Ieri, l’abbandono dell’aula e un durissimo j’accuse: la maggioranza del Consiglio comunale di Aosta “limita la nostra voce democratica”. Oggi, mentre sullo sfondo scorrono diverse immagini di zone problematiche della città – incuria delle zone verdi, dei marciapiedi, delle strade e delle pensiline degli autobus, ma anche ostacoli sulla ciclabile e altre immagini assortite – l’opposizione del Comune capoluogo spiega le ragioni del suo “Aventino”.
“Per la prima volta nella storia è avvenuto un abbandono di tutte le forze di minoranza – ha esordito Giovanni Girardini de La Renaissance -. Non è mai successo, così come non è mai successo quanto avviene in capigruppo: la maggioranza non ci permette di presentare mozioni, interpellanze, ordini del giorno. Cose mai accadute in questo Consiglio comunale. Ci viene detto che ripresentiamo sempre le stesse iniziative, ma sono gli stessi problemi a ripresentarsi da quasi da tre anni a questa parte. E ne parliamo perché non vengono risolti”.
“Questa Giunta – ha detto ancora -, e anche questa è una novità, non ha mai avuto un’opposizione collaborativa come le nostre. Ma non è più possibile, i portoni sui denti sono stati continui. Non c’è disponibilità a dialogare. Siamo esausti di toccare tutti gli argomenti senza avere nessuna interlocuzione. Ma lo siamo anche di sentirci dire, da chi ha vinto con 800 voti di differenza, che fanno quello che vogliono andando avanti per la loro strada fino al 2025 e che la gente deve capire. È disarmante”.
Al centro, cinque mozioni non inserite nell’ordine del giorno del Consiglio, l’ultimo: “Evidentemente sono mozioni che non dovevano essere assolutamente discusse – ha spiegato invece il capogruppo della Lega Sergio Togni -. Una dal titolo ‘Verde pubblico tra incuria e abbandono, il Comune batta un colpo’; la secondo sul controllo dell’esecuzione dell’appalto sul verde pubblico, la terza sulla ‘Foresta urbana’ che non ci sarà mai, e che è diventata una ‘savana’, una dal titolo ‘Vogliamo Aosta città turistica’ e una sull’audizione del sindaco in Consiglio regionale”.
“Per la prima volta un sindaco viene forzatamente convocato in una Commissione in Regione – ha detto ancora Togni -, e nessuno ne sa niente. Questa è stata la goccia ce ha fatto traboccare il vaso. Nella capigruppo, da tempo, la maggioranza ci cambia le impegnativa delle mozioni. È un ricatto”.
Linea che conferma Paolo Laurencet, capogruppo di Forza Italia: “Le nostre iniziative vengono puntualmente cassate. Un anno fa chiedevamo di mettere in sicurezza l’area del maneggio. E ricordo i sorrisi e le prese in giro dalla maggioranza. Un anno dopo c’è stato un l’incendio. Ma questo è l’atteggiamento dall’inizio. Abbiamo avanzato parecchie critiche, ma abbiamo sempre dato indicazioni, sempre stati propositivi. Se invece della Giunta Nuti ce ne fosse stata una di centrodestra cosa si sarebbe detto e scritto di questa situazione? Che c’erano i fascisti”.
“Facciamo opposizione con le armi a disposizione, ma è arrivato un ‘nuovo Kgb’ a dirci cosa dobbiamo dire, come e in quanto tempo – aggiunge Bruno Giordano, Lega -. Abbiamo provato a correggere, suggerire, a dare buone indicazioni. Non solo non sono mai state prese in considerazione ma sono sentite come un affronto a chi lavora incessantemente al bene della città. Non accettiamo lezioni da parte di dilettanti, amministrare è una cosa serie. Vogliamo risposte puntuali ai tanti fallimenti che nostri cittadini ci segnalano. Non possiamo accettare supinamente che si dipingano sempre come il meglio che c’è”.
Con un pensiero al presidente del Consiglio Luca Tonino, con il quale l’ex sindaco ha avuto diverse schermaglie: “Esiste un mondo in cui l’arbitro della partita è anche il capitano-giocatore di una squadra? Il presidente del Consiglio è super partes ma è anche il segretario regionale del Pd. Scelga cosa vuole fare da grande. Il nostro gesto, forte, non è una resa ma una sfida. E che, per quanto mi riguarda, non finisce qua”.
Non è meno tenera Roberta Carla Balbis, La Renaissance: “Sento nella maggioranza un fastidio, una forma di sopportazione. Chiediamo da sempre di riconoscere la nostra rappresentanza cittadina, perché la somma di questi tre gruppi fa più della maggioranza. E chiediamo che si possa contribuire ai processi. Ci siamo stancati di passare due giorni in Consiglio a cantarcela e suonarcela. Sarebbe però bello che i cittadini partecipassero di più. Se siamo scontenti bisogna aumentare i decibel e renderci tutti più partecipi”.
In ultimo, la vexata quaestio della scorsa settimana, la chiusura di piazza Plouves per i lavori – tra gli altri – per la realizzazione della pista ciclabile: “È un problema scottantissimo – chiude Girardini -. Non vogliamo dire ‘no’ alla ciclabile, ma si possono prevedere varianti in corso d’opera. La risposta è stata che si va avanti per la propria strada. Il nostro è un ruolo di controllo e di garanzia, facendoci portavoce dei cittadini. Non riusciamo a farlo, veniamo perennemente censurati in questo Consiglio. Ecco perché abbiamo voluto abbandonare l’aula dando un segnale forte”.
L’opposizione lascia il Consiglio comunale di Aosta: “Si limita la nostra voce democratica”
26 luglio 2023
La due giorni di Consiglio comunale di Aosta, per le forze di opposizione – La Renaissance, Lega e Forza Italia – dura invece poco più di mezzora. La decisione, infatti, è quella di abbandonare l’aula, e le motivazioni sono presto dette.
“Nell’ultima conferenza dei capigruppo – ha spiegato Giovanni Girardini –, l’opposizione ha assistito all’ennesimo utilizzo strumentale del regolamento comunale da parte della maggioranza. E questo ha portato, nonostante una virbata ed argomentata protesta, alla non ammissibilità di alcuni punti all’ordine del giorno portati da noi”.
Per questo, ha proseguito il capogruppo de La Renaissance, la decisione di abbandonare l’aula: “Mai si era vista una tale limitazione della voce democratica dei gruppi di opposizione, cosa che in questa legislatura è accaduta molte volte. Oggi la città è in assoluta rivolta. È scontenta. Voi continuate a dire che va tutto bene. E noi dobbiamo prendere le distanze”.
Nel dettaglio – rivelarlo è Bruno Giordano (Lega) – si parla di cinque mozioni presentate, su argomenti disparati, e poi cassate dalla conferenza dei capigruppo.
Finita qui? Più o meno. dai banchi del Carroccio Giordano stesso spiega: “Un tempo gli atti dell’opposizione venivano sempre ammessi alla discussione. Non ammettere le iniziative, che piacciano o meno, è un vulnus politico. Non si può discutere solo ciò che a voi sta bene”.
“Possono esserci temi, nelle nostre iniziative, già discussi – aggiunge invece Paolo Laurencet, capogruppo di Forza Italia –. Li riproponiamo più volte non perché manchi la fantasia ma perché i cittadini ci chiedono di affrontare quei temi. Semplicemente, rispondiamo al nostro ruolo di rappresentanti. Ma non si sono volute discutere in Consiglio comunale. E questo ci porta a questa decisione difficile e grave”.
La maggioranza replica
Di fronte ai banchi vuoti, prima che il Consiglio cominci per davvero, la maggioranza replica. A partire dall’assessora alle Politiche sociali Clotilde Forcellati: “Sono molto contraria a quanto accaduto. Oggi la minoranza ha bisogno di un gesto plateale per legittimare l’azione politica. Ma la legittimazione politica si fa in aula. La democrazia si fa prima di tutto nelle sedi istituzionali. Non si parla ‘alla pancia della popolazione’, ma bisogna raccontare, spiegare e far capire le scelte di chi opera. Lo dico a titolo personale, non è una bella pagina per la nostra istituzione”.
“Oggi la minoranza ha perso un’occasione – ha detto invece Corrado Cometto, assessore ai Lavori pubblici –. Oggi votiamo provvedimenti importanti, con molte risorse su interventi altrettanto importanti e voluti dai cittadini. Lo faremo da soli, ma potevamo farlo condividendo. Oggi, ad esempio, finanziamo l’operazione dell’abbattimento del ‘grattacielo’ con 5,2 milioni di euro, in avanzata fase di progettazione. Mettiamo risorse per realizzare il Pinqua che cambierà in meglio il volto del quartiere Cogne con un investimento di 20 milioni di euro, e per tante opere sugli impianti sportivi, come per il PalaIndoor”.
Chiude il sindaco Gianni Nuti. Che, di fronte ai posti vuoti dell’opposizione, perde anche un po’ di aplomb: “Il Consiglio si terrà, abbiamo delibere molto importanti da approvare. Spiace che la minoranza abbia deciso di non partecipare ad una variazione di bilancio per opere che aspettano da 20 o 30 anni. Spiace anche che si alimentino polemiche e azioni di contrasto a questa maggioranza non ascoltando le ragioni che creano temporanei disagi ai cittadini a fronte di un movimento di terra sulla città che non si era visto da molto tempo”.
Riferimento ai molti cantieri in città, sui quali Nuti aggiunge: “15 km di intervento sulla città significa anche modificare l’assetto e lo sguardo delle persone – dice riferendosi alle ciclabili –. Di questo progetto, però, parliamo da anni, se n’è parlato nella scorsa legislatura. Poi, quando arrivano gli operai si scatena il panico. Qui nessuno si è mai tirato fuori nell’affrontare il dibattito, nessuno ha mai impedito la parola. Anche quando commettiamo errori cerchiamo di migliorare. Lo facciamo tutti e tutti i giorni”.
Con un appunto finale, un “sassolino” nella scarpa: “È chiaro che stiamo lavorando per il futuro, e si cerca di dare un ‘colpo di coda’ per abbattere questa maggioranza ed i progetti che sta portando avanti per la città – ha chiuso il sindaco –. Voglio rassicurare chi ha questo intento, intervenendo su più fronti e con mezzi differenti: che facciano pure. Magari nel 2025 faremo tutti delle altre cose nella vita. Ma fino al 2025 da qua non ci muoviamo e cercheremo di attuare il programma per cui siamo stati eletti. E abbiamo il coraggio di portare avanti cose che altre persone qui, per vent’anni, hanno detto di voler fare senza farlo”.
Il comunicato dell’opposizione: “L’Ufficio di presidenza è un Ufficio di censura”
A stretto giro, l’opposizione annuncia una conferenza stampa in programma domattina – giovedì 27 luglio – nella quale, spiegano, “i gruppi consiliari relazioneranno in merito agli atti di censura nei confronti dell’opposizione portati avanti dalla maggioranza comunale”. Intanto, però, arriva anche un comunicato, con la mozione d’0rdine presentata in aula, e che annunciava l’abbandono.
“Mai, nelle precedenti Consiliature, si era assistito a tale limitazione della libertà di espressione democratica dei Gruppi di opposizione – si legge nella nota -. Un fatto che, in questa legislatura, è invece accaduto già diverse volte. Sarebbe stato più opportuno ammettere le iniziative alla discussione in Aula e poi, eventualmente, bocciarle se non condivise. In questo modo invece l’Ufficio di Presidenza, agendo come un vero e proprio ‘Ufficio di censura‘, non solo ha limitato la libertà di espressione democratica dei Gruppi di opposizione, ma si dimostra poco trasparente anche nei confronti della cittadinanza che così non avrà contezza di quanto proposto dall’opposizione”.
“Sono due anni e mezzo che ripetiamo e chiediamo in modo costruttivo al sindaco e agli assessori non di venir meno ai loro impegni in campagna elettorale ma di rivedere gli interventi sulla città nell’ascolto dei cittadini di cui noi ci siamo sempre fatti portavoce inascoltati”, chiude il comunicato.
La maggioranza: “Approccio populista”
A stretto giro, sempre di posta, arriva la presa di posizione del Partito democratico della Valle d’Aosta, che nell’Assemblea cittadina è rappresentato dallo stesso presidente del Consiglio, Luca Tonino. E che si dice “stupito dall’atteggiamento delle forze di minoranza”.
Il Pd scrive: “Le minoranze hanno abbandonato l’aula senza discutere le importanti delibere all’ordine del giorno. Inoltre, hanno ritirato tutte le iniziative presentate, in segno di protesta contro l’Ufficio di Presidenza e la conferenza dei capigruppo, accusando la maggioranza di scarso atteggiamento democratico. Si tratta di una distorsione della realtà, perché non sono state ammesse alcune iniziative, come previsto dal regolamento, perché già presentate nei Consigli comunali precedenti e che hanno già avuto ampia risposta da parte della giunta e della maggioranza”.
Ma il Pd aggiunge una nota sibillina, squisitamente politica: “La minoranza ha preferito abbandonare l’aula anziché affrontare un dibattito democratico all’interno delle Istituzioni competenti. Evidentemente si preferisce scappare anziché confrontarsi e proporre alternative alla cittadinanza. Si tratta di una banale protesta o dell’annuncio ufficiale dell’apertura della campagna elettorale per le elezioni europee del 2024 e le amministrative del 2025?”.
In una nota congiunta firmata Progetto civico progressista, Union valdôtaine e Alliance valdôtaine – , invece, si legge: “I gruppi di maggioranza, la Giunta e il sindaco rimangono perplessi, ma non sorpresi, di fronte ad un atteggiamento in linea con l’approccio populista che alcuni esponenti della minoranza hanno adottato da qualche tempo non tanto nei confronti dell’attività dell’Amministrazione, ma in funzione delle elezioni del 2025 e ad una campagna elettorale perenne volta a demonizzare le attività che insistono sulla Città che cambia volto, così come previsto dal programma elettorale con il quale l’attuale maggioranza si è presentata agli elettori e alle elettrici nel 2020. Questo gesto, volutamente plateale e irrispettoso, denota un forte limite delle forze di minoranza e fa trasparire una certa difficoltà ad accettare che, a fronte di problemi complessi si debbano necessariamente formulare soluzioni altrettanto complesse e per questo non immediate”.
2 risposte
Atteggiamento capriccioso e infantile dell’opposizione, davanti ai problemi non si scappa ma ci si confronta! Vergognatevi voi!
Bene fa il Sindaco a dire che nel 2025 faranno altri lavori, se si ricandidassero col cavolo che li rivoterei!