“Faremo chiarezza sulla vicenda”. E’ quanto promette in aula la maggioranza regionale sulle perquisizioni di venerdì, legate alla nuova indagine per abuso d’ufficio sull’ex Presidente Rollandin, disposte dalla Procura considerata “una più che fondata ragione di ritenere che gli organi” della Regione “non abbiano un atteggiamento collaborativo”.
“Abbiamo dato mandato all’avvocato dirigente di verificare la questione” spiega il Presidente della Regione, Antonio Fosson “Il sistema attuale di rapporti fa perno sull’avvocatura regionale, che interloquisce con le strutture per rispondere in maniera proceduralmente corretta con la magistratura. L’obiettivo di questo mandato dato all’avvocatura regionale è innanzitutto di verificare la necessità di eventuali e conseguenti provvedimenti interni. In secondo luogo, è comunque necessario verificare se il sistema dei rapporti tra la Regione e gli uffici giudiziari necessiti di essere ancora migliorato”. Un incontro è già stato chiesto con la Procura. “Dal mio insediamento ad oggi non c’è stata mancanza di collaborazione voluta, tutte le richieste degli Uffici giudiziari sono state esperite con leale collaborazione”.
Il Presidente della Regione, quindi, ribadisce: “Noi non ne sapevamo nulla, quelle lettere non sono mai transitate in Giunta, tanto è vero che non è mai stato fatto un atto amministrativo”.
Per Fosson le dichiarazioni rilasciate in Consiglio regionale dall’allora Assessore Perron altro non era che una “mera opinione, perché lui in Giunta in quel periodo non c’era”.
Poi la stilettata al consigliere di Mouv’ Elso Gerandin, promotore dell’interpellanza sulle lettere di patronage: “Io e altri colleghi abbiamo all’epoca valutato le affermazioni di Perron, suffragate da pareri specifici, come valide. Altrettanto non si può dire di Lei, che le lettere le aveva e non si sa cosa ne abbia fatto”.
A prendere le difese del collega, Roberto Cognetta: “Perron, che all’epoca non faceva parte della Giunta, pare sapesse più cose di lei, che in Giunta c’era. Non ribalti la palla da questa parte, si assuma la responsabilità in quanto parte di quel governo”.
Rimane fermo sulle proprie affermazioni, Elso Gerandin: “A mio parere voi ne eravate a conoscenza e non avete preso le distanze”.
Fra accuse e contraccuse dai banchi della Lega Vda, l’ex Presidente della Regione Nicoletta Spelgatti torna a chiedere il ritorno alle urne. “Trovo indecoroso tutto quello che sta accadendo, l’unica cosa che dovreste fare è unirvi a noi e dare le dimissioni. Qui tutto sta implodendo. È terrificante l’immagine che stiamo dando della Valle d’Aosta, compromette tutte le battaglie fatte in decenni per l’autonomia”.
Invito a tornare alle urne raccolto da Daria Pulz di Adu Vda: “Ce ne dobbiamo tornare tutti a casa per ridare la parola agli elettori, che speriamo finalmente spalanchino gli occhi”. E poi sulla vicenda: “Rollandin è diventato il simbolo del malgoverno valdostano, ma non può diventare il capro espiatorio. Non ha fatto tutto da solo”.
Dice “no” ad elezioni il M5S che ribadisce con Luigi Vesan la necessità di attendere l’entrata in vigore della nuova legge elettorale (Nda giugno) per salvaguardare la segretezza del voto.
Dopo un’ora e mezza di discussione, la presidente del Consiglio regionale ritorna fra gli scranni dei consiglieri. “Basta alle speculazioni continue – sbotta Emily Rini – basta trasformare quest’aula in un tribunale, si torni a fare politica se ne siamo capaci, altrimenti aspettiamo l’entrata in vigore della nuova legge e torniamo al voto”.