Egomnia, Potere al Popolo chiede le dimissioni di Testolin dal Consiglio Valle
Mentre partiti e movimenti restano cauti, con un unico passaggio fatto in Consiglio Valle durante l’ultima assemblea, Potere al Popolo “rompe” il silenzio sulla chiusura delle indagini dell’inchiesta “Egomnia”, e chiede le dimissioni dell’ex Presidente Testolin.
“Apprendiamo indignati che Il Consigliere regionale Renzo Testolin, indagato dalla DdA di Torino per voto di scambio di stampo mafioso nell’ambito dell’inchiesta Egomnia, durante la seduta del Consiglio Valle del 25 marzo scorso ha annunciato di aver ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini preliminari per fatti gravissimi, senza accennare minimamente a dare le dimissioni”.
Dai lidi di Pap si dicono “garantisti fino all’ultimo grado di giudizio”, ma il movimento spiega come “un simile atteggiamento sia deprecabile dal punto di vista etico e sbagliato per il messaggio che lascia sottintendere, e cioè che le accuse di scambio elettorale con organizzazioni mafiose siano una questione prettamente personale da risolvere privatamente nelle opportune sedi giudiziarie”.
“Ricordiamo invece che chi è eletto nelle Istituzioni ha una responsabilità pubblica importantissima – scrive ancora Potere al Popolo – e un’inchiesta per voto di scambio mafioso va a colpire la fiducia dei cittadini verso le Istituzioni, già di per sé abbastanza compromessa dai fatti di cronaca giudiziaria degli ultimi tre anni, così come dalla profonda crisi economica e sociale prodotta dalla pandemia alla quale la politica non sta rispondendo in maniera adeguata”.
Se Testolin è al centro delle critiche, Potere al Popolo distribuisce anche ad altri le colpe dei silenzi: “Siamo altrettanto indignati dalla mancata reazione da parte delle altre forze politiche, se non della Lega che però è intervenuta in Consiglio per ridurre la questione a un fatto di ‘coscienza individuale’ evocando addirittura Dio, nella sede della massima istituzione laica e democratica della Regione”.
“Chiediamo a voce alta le dimissioni di Testolin affinché la Magistratura possa fare chiarezza senza pressioni di alcuna natura e per avviare così un percorso collettivo di cambiamento culturale e di mentalità. – chiude la nota di Pap -. Ci chiediamo in tal senso dove siano finiti PD e i consiglieri di Progetto Civico Progressista, gli stessi che in campagna elettorale si stracciavano le vesti per la legalità, invocando un cambio di rotta, massima trasparenza e lotta al clientelismo e alla criminalità organizzata. Il silenzio, quando c’è la mafia di mezzo, non è mai una cosa buona”.