Saranno resi pubblici nel pomeriggio da parte di Arpa e del Corpo forestale valdostano i risultati dei prelievi fatti nel mese di settembre nella discarica di Pompiod. Ad annunciarlo è stato oggi nel corso della conferenza stampa di Giunta l’Assessore regionale all’Ambiente Albert Chatrian, tornato poi sulla risoluzione approvata in Consiglio Valle.
“Stiamo facendo un percorso chiaro, serio e sostenibile per risolvere i problemi, ovvero incidere sulla legge. Ci siamo dati dei tempi e dei modi. Vogliamo disincentivare l’arrivo di rifiuti da fuori valle, inserendolo in norma subito, al momento in cui andremo a discuterlo il bilancio” ricorda l’Assessore. Il limite di rifiuti provenienti da fuori Valle a cui pensa il Governo regionale è quello del 20%.
“Andremo anche ad aumentare del 500% l’ecotassa, ma la decorrenza, prevista da norme nazionali, è il 1° gennaio 2021. Poi andremo a rivedere il piano regionale dei rifiuti, facendo ripartire l’iter per il tramite di tutti gli enti interessati”.
L’Assessore ha poi ribadito il proprio “rammarico: se nel settembre ottobre 2018, prima di andare ad approvare proroga lavori discarica di Issogne, si fosse aperto un fronte in consiglio e nella comunità, non saremmo qui a discuterne”.
DISCARICA CHALAMY
A criticare la risoluzione approvata in Consiglio regionale è il Comitato “La Valle non è una discarica”. “Non è stato dato un serio segnale di quale debba essere la scelta politica sul futuro della Valle d’Aosta – scrive il Comitato in una nota – ma si è piuttosto avuto modo di riscontrare che anche su un tema così importante non ci sia stata la capacità di condividere una linea per il bene della popolazione e ognuno ha deciso di percorrere la propria strada. E tutto questo proprio mentre è finalmente esploso il caso Pompiod”.
Sulla discarica di Chalamy ieri, giovedì 21 novembre si è riunita la Conferenza dei Servizi, nel corso della quale il Comitato ha presentato una memoria tecnica nella quale sono state illustrate le problematiche della zona sotto il punto di vista idrogeologico e è ha chiesto uno studio di bacino da parte di un’università “con specifiche competenze al fine di permettere una disamina serena della reale criticità della zona senza condizionamenti di alcun genere”. Studio che il sindaco di Champdepraz, Corradin, si è detto disponibile a sostenere economicamente.
Al momento sono oltre 6mila le firme cartacee raccolte dal Comitato contro la discarica e 1800 quelle online.