a Statuto speciale: “Per noi non è in discussione l'autonomia – ha detto – e, anzi, stiamo affrontando una stagione nella quale altre regioni chiedono di averla”. “Chiaro però che l'autonomia non è una religione e migliorare il suo funzionamento dipende da chi amministra”.
Una certa attenzione, riguardo alle politiche sul territorio, è stata rivolta al problema delle infrastrutture in Valle d'Aosta: “Qui non avete buone alternative alle reti autostradali, credo che ci sia bisogno di maggiore sinergie con il Governo centrale, anche per uno stanziamento di fondi – promette il 5 Stelle – denaro che venga amministrato sul territorio ma che dev'essere anche un investimento strategico della nazione”. “Oggi – conclude – le politiche non si fanno con le leggi, ma con risorse”.
E i soldi? Di Maio sostiene che le risorse si possono trovare, tagliando sugli sprechi: “In questi anni abbiamo avuto tanti commissari alla spending review per tagliare la spesa improduttiva dello Stato e reinvestire dove serviva – racconta – portavano il piano e spiegavano dove tagliare e il Governo alla fine tagliava il commissario alla spending review”.
Di Maio ha chiesto la fiducia ai presenti appellandosi ai tagli che i suoi eletti applicano ai loro stipendi: “Se in questi anni tra tutti siamo riusciti a restituire 100 milioni di euro – spiega – penso che noi possiamo avere più credibilità quando diciamo che troveremo le risorse per fare quello che proponiamo”.
La stessa carta, quella della credibilità, il candidato premier la gioca anche sull'altro grande tema legato al territorio valdostano, ovvero quello delle tariffe molto care, imposte dai concessionari delle autostrade: “Se la campagna elettorale te le finanziano i lobbisti poi non c'è libertà e per questo noi abbiamo messo un limite a 2-3 mila euro di finanziamento da uno stesso soggetto – sostiene – negli anni scorsi i grandi concessionari, le banche e i player energetici l'hanno fatta da padrone perché grandi azionisti del Governo”.
“Noi abbiamo denunciato all'autorità Anticorruzione una serie di anomalie dei contratti che fanno alzare le tariffe – conclude – quando in altri paesi invece il concessionario arriva, fa l'opera e poi, dopo che ha ammortizzato le spese, lascia tutto allo Stato”.