Ferrovia, Corte dei Conti: “Illegittima la copertura finanziaria della legge sull’idrogeno”

La sezione di controllo della corte dei conti rileva come la legge, finanziata mediante l'utilizzo delle risorse iscritte nel bilancio di previsione come spese di investimento, non ha una copertura legittima. Pcp: "Legge barzelletta".
Aosta, la ferrovia
Politica

Che la legge che riconosce l’idrogeno come sistema di accumulo, vettore energetico e combustibile alternativo alle fonti fossili, in particolare nel settore della mobilità, non fosse nata sotto una buona stella, si era capito fin dall’inizio. Due mesi dopo l’approvazione, fra le polemiche, nel luglio del 2021, l’articolato era tornato in aula perché il governo regionale si era accorto che mancava la copertura finanziaria. Per evitare l’impugnativa dello Stato la Giunta regionale aveva nuovamente portato la legge all’esame dell’aula.

Il disegno di legge, voluto da Restano e sul quale si erano innestate le prime fratture nel governo regionale con gli ex alleati di Progetto Civico Progressista, finisce oggi sotto i riflettori della sezione di controllo della Corte dei Conti proprio per le coperture finanziarie individuate.

8.000 euro per il 2021 e 14.000 per il 2022, “iscritti come spese correnti” e “coperti per la loro totalità tramite finanziamento mediante l’utilizzo delle risorse iscritte nel bilancio di previsione come spese di investimento”.

Una scelta ritenuto non legittima dalla sezione di controllo della Corte dei Conti. “Tale modalità di copertura non risulta compatibile con quanto disposto dall’art. 21 comma secondo della l.r. n. 30/2009, secondo cui Le leggi regionali che prevedono nuove o maggiori spese correnti devono trovare copertura con l’iscrizione di entrate correnti ovvero con la riduzione di spese correnti, e quindi non appare dotata di legittima copertura”.

Poche righe contenute nella relazione sulla tipologia delle coperture finanziarie adottate nelle leggi regionali approvate nel 2021, che hanno provocato l’immediata reazione di Pcp che, in una nota, non esita a definire l’articolato “una legge barzelletta”.

Le due consigliere Chiara Minelli e Erika Guichardaz ricordano, in particolare, come “subito dopo l’inserimento del progetto di elettrificazione della tratta ferroviaria Ivrea-Aosta nell’elenco delle opere finanziate dal Pnrr, nello sciagurato tentativo di sminuire tale importante scelta sventolando la bandiera dell’alternativa dell’idrogeno, autonomisti-Pd e leghisti si trovarono uniti in Consiglio regionale nel sostenere una maldestra proposta di legge presentata dal consigliere Restano”. Legge che trovò la contrarietà del gruppo consiliare.
“Per fortuna – evidenziano ancora Minelli e Guichardaz –  il progetto di elettrificazione è andato avanti, ci sono le risorse, c’è un progetto definitivo, c’è una tempistica definita. I sabotatori questa volta hanno perso la partita ed anche ignominiosamente”.

 

Una risposta

  1. In relazione all’uso dell’idrogeno come alimentazione alternativa, si consiglia un’ottima ed imparziale lettura. E della quale ad ogni modo si riporta qui sotto soltanto i principi cardine di tale applicazione:

    “Treni a idrogeno: sono davvero una soluzione per le tratte minori?” – Tratto da QualEnergia.it – 22/12/2021.
    “(…)Per qualunque ragionamento sui treni ad idrogeno (così come per le auto e anche i camion a idrogeno), è necessario partire dalle basi termodinamiche, ineludibili e sorde a qualsiasi richiamo che non siano le leggi della fisica.

    L’uso dell’idrogeno per la mobilità si basa sulla soluzione delle celle a combustibile. Il combustibile immesso in queste celle è appunto l’idrogeno, usato per produrre l’elettricità destinata ad alimentare il motore elettrico di un cosiddetto “Fuel Cell Electric Vehicle” o veicolo elettrico a celle a combustibile”. Il principio è lo stesso anche per i treni a idrogeno.

    Partiamo per ipotesi dall’assunto che l’idrogeno qui sia prodotto con energie rinnovabili tramite elettrolisi dell’acqua, e sia cioè idrogeno “verde”. Ricordiamoci però che in realtà il 98% circa dell’idrogeno prodotto nel mondo è “grigio” o “nero”, cioè derivato direttamente dal metano o dal carbone, processi al momento molto meno costosi dell’elettrolisi.

    Quindi già in partenza dobbiamo fare un grosso sforzo di immaginazione per contemplare la possibilità di usare in tempi brevi l’idrogeno nella decarbonizzazione della mobilità. Ma ammettiamo pure che tutto l’idrogeno prodotto nel mondo sia verde. Rimane però il vero problema dell’idrogeno, qualunque sia il suo colore: la sua bassa efficienza energetica quando è usato come combustibile o carburante. (…)”

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