La Lega Vallée d’Aoste – scrive in una nota – “ha accolto con soddisfazione la notizia della richiesta di archiviazione del procedimento nei confronti di tre Consiglieri regionali dall’accusa di aver ‘saltato la fila’ nella campagna vaccinale iniziata nei primi mesi del 2021, a conferma che nessuno ha avuto una corsia preferenziale e che le disposizioni nazionali e regionali sono state scrupolosamente rispettate”.
Soddisfazione che si mescola alla preoccupazione per “i risvolti che sono emersi, ovvero l’iscrizione nel registro degli indagati del Presidente del Consiglio Bertin per false informazioni agli inquirenti” con l’augurio “confermando il carattere garantista che ne ha sempre contraddistinto l’azione politica, che ogni aspetto di questa vicenda venga chiarito e che Alberto Bertin possa dimostrare le sue ragioni”.
Con un “però”, che sta tutto nel ricordo di “quanto dichiarato, in passato, proprio dal Presidente Bertin, in occasione di altre vicende giudiziarie che hanno coinvolto membri di questo Consiglio”.
Le parole di Bertin
La Lega, infatti, incalza il Presidente del Consiglio attraverso le sue stesse parole: “Una fra tutte risalta – prosegue il Carroccio –: quanto da lui affermato il 21 marzo 2019 in occasione della mozione di sfiducia presentata nei confronti dell’allora vicepresidente del Consiglio Rollandin: ‘È importante che si faccia un gesto chiaro per non avere ambiguità e per tenere le istituzioni fuori da questa situazione, al riparo da queste vicende, che vanno risolte sul piano giudiziario, che hanno un loro percorso, ma che non devono coinvolgere direttamente o indirettamente le istituzioni’”.
Non solo: “‘Proprio per questo è inopportuno che chi in vari modi è coinvolto in una serie di vicende poco chiare occupi un posto come quello di Vicepresidente del Consiglio Valle, che ha comunque una valenza istituzionale di rappresentanza del Consiglio regionale tutto – prosegue la nota che cita le parole di Bertin –. È una questione di opportunità politica e istituzionale, certamente non ci sono altri aspetti, ma che va presa seriamente in considerazione per gli effetti che ha sul quadro generale istituzionale e politico della nostra Regione. È il momento di fare anche dei gesti chiari da questo punto di vista. In questa mozione ci si limita a voler mettere in salvaguardia le istituzioni da tutte le vicende giudiziarie in generale’”.
Sebbene “debbano essere le sentenze a definire la posizione e le scelte dei singoli soggetti coinvolti – ricorda la Lega –, alla luce delle posizioni già sostenute dal collega Bertin, ai tempi Consigliere di opposizione, possiamo quindi ritenere che il Presidente del Consiglio abbia due strade davanti a sé: tenere fede a quanto sostenuto in passato facendo quello che lui stesso definiva ‘un gesto chiaro’, oppure, in alternativa, salvaguardare la nuova posizione acquisita, venendo però meno ai suoi principi, con totale incoerenza rispetto alle numerose battaglie da lui condotte in seno al Consiglio Valle in questi lustri.