“Siamo convinti e orgogliosi delle scelte fatte e soddisfatti di aver proceduto in modo tempestivo, strategico e controllato nella gestione di una problematica in continua evoluzione che non può e non deve essere banalizzata e utilizzata solo per fini propagandistici.” I sindaci di Saint-Vincent, Champorcher e Saint-Rhémy-en-Bosses contestano in una nota le affermazioni fatte dal leghista Andrea Manfrin, in occasione dell’illustrazione in Consiglio regionale di una interrogazione sui progetti Sprar, attivati dai tre comuni.
“Nel corso dell’esposizione dell’interrogazione al Consiglio regionale il consigliere ha inanellato una serie di falsità, imprecisioni, ricordi temporalmente non contestuali, che siamo obbligati a contestare puntualmente.” scrivono Mario Borgio, Alice Chanoux e Corrado Jordan. “Non si faccia propaganda politica raccontando cose palesemente non vere”.
I primi cittadini ricordano, in particolare, come i tre comuni erano stati all’epoca dei trasferimenti di migranti individuati come sede per ospitare nel totale 75 persone.
“In questa situazione, decidemmo di iniziare l’iter del progetto Sprar, che garantiva numeri limitati sul territorio dei comuni interessati e, a differenza del sistema Cas, consentiva una gestione in capo ai comuni dei migranti, così come nei fatti si è poi realizzato”. scrivono i sindaci “A seguito di questa scelta, grazie all’attivazione della clausola di salvaguardia prevista dalla normativa nazionale, i migranti da ospitare nei nostri tre comuni sono passati da 75 a 25.”
Sui costi del progetto, il consigliere leghista aveva affermato come “ogni comune spenderà 100 mila euro per ogni progetto” Sprar. Cifre smentite dai primi cittadini. “Non si capisce da dove questa cifra sia stata estrapolata se non per fare pura demagogia. È sufficiente documentarsi, e dovrebbe essere una regola che vale sempre per chi critica e contesta l’attività altrui, per comprendere che i progetti Sprar siano finanziati interamente dal Ministero degli Interni e che ai comuni sia rimborsata la totalità delle spese sostenute”.
I comuni devono fornire solo un supporto operativo.
“Nei due comuni più piccoli, Champorcher e Saint-Rhémy-en-Bosses le attività svolte dai migranti a titolo di volontariato o tirocinio, ed è qui la grande differenza rispetto a altri modelli di accoglienza, hanno portato benefici all’amministrazione, alla proloco e ad altre attività del territorio”. prosegue la nota “L’integrazione, che tanto spaventava prima dell’avvio dello Sprar, è stata avviata e resa efficace anche grazie alle nostre comunità che hanno da prima conosciuto i ragazzi e poi li hanno accolti in numerosi ambiti della nostra vita sociale. Ora, dopo che molti pregiudizi sono scomparsi, l’integrazione non rappresenta più un elemento di difficoltà”.
I sindaci evidenziano poi come “il coinvolgimento dei migranti nella vita nella comunità non ha precluso opportunità o lavoro a nessun altro cittadino. I progetti di inserimento lavorativi avviati sono a dimostrare che i migranti hanno e stanno tutt’ora svolgendo attività che non sono state ritenute interessanti da altri e ancora, hanno permesso di creare nuovi posti di lavoro che al momento, grazie a tirocini la cui durata è definita, sono a beneficio dei migranti, ma in seguito lo saranno per tutti”.