Il Pdl si spacca sul bilancio regionale: tre consiglieri votano sì mentre Tibaldi si astiene

Il bilancio è stato il primo segnale di rottura: il capogruppo Massimo Lattanzi, lo ha definito "epocale". Il suo collega Enrico Tibaldi "uguale a quelli degli anni scorsi". Si è consumata una frattura che un prossimo vertice del Pdl dovrà sanare.
Enrico Tibaldi, consigliere regionale PdL
Politica

Polveri umide e mira alta: il grande botto del Popolo della Libertà in maggioranza è rinviato a data da destinarsi, e le emozioni per un finale thrilling della sessione di bilancio in Consiglio Valle hanno lasciato spazio alla realtà dei numeri. Il bilancio è stato il primo segnale: il capogruppo in Regione, Massimo Lattanzi, lo ha definito “epocale”. Il suo collega di partito Enrico Tibaldi “uguale a quelli degli anni scorsi”. Risultato: tre sì e un’astensione. Si è consumata una frattura che un prossimo vertice del PdL dovrà sanare.

In più, si pone la “grana” Benin: l’ex proprietario dell’Eurotravel, in procedura di fallimento, potrebbe decadere dalla carica di consigliere. La Magistratura sta facendo verifiche. La minoranza PdL gli ha chiesto un passo indietro. I gruppo del PD e dell’Alpe – che non confermano – hanno richiesto una sospensione, prima della votazione della manovra finanziaria e del bilancio, in cui nel chiuso della salette delle Commissioni avrebbero chiesto all’ufficio di presidenza del Consiglio, se il consigliere del PdL potesse partecipare alla votazione di un atto economico.

Nel caso in cui Cleto Benin lasciasse il posto di consigliere, il primo escluso è Eddy Ottoz, componente della “frangia dei dissidenti”, della minoranza che oggi ha firmato una nota in cui afferma che “l’identità politica del PdL è ben distinta da questa maggioranza regionale e non esistono acrobazie verbali o capriole circensi che possano giustificare il gravissimo errore politico di chi eletto nel PdL esprime voto favorevole sul bilancio regionale“. Le firme: Dario Frassy, Dario Barattin, Luca Mantione, Orlando Navarra, Carlo Orlandi, Eddy Ottoz e Pasquale Siciliano.

Un gruppo regionale spaccato a metà sarebbe un problema. Da qui le offerte – anche queste non confermate – di un posto da capogruppo per Tibaldi. Un doppio PdL ricorderebbe terribilmente i “nemici storici” dei DS ora PD, con quel gruppo doppione “Per il PD” che fece impazzire Sandri e la Fontana negli ultimi scampoli della scorsa legislatura.

Il 14 dicembre dirà se il governo Berlusconi avrà la fiducia, e potrebbe essere la data fatidica perché qualcosa di muova. Proprio come, ad aprile, erano state i risultati delle elezioni regionali a dare il via definitivo all’accordo UV-PdL per le comunali. L’immagine di un Rollandin sorridente che stende tappeti rossi al PdL per due o tre voti in più, contando su una maggioranza coesa e schiacciante, è  difficile da immaginare.

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