“Più che fuori da ogni logica è esilarante l’interrogazione regionale di un partito in evidente sofferenza bipolare”. Così Alberto Zucchi di Fratelli d’Italia Vda commenta l’interrogazione a risposta scritta presentata ieri mattina dalla Lega Vda. Ricordando come il movimento, “componente del governo dei migliori nazionali” contesti “le modalità applicative di una norma che i suoi ministri hanno votato”.
Più che fuori da ogni logica è esilarante l’interrogazione regionale di un Partito in evidente sofferenza bipolare componente il “governo dei migliori” nazionale che contesta le modalità applicative di una norma che i suoi ministri hanno votato. pic.twitter.com/I9XYj1UFJK
— Alberto Zucchi (@ZucchiAlberto) August 10, 2021
L’interrogazione a risposta scritta del gruppo consiliare Lega Vallée d’Aoste punta a fare chiarezza sulle verifiche del Green Pass da parte degli esercenti privati.
“Delegare ristoratori, baristi e gestori di locali a verificare documenti – dice il Capogruppo Andrea Manfrin, primo firmatario dell’iniziativa – è qualcosa che sfugge ad ogni logica. Abbiamo voluto rispondere ai tanti quesiti posti a livello locale e nazionale dagli esercenti, poiché siamo convinti che a questi non possano, e non debbano, essere attribuite funzioni tipiche dei pubblici ufficiali, con i conseguenti rischi.”
L’interrogazione chiede al Governo regionale di replicare quanto già realizzato dalla Regione Piemonte, ovvero interrogare il Garante nazionale della Privacy sull’attribuzione di funzioni tipiche dei pubblici ufficiali ai gestori privati in relazione alla titolarità di identificare i propri clienti esigendo l’esibizione dei documenti di identità.
“L’iniziativa si pone l’obiettivo di rispondere ai numerosi dubbi sollevati sia a livello locale nelle scorse settimane, sia nella prima giornata di applicazione della certificazione verde da parte del Presidente nazionale della Fiepet (Federazione italiana esercenti pubblici e turistici) – prosegue la nota della Lega Vda – che ha lamentato numerose reazioni scomposte che hanno messo in difficoltà i gestori a cui è stato affibbiato, contro ogni logica il ruolo di agente di pubblica sicurezza. Un ruolo su cui, oltretutto, non sono stati forniti i necessari chiarimenti, a partire dalla questione del controllo del documento per verificare l’identità di chi presenta il Green Pass: a chi tocca, e con quale autorità?”.