Enrico Tibaldi e il decalogo “di coerenza e continuità” per cui non ha votato bilancio e finanziaria

Il Consigliere del PdL si è astenuto dal voto in aula mentre i colleghi hanno votato a favore dei dicumenti finanziari. Non erano mancate frecciatine al direttivo del partito e ai colleghi in Consiglio, Tibaldi dettaglia nel suo blog la sua scelta.
Il gruppo del PdL in Consiglio regionale
Politica

Un decalogo per spiegare la scelta “di coerenza e continuità” per la quale Enrico Tibaldi ha consumato lo “strappo” rispetto al resto del gruppo del Popolo della Libertà in Consiglio regionale, durante la votazione sulla legge finanziaria e sul bilancio di previsione triennale di venerdì. “Strappo” che, per Tibaldi, è degli altri tre componenti del gruppo: “Non è compito mio giustificare il voto favorevole dei tre colleghi pidiellini”. Se in aula non erano mancate le frecciatine al direttivo del partito e ai colleghi in consiglio, Tibaldi dettaglia ora in dieci punti la sua scelta.

La premessa sono le elezioni del 2008, nelle quali il PdL si presentava con “una propria lista e un proprio programma, sicuramente distinti, se non alternativi a quelli della coalizione vincente: gli elettori hanno perciò indicato agli eletti del centrodestra di svolgere una precisa funzione di minoranza, che si fonda sul controllo e sulla proposta”. Il “dissidente” del PdL sottolinea, come aveva già fatto in aula giovedì scorso, come “le leggi di bilancio sono i principali atti di indirizzo politico di una maggioranza di cui il PdL non fa parte in Regione. Si tratta dell’applicazione del programma nei confronti del quale il PdL si è astenuto sin dall’insediamento della giunta Rollandin”.

Terzo punto: “Il PdL non ha partecipato alla stesura dei disegni di legge o all’indicazione di scelte significative per la Valle d’Aosta” con cui dare “un’impronta liberale ai medesimi”, e anzi Tibaldi evidenzia “misure che, se non sono antitetiche, sono quantomeno in contrasto con le linee guida” del programma politico del PdL. “I capitoli di spesa sono gestiti esattamente come negli esercizi precedenti – prosegue Tibaldi – e come dichiarato in aula da molti esponenti della maggioranza, ‘si tratta di un bilancio di continuità. I risparmi sono stati elusi con l’accensione di mutui e prestiti”.

Le scelte del gruppo regionale PdL per finanziaria e bilancio e la decisione di dialogo con le forze autonomiste “sono state oggetto di una richiesta di convocazione urgente del coordinamento regionale, che è stata deliberatamente ignorata da chi detiene o quantomeno presume di avere la leadership”. Tibaldi conclude constatando che “gli interlocutori autonomisti hanno sempre ostentato ambiguità, pruderie e sospetti nei nostri confronti, pur ‘incassando’ le robuste attenzioni del governo Berlusconi”.

Tutto questo ha portato il consigliere ad esprimere un voto di astensione su entrambi i documenti: “L’atteggiamento di segno opposto (voto favorevole) manifestato dai miei colleghi si è purtroppo tradotto in un sostegno incondizionato all’attuale maggioranza” pur in assenza di “una revisione organica delle scelte e dei ruoli” e “in totale spregio del PdL. Colgo l’occasione per ringraziare elettori e simpatizzanti del centrodestra per le parole, le telefonate, le e-mail e i messaggi pervenuti, a testimonianza che avete condiviso, apprezzato o almeno compreso le ragioni del mio comportamento”, conclude Tibaldi.

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