La statua di Giulio Cesare non verrà rimossa

L'Assessore Guichardaz risponde alla richiesta del consigliere di RV Diego Lucianaz. "L’approccio di una moderna attività di tutela non agisce sull’onda della “memoria”, ma in linea con la “storia”, nella consapevolezza che non esistono monumenti “sbagliati”.
Giulio Cesare
Politica

La statua di Giulio Cesare di fronte alla stazione di Aosta rimarrà al loro posto “anche se nulla ha a che fare con la nostra terra”. La richiesta del consigliere di Rassemblement Valdôtain Diego Lucianaz, contenuta in una interpellanza, non è stata accolta dal Governo regionale.

“E’ in quella posizione da ormai più di ottant’anni: volontà dell’allora Governo italiano, e del Duce stesso, era quella di marcare fortemente l’identità romana, in un’ottica di rilettura storica centralista del tutto avulsa alla moderna storiografia” ha ricordato l’Assessore regionale alla Cultura Jean-Pierre Guichardaz. “Secondo il Codice dei beni culturali, le cose immobili e mobili che rivestono un interesse particolarmente importante a causa del loro riferimento con la storia politica, militare, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere, ovvero quali testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose, sono a tutti gli effetti beni culturali. Per la Soprintendenza, l’approccio di una moderna attività di tutela non agisce sull’onda della “memoria”, ma in linea con la “storia”, nella consapevolezza che non esistono monumenti “sbagliati”, ma solo opere frutto del tempo in cui sono state concepite”.

La statua non  sarà, quindi, rimossa, ma l’Assessore ha accolto l’invito del consigliere Lucianaz alla “corretta contestualizzazione che ne spieghi il significato storico moderno ormai consolidato”.

Nell’interpellanza Lucianaz evidenziava come la statua di Gaio Giulio Cesare”rappresenta la più palese e anacronistica testimonianza di falso storico in quanto non vi è fonte scientifica o letteraria che metta in relazione la figura di Giulio Cesare con la nostra valle”, “una terra che mai il sanguinario tiranno calcò né dominò”.

L’Assessore Guichardaz ha poi informato l’aula che sono in corso da 4 anni studi approfonditi per approfondire la conoscenza, conservazione e la valorizzazione di una rete di accampamenti militari di epoca romana (età tardo-repubblicana/augustea), situati in alta montagna tra Valle d’Aosta e Vallese, utilizzati per conquistare il territorio alpino controllato dai Salassi e arrivare alla fondazione della nuova colonia di Augusta Praetoria.

“Lo studio dei siti archeologici e dei numerosi reperti in essi trovati sta portando a una rivalutazione di quelli che prima erano considerati “villaggi salassi”, interpretandoli appunto come avamposti dell’esercito romano inviato da Augusto. – ha spiegato Guichardaz –  L’asservimento completo dei Salassi, condotto anche con l’ausilio di altre popolazioni locali, si compì nel 25 a.C. con la costruzione della nuova città, nella quale tuttavia gli sconfitti poterono trovare spazio e nuove forme di vita sociale per mezzo di commerci e matrimoni, arrivando addirittura a ricoprire importanti cariche pubbliche, come dimostrano alcune iscrizioni aostane”.

2 risposte

  1. Condivido pienamente il fatto ovvio che ogni “opera è frutto del tempo in cui è stata concepita”. Quella statua di Giulio Cesare serviva a ricordare un personaggio storico e poi, a distanza di 80 anni, è diventata essa stessa testimonianza del periodo storico in cui venne fatta.

    In realtà, l’idea stessa della rimozione trova origine in una “dietrologia” fondamentalmente stupida, che tende a leggere ogni fatto storico con gli occhi del presente e che ben si evince dalle parole:

    “… la nostra valle, una terra che mai il sanguinario tiranno calcò né dominò”.

    intanto, è abbastanza ridicolo parlare in modo così “accalorato” di un personaggio vissuto 2000 anni fa, per di più facendolo come a rivendicare che ” – noi – giammai fummo piegati da costui, noi resistemmo!”
    Ma stiamo parlando della Resistenza, o stiamo parlando di 2000 anni fa? Ma poi “la nostra valle” di chi sarebbe di preciso? Di “noi” i discendenti dei Romani? Di “noi” i discendenti dei Salassi? Di “noi” i discendenti dei Calabresi? Noi abitiamo in una città ROMANA, fondata dai Romani, che porta il nome del figlio adottivo di Giulio Cesare. Noi non saremmo qui senza Giulio Cesare e la storia sarebbe completamente diversa se Giulio Cesare non ci fosse stato. Questa è la NOSTRA storia. Della storia si prende atto: sia di quella di Giulio Cesare, sia di quella che ha portato a fare quella statua e a metterla lì. Non la si rinnega e non la si cancella. E magari varrebbe la pena, dopo 2000 anni di distanza, non disprezzare troppo la NOSTRA storia, come se fosse quella di qualcun’altro.

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