Sulla "presenza minoritaria e assolutamente non adeguata di donne candidate" alle elezioni politiche del 4 marzo l'Associazione di promozione sociale Dora Donne in Valle d'Aosta esprime "il proprio disappunto".
Su diciotto candidati le donne sono sei, un terzo.
"Del resto basta dare un'occhiata al numero delle elette in Consiglio regionale, quattro su trentacinque, per rendersi conto che nella nostra Regione la politica attiva (quella della prima di linea, per capirci, – non delle retrovie dove le donne sono, al contrario, maggiormente "utilizzate" per le loro riconosciute qualità) fa oggettivamente fatica a raggiungere numeri almeno accettabili in merito alla partecipazione femminile. – sottolinea in una nota l'Associazione – E non è certo una questione di "quote", almeno non solo, anche se l'inserimento nella nuova legge elettorale valdostana della doppia preferenza di genere avrebbe certamente riequilibrato i numeri".
"Le spiegazioni – scuse – da sempre accampate le conosciamo: sono le donne che non hanno voglia di impegnarsi, sono loro che preferiscono ruoli di secondo piano eccetera." prosegue la nota Poi c'è l'argomentazione più gettonata: perché dovrei volere più donne in posti di potere se le donne sono Meloni, Boschi, Mussolini, Boldrini…? e via così, a seconda delle preferenze politiche di chi esprime tale saggezza e competenza sociopolitica".
"Dora – Donne in Valle d'Aosta" "sostiene e consiglia fortemente di dare il proprio voto a una donna, ma è altrettanto ovvio che, fino a quando la scelta rimane così numericamente ristretta, sarà sempre più difficile per le elettrici trovare la propria candidata ideale. Un altro fatto altrettanto ovvio e tristemente evidente è che tutto ciò fa molto male alla democrazia e, di conseguenza, alle istituzioni espressione del voto, sia al livello locale, sia nazionale."